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Verso un futuro spaziale sicuro. Firenze ospita il vertice internazionale del CSpO

La Combined Space Operations Initiative è un’iniziativa internazionale nata nel 2014 per potenziare la cooperazione tra Paesi alleati nel settore spaziale, con l’obiettivo di garantire un ambiente sicuro, stabile e sostenibile nello spazio. Riunitisi a Firenze per il decimo anniversario, i rappresentanti di 11 nazioni hanno ribadito l’importanza del rispetto del quadro legale vigente, la prevenzione di minacce emergenti e la promozione della collaborazione per ridurre i detriti spaziali

I servizi spaziali sono parte integrante della vita quotidiana in tutto il mondo e la loro tutela e protezione è una priorità che coinvolge tutti. È questa la ratio dietro alla Combined Space Operations Initiative (CSpO), l’iniziativa internazionale ha come obiettivo il potenziamento dell’interoperabilità tra alleati in capacità-chiave come la space domain awareness, il supporto dalle orbite alle forze operative di terra, mare e aria, la gestione di lanci e rientri e delle operazioni nello spazio. In occasione del decimo anniversario del CSpO, la riunione del consesso internazionale si è tenuto nei giorni scorsi a Firenze. I rappresentanti di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti. In particolare la riunione ha ribadito l’importanza dell’uso responsabile dello spazio, discusso le minacce esistenti ed emergenti ai sistemi spaziali e identificato ulteriori opportunità di collaborazione e cooperazione.

Come ribadito dalla riunione, il CSpO ha condiviso tra i Paesi membri le prospettive sulle minacce attuali e future alla libertà di accesso e utilizzo dello spazio. Come sottolineato dalla riunione, le economie mondiali, la ricerca e lo sviluppo, le attività sociali, i trasporti e i servizi di emergenza beneficiano dei continui progressi tecnologici nello spazio e dallo spazio. Per questo l’obiettivo del CSpO è mantenere un ambiente spaziale pacifico, sicuro, stabile, protetto e sostenibile, e a rispettare il quadro legale vigente. Ciò include il Trattato sullo spazio esterno (Outer space treaty) ampiamente accettato e gli obblighi di non posizionare in orbita terrestre oggetti che trasportano armi nucleari o di distruzione di massa, di non installare tali armi sui corpi celesti o di stazionarle nello spazio in qualsiasi altro modo.

La riunione ha inoltre discusso l’importanza del dialogo e della cooperazione internazionale per promuovere operazioni sicure e responsabili nello spazio, ridurre il rischio di incomprensioni e perseguire attività in modi che minimizzino la creazione di detriti spaziali. È stato riaffaermato l’impegno a sostenere gli sforzi multilaterali, anche presso le Nazioni Unite, per promuovere la cooperazione internazionale, la trasparenza, misure di fiducia e verifica e norme di comportamento responsabile, garantendo sicurezza e protezione nello spazio per tutte le nazioni.

Il progetto CSpO venne lanciato nel 2014 dall’allora comandante dello Us Space command (Usspacecom), il generale John “Jay” Raymond (che nel 2019 sarebbe diventato il primo comandante della Us Space force), e riunì in un primo momento la comunità di Paesi di lingua inglese: oltre agli Usa, il Regno Unito, il Canada e l’Australia. Nel 2015 aderì anche la Nuova Zelanda, ma il vero passo decisivo fu l’apertura nel 2020 a Francia e Germania, allargando la partecipazione al di là dei confini dell’anglosfera. L’adesione dell’Italia, accompagnata anche da quella del Giappone, venne formalizzata nel corso di un incontro dei Paesi CSpO a Berlino praticamente un anno esatto fa, nel dicembre del 2023. Per l’Italia entrare nello CSpO fu la rappresentazione dell’ambizione del Paese di voler stare insieme ai grandi player della Difesa spaziale. Condividere risorse e migliorare la cooperazione tra alleati è fondamentale per il nostro Paese, ed essere inseriti in un framework di sicurezza come il CSpO è un passaggio irrinunciabile.


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