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Tavolo di lavoro Bpco, come si colloca l’Italia nel Copd Index? Lo spiega Rumi

“Ci sono degli aspetti positivi, ma ci sono altresì delle aree di miglioramento legate all’awareness della patologia e alla disomogeneità territoriale” ha affermato Rumi (Altems Advisory) a margine del Tavolo di lavoro BPCO

Nonostante rappresenti la terza causa di mortalità a livello globale, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) continua a essere scarsamente riconosciuta, sia nell’ambito dell’opinione pubblica che, in misura non trascurabile, nel contesto scientifico. Questa patologia non solo contribuisce in maniera significativa all’incremento dei costi sanitari diretti e indiretti, ma si caratterizza anche per un’elevata prevalenza e incidenza, oltre che per un tasso di mortalità allarmante.

Le criticità che alimentano questa situazione risiedono prevalentemente nella frammentazione dei percorsi terapeutici, nella mancata omogeneizzazione delle strategie di cura e nella difficoltà di giungere a una diagnosi precoce. A ciò si aggiunge l’assenza di un approccio sistematico alla personalizzazione dei trattamenti, che costituisce un ulteriore fattore aggravante.

Appare dunque imprescindibile promuovere interventi volti a rafforzare la consapevolezza collettiva riguardo alla BPCO, nonché a sviluppare modelli di presa in carico integrati e orientati alla tempestività diagnostica e alla precisione terapeutica.

Ne abbiamo parlato con Filippo Rumi, Co-Funder & Partner Altems Advisory, a margine del primo tavolo di lavoro sulla BPCO organizzato con il supporto di Sanofi.



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