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Chi chiami se vuoi parlare con l’Europa? Politico incorona Giorgia Meloni

Al presidente del Consiglio italiano la palma della persona più potente d’Europa. “L’incapacità dei politici convenzionali di contrastare una narrazione ultranazionalista sempre più popolare e la loro disponibilità a collaborare con Meloni sulla scena europea, consentono al primo ministro italiano di essere un uomo forte in grado di esercitare un potere enorme in un momento in cui il continente manca di potenti centristi in grado di affrontarla”

Chi chiami se vuoi parlare con l’Europa? Se sei Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il numero da chiamare è quello di Giorgia Meloni.

Lo scrive Politico decretando il premier italiano vincitore della speciale classifica 2025 come la persona più potente d’Europa. Un riconoscimento inimmaginabile solo due anni fa quando, all’indomani della vittoria alle elezioni politiche, la vulgata sui media europei era diretta verso il rischio Italexit e il possibile arrivo della troika. Invece in 26 mesi la leader di Fratelli d’Italia, prima donna premier nella storia dello stivale, ha costruito una credibilità internazionale oggettiva.

Secondo Politico in meno di un decennio, la leader di FdI “è passata dall’essere liquidata come una pazza ultranazionalista all’essere eletta primo ministro d’Italia, affermandosi come una figura con cui Bruxelles, e ora Washington, possono fare affari”. E ricostruisce la reazione dei leader dell’Unione Europea da quel settembre 2022 ad oggi: Bruxelles, spiega Politico nelle motivazioni del premio, è passata dall’indifferenza all’approvazione, con molti che hanno accettato Meloni come la rappresentante gradita dello zeitgeist sempre più radicale che sta sbocciando su entrambe le sponde dell’Atlantico.

“L’incapacità dei politici convenzionali di contrastare una narrazione ultranazionalista sempre più popolare e la loro disponibilità a collaborare con Meloni sulla scena europea, consentono al primo ministro italiano 47enne (che insiste nell’usare la forma maschile del suo titolo formale, Il Presidente del Consiglio) di essere un uomo forte in grado di esercitare un potere enorme in un momento in cui il continente manca di potenti centristi in grado di affrontarla”.

Il punto focale dell’esperienza di Meloni al governo, prosegue Politico, è stato nella capacità del premier di consolidare il suo governo come uno dei più stabili mai esistiti nell’Italia del dopoguerra. Tutto ciò nonostante la nota zavorra italica, costituita da un debito pubblico elevatissimo, che però non ha scoraggiato gli investitori internazionali che hanno scommesso su Roma e sul suo governo caratterizzato da una maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, certamente più stabile di altri continentali che nelle ultime settimane stanno attraversando momenti altamente complessi.

Nel mezzo il lavorìo sotto traccia fatto dal premier su molteplici dossier strategici, come la posizione sulla guerra in Ucraina, le relazioni con Viktor Orban, la disponibilità a essere parte attiva in tematiche che, anche grazie a questa postura, sono oggi all’ordine del giorno della commissione europea come l’immigrazione (si pensi ai viaggi “strutturati” con Von der Leyen e Rutte in Egitto o Tunisia).

Per questa ragione Politico sottolinea che i venti politici stanno gonfiando le vele di Meloni: “Con i tradizionali potenti di Parigi e Berlino praticamente fuori gioco, il primo ministro italiano sta beneficiando di un vuoto di potere che le lascia spazio per portare avanti le sue politiche”.


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