Potenziare la prevenzione, la diagnosi precoce e investire nelle tecnologie innovative la ricetta del ministro Orazio Schillaci per far fronte alla prima causa di morte in Italia. Chi c’era e cosa si è detto all’appuntamento “Le innovazioni nel trattamento delle malattie cardiovascolari”
“Prevenzione, diagnosi precoce e ricerca scientifica: sono questi i pilastri per affrontare la sfida delle malattie cardiovascolari e garantire la sostenibilità del nostro sistema sanitario. Prima causa di mortalità e disabilità permanente in Italia, le patologie cardiovascolari rappresentano una priorità di salute pubblica e una sfida globale che richiede un approccio innovativo e interdisciplinare”. Queste le parole del ministro della Salute Orazio Schillaci in occasione dell’appuntamento dedicato alle innovazioni nel trattamento delle malattie cardiovascolari, tenuto ieri presso la Camera dei deputati e moderato dall’editorialista Rcs Alessandro Vocalelli e organizzato dal Policlinico Tor Vergata.
SANITÀ PROATTIVA
“Nessun sistema universalistico come il nostro può essere a lungo sostenibile senza un’importante riduzione delle malattie croniche. Questo significa potenziare la prevenzione, la diagnosi precoce e investire nelle tecnologie innovative”, ha aggiunto Schillaci, sottolineando “l’importanza di una sanità proattiva, capace di ridurre il numero di futuri malati”. Se guardiamo al trend demografico, ha proseguito il ministro, “è evidente quanto sia essenziale promuovere un invecchiamento attivo e in buona salute. Per questo dobbiamo intensificare gli sforzi sulla prevenzione primaria, investendo in progetti che utilizzano dati avanzati e tecnologie innovative per identificare precocemente i fattori di rischio”. Questo si accompagna a una necessità cruciale: “Dobbiamo incentivare comportamenti corretti e sensibilizzare i cittadini sull’importanza di uno stile di vita sano”.
PREVENZIONE, INVESTIMENTO NECESSARIO
Il tema della prevenzione è stato ripreso da Paolo Trancassini, membro della commissione Bilancio della Camera, che ha evidenziato le difficoltà nell’investire in questo ambito: “Le proposte di prevenzione spesso si infrangono contro il muro del costo. Dobbiamo cambiare mentalità: le spese di prevenzione non sono costi, ma investimenti che generano risparmi nel medio e lungo periodo”. Un messaggio condiviso anche dal senatore Marco Silvestroni, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di fondi adeguati e sulla sinergia tra istituzioni: “Solo lavorando insieme, dal Parlamento al Governo, possiamo creare una sanità davvero a misura di cittadino”.
INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Ma altrettanto cruciale risulta il ruolo dell’innovazione tecnologica non solo per il trattamento delle malattie cardiovascolari, “ma per tutte le cronicità,” come ha sottolineato Isabella Mastrobuono, commissario straordinario del Policlinico Tor Vergata. “Dall’adozione di tecniche minimamente invasive all’integrazione della telemedicina e dei dispositivi wearable, la medicina di precisione sta trasformando la pratica clinica”, ha aggiunto il rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron. Anche il ministro Schillaci ha sottolineato i progressi nelle tecnologie diagnostiche e nei dispositivi medici: “I nuovi dispositivi consentono di controllare nel tempo i parametri dei pazienti, migliorando la qualità delle cure e prevenendo complicazioni”. Inoltre, ha citato il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale: “L’IA può migliorare e ottimizzare la diagnosi, ma è fondamentale ricordare che nessun algoritmo può sostituire il medico, che rimane il perno centrale del processo decisionale”.
DAL MINI AL MICRO
Al ministro ha fatto eco Augusto D’Onofrio, direttore dell’UOC Cardiochirurgia del Policlinico, che ha illustrato l’evoluzione storica delle tecniche chirurgiche, definendo lo stadio attuale come “una vera e propria rivoluzione”. “Gli interventi cardiochirurgici stanno passando dalla mini invasività alla micro invasività – ha aggiunto D’Onofrio – consentendo procedure come la sostituzione valvolare o la riparazione dell’arco aortico senza l’uso della circolazione extracorporea”.
DIGITAL HEALTH E TELEMEDICINA
Anche Andrea De Natale, esperto di elettrofisiologia ed elettrostimolazione, ha evidenziato il valore della digital health e in particolare della telemedicina, definendoli strumenti cruciali per affrontare le sfide della cardiologia globale. Ha inoltre sottolineato l’importanza della formazione per preparare i medici del futuro: “Dobbiamo guardare oltre i confini italiani ed europei, formando professionisti capaci di confrontarsi con le esigenze della cardiologia mondiale”.
IL CONTRIBUTO DI TOR VERGATA
Ma a fare la differenza è anche il ruolo delle strutture sanitarie. Come ha sottolineato Isabella Mastrobuono: “Solo un approccio integrato e interdisciplinare ci permetterà di migliorare i percorsi assistenziali e rispondere in modo efficace alle sfide future”, Approccio che Tor Vergata sembra aver sposato appieno, come racconta il ministro: “Sono direttrici su cui si muove il Policlinico Tor Vergata, testimoniando come un percorso virtuoso sia possibile, in linea con quanto indicato dal Programma nazionale esiti. Questo approccio, basato sull’interdisciplinarità, ha permesso di compiere progressi significativi”,
RICERCA E GIOVANI: UNA PRIORITÀ PER IL FUTURO
Il ministro Schillaci ha chiuso l’evento ribadendo il ruolo strategico della ricerca scientifica, ricordando il fondo da 150 milioni di euro per progetti di ricerca, con un’attenzione particolare ai giovani ricercatori under 40. “La ricerca è fondamentale per sviluppare nuove conoscenze e nuove tecnologie. Solo così potremo vincere la sfida di ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e non solo”.