Dopo aver impedito le transazioni alle cugine russe, ora le banche cinesi hanno cominciato a chiudere molti conti delle imprese dell’ex Urss, per timore delle sanzioni. Ancora una tegola che la dice lunga sull’alleanza tra Mosca e Pechino
Finché era qualche transazione bloccata, si poteva sempre ricorrere a un’altra banca. Ora però che si parla di chiusura dei conti correnti, allora la musica cambia. E non poco. La Cina continua a rendere la vita più difficile alla sua alleata Russia, già alle prese con un’economia forte solo di facciata e dal doping dell’industria bellica. Molte aziende russe stanno infatti subendo la chiusura coatta dei conti presso le principali banche cinesi perché i loro indirizzi registrati corrispondono a quelli di organizzazioni sottoposte a sanzioni, da parte dell’Occidente.
Attenzione, si tratta di un passo in avanti verso la rottura delle relazioni finanziarie tra i due Paesi. Perché la chiusura di un conto comporta, nei fatti, lo stop dei rapporti tra un’azienda e una banca. Il che mette le imprese dell’ex Urss nelle condizioni di dover fare a meno di un intermediario in grado di adempiere a tutte le operazioni di cassa. C’è per esempio il caso della Bank of China, una delle quattro banche cinesi a controllo statale. La quale ha deciso di chiudere alcuni conti, lasciando le aziende russe prive di una sponda in Cina.
Insomma, le sanzioni dell’Occidente che hanno colpito la Russia hanno spaventato non poco le banche cinesi, intimorite dalla possibilità di essere colpite a loro volta dalle misure contro il Cremlino. Risultato, disimpegno generale degli istituti del Dragone dal sistema di pagamenti russo. Non è forse allora un caso che Mosca si sia rivolta alla concorrenza, che risponde al nome di Iran.
Le prime le carte di credito iraniane hanno cominciato a circolare in Russia, segnando il nuovo passo di Teheran verso la Federazione, nell’ottica di contrastare le sanzioni occidentali attraverso una cooperazione finanziaria rafforzata. D’altronde, le stesse banche iraniane sono state tagliate fuori dal sistema di pagamento internazionale Swift e molto prima della Russia, ovvero dal 2018, in seguito al ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare del 2015. Analogamente, le banche russe hanno dovuto affrontare l’esclusione dallo Swift, dopo che Mosca ha invaso l’Ucraina nel 2022. Tutto torna.