Gli investimenti per la Difesa portano benefici sia sul piano della sicurezza nazionale che delle ricadute sociali. In un’interrogazione al Senato, Guido Crosetto ha difeso le spese sostenute per programmi come F-35 e Gcap, ribadendo però la necessità di aumentare gli investimenti complessivi nella Difesa
F-35 e Gcap rimangono due pilastri fondamentali per la sicurezza nazionale, ma rimane la necessità di aumentare la spesa militare. A ribadirlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che, durante un’interrogazione parlamentare al Senato, ha fatto il punto sullo stato delle Forze armate e dei loro equipaggiamenti. Riguardo al recente acquisto di ulteriori caccia multiruolo di quinta generazione per Marina e Aeronautica, Crosetto ha evidenziato come la partecipazione italiana al programma F-35, decisa oltre trent’anni fa, abbia portato benefici occupazionali e difensivi al Paese. Nelle parole del ministro: “Il polo tecnologico trivalente regionale europeo di Cameri è ormai da tempo un esempio concreto e anche unico nel mondo, che quasi tutti i Paesi europei invidiano, delle ricadute del programma F-35; è uno dei tre soli stabilimenti nel mondo in grado di assemblare un aereo di questo tipo e l’unico presente in Europa”. Come puntualizzato dal ministro, “quel’investimento ha avuto ricadute ulteriori che vanno al di là della valenza per la Difesa” e ad oggi l’F-35 non ha solo costituito “uno strumento di deterrenza unico al mondo”, ma ha anche garantito “una ricaduta sociale significativa” in termine di posti di lavoro.
Sul Gcap, Crosetto non ha dubbi che il programma anglo-italo-nipponico abbia “prospettive di crescita” più incoraggianti rispetto all’Fcas, teoricamente frutto di una collaborazione franco-tedesca-spagnola ma che rischia concretamente di non vedere mai la luce. Sul Gcap, definito dal ministro “un programma ambizioso e importante sia dal punto di vista economico che tecnologico” e “un salto che guarda in avanti”, il ministro ha posto l’attenzione sul significato dell’interesse dall’Arabia Saudita a entrare nel programma, affermando che “il fatto che anche altri Paesi vogliano associarsi è indice della fiducia che questo programma sta ispirando nel mondo”. “La nostra partecipazione ci porterà ad accedere a una élite tecnologica di assoluta eccellenza nel mondo”, ha poi affermato Crosetto, difendendo la decisione (anch’essa risalente al passato) di aderire al programma trilaterale.
Da ultimo, il ministro ha nuovamente ribadito l’insufficienza dei fondi destinati alla Difesa, che rischia di pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil investito nelle spese militari entro il 2028. Associandosi alle preoccupazioni espresse dal capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Luciano Portolano, nella commissione Affari esteri e Difesa del Senato, riguardo al sottofinanziamento dello strumento militare, Crosetto ha dichiarato: “Probabilmente non ci si è resi conto della gravità dei tempi in cui viviamo e della necessità di aumentare gli investimenti nella Difesa”.