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Scenari post-elettorali 2024. Quale futuro per l’economia italiana (e non solo)

Le elezioni in Ue, Regno Unito e Usa, hanno avuto un impatto sull’evoluzione delle relazioni transatlantiche e delle politiche economiche di Italia, Bruxelles, Londra e Washington. Su questi sviluppi si è incentrato l’evento organizzato a Milano da The Smart Institute Think Tank in collaborazione con The Mill

Il 2024 è stato un anno caratterizzato da numerose elezioni nel mondo, ed in particolare, nell’ordine, da quelle per il rinnovo del Parlamento Ue e conseguentemente della Commissione Europea, dalle elezioni nel Regno Unito e da quelle negli Usa.

Gli accadimenti di questi ultimi giorni creano una forte attesa su quelle che potranno essere le conseguenze geo-economiche di queste elezioni.

A partire dalla Ue dove nei giorni scorsi il Parlamento Europeo ha votato la fiducia alla nuova Commissione di Ursula Von der Leyen, al suo secondo mandato.

Von der Leyen ha indicato come priorità di questa legislatura europea la competitività, sulla base dei tre pilastri indicati da Mario Draghi nel suo Rapporto: l’innovazione, la decarbonizzazione, seppur con la consapevolezza di dover accompagnare meglio persone e imprese nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal Ue, e aumento della sicurezza e riduzione delle dipendenze in primis energetiche.

L’ottica è quella del mantenimento e del rafforzamento delle relazioni con i principali partners, mantenendo e rafforzando al contempo la propria autonomia.

Sul versante Uk, sempre degli scorsi giorni sono alcune importanti posizioni assunte dal neo primo ministro Keir Starmer.

In primo luogo la decisione di nominare un nuovo negoziatore con il mandato di “resettare” le relazioni tra Regno Unito e Ue nella nuova situazione post Brexit, probabilmente facendo riferimento agli obiettivi in precedenza annunciati da Starmer di rafforzare le relazioni e di conseguire un nuovo accordo commerciale a suo dire migliore di quello conseguito da Boris Johnson.

Vi è poi stata la dichiarazione del neo primo ministro relativa all’importanza di continuare a fare prosperare la relazione speciale tra Regno Unito e Usa, con la neo-leader Conservative Kemi Badenoch che lo ha incalzato sulla necessità di riprendere i colloqui finalizzati a conseguire un accordo di libero scambio con Washington.

Infine, nel corso del recente summit del G20, l’incontro tra il leader cinese Xi Jinping e Starmer che ha affermato la volontà di favorire la cooperazione commerciale tra Regno Unito e Cina pur affrontando con onestà e franchezza le aree di disaccordo.

Non per ultimo il recente annuncio del neo-Presidente Usa Donald Trump, in attesa del suo insediamento alla Casa Bianca, in merito alla volontà di applicare dazi del 25% su tutti i prodotti importati dal Messico e dal Canada e di un ulteriore 10% dalla Cina, secondo la visione, già espressa nel corso della sua precedente amministrazione, che si propone di riequilibrare la bilancia commerciale americana con i principali partner commerciali.

È a partire da questi temi che si è svolto il Convegno, organizzato a Milano il 26 novembre da The Smart Institute Think Tank in collaborazione con The Mill, sul tema “2024 anno elettorale. Le prospettive per l’economia italiana dopo le elezioni in Ue, Uk e Usa”.

Nel corso del convegno, dopo l’introduzione di Pasquale Merella, Presidente di The Smart Institute, e di Roberto Cociancich, Presidente di The Mill, si è svolta la tavola rotonda tra Simone Crolla, Consigliere Delegato della Camera di Commercio Americana in Italia, e Steven Sprague, Presidente della Camera di Commercio Britannica in Italia, moderata da Laura Lamarra, giornalista e Ceo di Laurus Project.

Nel corso del convegno è stata presentata la terza edizione del Report annuale “Brexit Paper”, realizzato da Mario Angiolillo e Stefano Riela, entrambi senior fellow di The Smart Institute, che analizza lo stato delle relazioni economiche tra Italia e Regno Unito nel post-Brexit nel quadro dell’evoluzione delle relazioni con i principali partner dell’Ue, e, in questa edizione, con un focus sulle relazioni economico/commerciali tra Italia e Usa.

Numerosi gli spunti emersi. A partire dall’importanza che rivestono le relazioni economico/commerciali tra Italia e Usa con un’incidenza degli scambi commerciali in sostanziale crescita.

Rilevante anche la presenza di aziende italiane attive negli Usa mentre andrebbe favorita l’attrazione di investimenti diretti esteri americani in Italia.

Ancora intense, nonostante Brexit, le relazioni economico/commerciali tra Italia e Regno Unito.

Con i dati sul commercio di beni in valore che mostrano un incremento rispetto ai dati del 2015, ultimo anno pre referendum su Brexit, e con un incremento degli investimenti diretti esteri italiani nel Regno Unito, seppure in valore assoluto inferiori a quelli di partner europei quali Germania, Francia e Spagna.

La capacità di mantenere e sviluppare positivamente le relazioni tra i tre vertici dell’area transatlantica, Bruxelles, Washington e Londra, sarà essenziale per una prospettiva di crescita sullo scacchiere geo-economico, ma anche per stabilizzare il quadro geo-politico e superare le crisi attualmente in atto.

 

 

 

 

 

 



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