Dopo la defenestrazione ad opera del suo stesso partito, l’esponente repubblicano ha aperto Alfa Institute per dare una mano a vincere la sfida contro la Cina. In questo modo può realizzare anche il suo sogno di lavorare con Elon Musk
Kevin McCarthy è tornato. L’ex speaker della Camera era uscito di scena in malo modo, sfiduciato dal suo stesso Partito repubblicano, ma ha deciso di dare un contributo alla prossima amministrazione sebbene non sia stato chiamato a farne parte. “La nostra nazione si trova di fronte a un punto di svolta, con un nuovo tipo di corsa allo spazio tecnologico in corso”, ha scritto in una lettera in cui ha annunciato il lancio del suo istituto per la tecnologia e l’innovazione, definito “un acceleratore di idee e politiche”. Si chiama Alfa Institute, in onore a un vecchio progetto della Nasa realizzato durante la corsa allo spazio. Se il rivale di ieri era l’Unione Sovietica, oggi è rappresentato dalla Cina, ma la sfida non è meno complessa di un tempo. Motivo per cui McCarthy ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza.
Uno dei più grandi successi incassati nelle vesti di presidente della Camera era stata l’istituzione di un comitato a cui era stato affidato il compito di affrontare le minacce provenienti dalla Cina. A votarlo erano stati sia i Repubblicani sia i Democratici, in quello che è stato uno dei rari momenti di unità del Congresso. “Voglio che duri più a lungo di chi è [oggi] in maggioranza e non sarà mai, mai un comitato di parte”, aveva assicurato. Ora è pronto a dare seguito a quell’iniziativa, seppur dall’esterno dei palazzi del potere. “Crediamo che le nuove ed emergenti tecnologie siano essenziali per il mantenimento della leadership americana”, scrive nella comunicazione esprimendo le intenzioni del progetto. “Vogliamo incoraggiare il panorama normativo e legislativo necessario per lo sviluppo di queste tecnologie”. Per riuscirci, l’idea è di “riunire i migliori responsabili politici e gli innovatori attorno alle grandi sfide che la nostra nazione deve affrontare”, oltre che “formare la prossima generazione di promotori e leader affinché esercitino buonsenso e siano in grado di affrontare le prove più difficili”.
“I progressi nei settori come la produzione, la difesa, l’energia e l’intelligenza artificiale hanno tutti il potere di far progredire la nostra società”, si legge ancora nella lettera di presentazione. “Tuttavia, vedono anche nazioni concorrenti, come la Cina, che competono per assicurarsi la prossima scoperta”. Pertanto, se gli Stati Uniti vogliono rimanere “la prima forza mondiale per il bene, il nostro governo, il settore privato e i leader innovativi devono collaborare”. In questo modo, McCarthy potrà dar seguito alla sua attività di consulente per le aziende e, allo stesso tempo, dare un apporto alla politica nazionale.
L’ex speaker aveva già preannunciato le sue intenzioni in un’intervista ad Axios, che ieri ha rilanciato lo scoop del suo istituto. “Considero l’intelligenza artificiale un aspetto positivo”, aveva dichiarato al sito quasi un anno fa, poco prima di lasciare l’incarico alla Camera, sentendo il dovere di aiutare il governo di Washington a entrare in maggiore sintonia con il mondo delle start up della California.
In quell’intervista aveva aggiunto un particolare che oggi torna di grande interesse: “Adoro gli imprenditori”. Tra questi inseriva anche Elon Musk, nuovo capo del Department of Government Efficiency (Doge), con il quale avrebbe avuto il piacere di lavorare insieme. I due si sono conosciuti prima di ricoprire le posizioni di vertice, quando nel 2015 McCarthy aveva ottenuto il via libera al Commercial Space Launch Competitiveness Act, un aggiornamento apportato dall’allora governo guidato da Barack Obama per regolare l’uso commerciale dello spazio, permettendo alle aziende statunitensi di esplorarlo e di sfruttare le sue risorse naturali senza però affermare la sovranità americana.
Ora McCarthy potrebbe tornare utile a Musk e a Donald Trump, che non aveva mosso un dito quando i deputati repubblicani (compreso Matt Gaetz, che ha da poco rinunciato all’incarico di segretario alla Giustizia a causa dei suoi processi in corso) avevano deciso di defenestrarlo. Corsi e ricorsi storici hanno riportato l’ex speaker al centro della politica pur restandone fuori.