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In Europa aumentano le malattie zoonotiche. L’allarme delle agenzie europee

Pubblicato il One health zoonoses report 2023 di Efsa e Ecdc. In aumento i casi di zoonosi nell’Unione europea. Cruciale un approccio integrato one health per affrontare le crescenti minacce sanitarie

Le zoonosi, malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, sono in aumento in Europa. A rivelarlo è il One health zoonoses report 2023 pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Il documento evidenzia come i casi di zoonosi siano cresciuti rispetto al 2022, con campilobatteriosi e salmonellosi che si confermano le due malattie zoonotiche più diffuse nell’Unione europea. Nonostante si registri un lieve calo nelle malattie veicolate da alimenti, un dato preoccupante riguarda la listeriosi, che ha raggiunto nel 2023 il numero più alto di casi segnalati dal 2007, con 2.952 infezioni umane. La malattia, spesso legata al consumo di alimenti pronti al consumo contaminati, rappresenta una minaccia particolarmente grave per la popolazione anziana e i soggetti con malattie croniche.

IL SISTEMA EUROPEO DI SORVEGLIANZA

La raccolta dei dati sulle zoonosi nell’Unione europea avviene attraverso un sistema strutturato che coinvolge Stati membri, autorità sanitarie e laboratori. Nel 2023, le attività di monitoraggio e sorveglianza sono state condotte in 27 Stati membri, nel Regno Unito (Irlanda del Nord) e in 10 Paesi non-Ue. Ogni Paese è tenuto a segnalare casi di malattie zoonotiche nei settori umano, animale e alimentare, utilizzando protocolli standardizzati per garantire l’uniformità delle informazioni. I dati vengono successivamente centralizzati da Efsa ed Ecdc. Questo processo consente di identificare i principali agenti patogeni, monitorarne l’evoluzione e rilevare eventuali focolai. Su questo vengono in aiuto le nuove tecnologie: “Strumenti di sorveglianza avanzati, come il sequenziamento genomico completo, si rivelano fondamentali per individuare e controllare i focolai in modo più efficace”, ha dichiarato Frank Verdonck, responsabile dell’unità Pericoli biologici, salute e benessere animale di Efsa.

LA SITUAZIONE NEL NOSTRO PAESE…

In Italia, la salmonellosi si conferma la zoonosi più diffusa, con oltre 3.333 casi segnalati nel 2023. Subito dopo, la campilobatteriosi registra un incremento significativo, passando dai 1.539 casi del 2022 ai 2.363 del 2023, invertendo un trend relativamente stabile degli anni precedenti. L’Italia rappresenta un’eccezione nel panorama europeo, registrando nel 2023 una riduzione significativa dei casi di listeriosi rispetto ad altri Paesi. Questo apparente calo è però legato all’elevato numero di casi segnalati nel 2022, dovuto a grandi focolai di origine alimentare verificatisi quell’anno.

…E IN EUROPA

Oltre alla listeriosi, anche le infezioni da virus del Nilo occidentale (West Nile virus) si sono rivelate tra le malattie zoonotiche più gravi nel 2023. Queste patologie hanno registrato le percentuali più alte di ricoveri ospedalieri tra i casi segnalati e i tassi di mortalità più elevati. La gravità di queste infezioni sottolinea la necessità di un monitoraggio costante e di interventi mirati per ridurre l’esposizione ai vettori, come le zanzare, che sono i principali responsabili della trasmissione del virus. Ma è anche cruciale un’attenzione ai cambiamenti climatici, che si sono rivelati un fattore determinante nell’aumento del rischio di circolazione del virus del Nilo occidentale in Europa, favorendo la proliferazione dei vettori e creando condizioni ambientali più favorevoli alla trasmissione.

LA NECESSITÀ DI UN APPROCCIO ONE HEALTH

Circa il 60% delle malattie infettive conosciute nell’uomo ha origine animale e, dato forse più allarmante, il 75% delle nuove malattie infettive è di tipo zoonotico. Questo fenomeno riflette il complesso intreccio tra salute umana, animale e ambientale, in un contesto sempre più influenzato da fattori come la globalizzazione, l’intensificazione delle attività agrozootecniche e il cambiamento climatico. “Adottando un approccio integrato one health, possiamo prevenire meglio la diffusione di queste malattie e proteggere la salute delle persone,” ha affermato Celine Gossner, a capo della divisione Malattie emergenti, alimentari e trasmesse da vettori di Ecdc. L’approccio one health, che riconosce questo intreccio, si conferma una strategia indispensabile per affrontare minacce sanitarie complesse e in continua evoluzione. La pandemia di Covid-19 e il recente aumento dei casi di Mpox (noto in passato come vaiolo delle scimmie) hanno dimostrato come risposte tardive possano amplificare i costi umani, sociali ed economici.


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