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La cerniera, quella spinta gentile che può cambiare il nostro comportamento

“La Cerniera – La spinta gentile al servizio della sostenibilità”, di Irene Ivoi, Pacini Editore, è un volume che attraverso concetti accessibili a tutti offre una visione chiara di come possiamo agire per migliorare il nostro impatto sull’ambiente e la società. La recensione di Saturno Illomei

Il segreto sta tutto in una parola inglese, nudge, che in italiano possiamo tradurre con “spinta gentile”. Ossia “piccoli accorgimenti che possono aiutare a rendere più probabile un comportamento desiderato da parte delle persone”. Il concetto di nudging ha trovato la sua applicazione più completa nel lavoro di Richard Thaler, premio Nobel per l’Economia nel 2017 per i suoi studi sull’economia comportamentale, perché i suoi “contributi hanno creato un ponte tra le analisi economiche e psicologiche del processo individuale decisionale”.

Questo nuovo modo “comportamentale” di porsi nei confronti della realtà che ci circonda ha influenzato cittadini e decisori pubblici nelle scelte di politiche orientate al bene comune. E nelle scelte individuali di tutti i giorni. È il tema che affronta il libro “La Cerniera – La spinta gentile al servizio della sostenibilità” (Pacini Editore), l’ultimo lavoro di Irene Ivoi, ricercatrice e comunicatrice per la sostenibilità, da sempre “persuasa che un cittadino convinto sia molto più interessante di uno obbligato”.

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A parte qualche isolato buontempone o qualche politico prevenuto o peggio coinvolto, tutti ormai, comunità scientifica in primis e sondaggi alla mano, sono consapevoli che l’umanità stia vivendo un grande sconvolgimento dovuto al cambiamento climatico in atto. Istituzioni sovranazionali, come Nazioni Unite e Unione europea, hanno mobilitato risorse e investimenti per contrastare questa emergenza. Eppure sembra sempre che qualcosa si inceppi e non si riesca a prendere decisioni drastiche tali da dare una svolta decisiva alle azioni da mettere in campo. Come è avvenuto all’ultima Cop29 a Baku, in Azerbaigian, lo scorso novembre.

Ci stiamo avvicinando a grandi passi a quel 2030, anno entro il quale le Nazioni Unite hanno affidato la realizzazione di precisi obiettivi per uno sviluppo economico sostenibile, la protezione dell’ambiente e il benessere di tutte le persone. L’Europa, con il Green Deal, prevede di diventare il primo continente a impatto zero entro il 2050. Nel frattempo, il bollettino climatico di Copernicus conferma quello che tutti sapevamo, e cioè che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. Occorre fare qualcosa, partendo da piccoli gesti quotidiani e le tecniche di nudging possono aiutare a “realizzare una vera e propria rivoluzione nel modo in cui possiamo promuovere il benessere collettivo”.

Se i nostri gesti e i nostri comportamenti, scrive l’autrice nell’introduzione, saranno di attenzione e di cura verso le risorse disponibili e verso l’intero patrimonio materiale che possediamo o usiamo, noi saremo cittadini migliori. E “La cerniera” serve proprio ad “accorciare la distanza tra desiderio e azione e farci vivere in un mondo più degno e rispettoso di noi umani”. Come dimostrano le “nove storie” presentate all’inizio del libro che provano come sia possibile cambiare comportamenti e abitudini senza usare divieti o obblighi, ma sapendo “interpretare il contesto il cui gli attori si muovevano per orientare i comportamenti desiderati utilizzando tecniche ispirate alla spinta gentile”.

L’obiettivo di un nudge è sempre un comportamento, seppur inserito nella cornice di una finalità più generale alla quale contribuiscono i singoli comportamenti. Come per la sostenibilità. E l’economia circolare, che “auspica un modo di produrre e consumare in grado di ridurre materiali utilizzati, prevenire sprechi, reimpiegare scarti, condividere beni, curarli e mantenerli, donarli e rivenderli, conferirli in raccolta differenziata a fine vita”. Questo aiuta a importare meno materie prima e recuperare dai “giacimenti urbani” ciò che ci serve, dando una mano anche a ridurre le nostre emissioni di CO2.

La buona notizia, ricorda Irene Ivoi, è che noi vogliamo questo cambiamento. Uno studio pubblicato all’inizio di quest’anno dice che le vendite di prodotti rispettosi dell’ambiente sono pari al 34%, a fronte di un 68% di persone che dichiaravano di poter spendere di più per essi. Un divario dove il ruolo della “spinta gentile” diventa una cerniera per “ridurre la distanza tra volere ed essere e rendere le scelte più desiderabili: comode, possibilmente vantaggiose e accessibili”. Passare, cioè, dalle intenzioni alle azioni.

Quattro le aree prese in esame per attuare questa transizione: rifiuti, energia, trasporti e acqua. Ce ne potrebbero essere altre, suggerisce l’autrice, come il turismo e l’overtourism; i libri e la povertà culturale; o un Paese, il nostro, costituito da vecchi ma non ancora per vecchi, anziani attivi “disponibili e interessati a svolgere ruoli socialmente utili e apprezzabili, mettendo a disposizione saperi e tempo”.

Quando parliamo di rifiuti e di buoni comportamenti parliamo soprattutto di rifiuti urbani e della loro raccolta differenziata. Una raccolta finalizzata al riciclo, i cui obiettivi sono diventati sempre più sfidanti. Azioni che coinvolgono il cittadino consumatore e che rispondono ad un modello basato sulle “9 Erre”: Rifiutare i nuovi acquisti; Ripensare i propri comportamenti; Ridurre i consumi; Retain, ossia mantenere in vita il più possibile; Riusare e condividere; Riparare; Ripristinare; Riciclare; Ritornare e quindi usare più materie prime seconde.

Uno studio di Italy for Climate ci dice che in Italia gli edifici sono il primo settore per consumi energetici, quasi il 45% dei totali. Dopo l’aumento dei prezzi esploso nel 2022 a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli italiani hanno adottato comportamenti più sobri. Ma la bolletta rimane ancora per molti un arcano, difficile da leggere per il 30% degli utenti. Il risparmio nel consumare energia diventa anche una questione di informazione da parte distributore verso i propri clienti. E di educazione nelle scuole e in famiglia, non solo a parole ma attraverso i comportamenti di tutti i giorni.

Il settore dei trasporti, in Italia, contribuisce per un terzo alle emissioni di CO2 in atmosfera. Le cause vanno ricercate nell’uso intensivo dell’auto per gli spostamenti, in un parco macchine tra il più popoloso d’Europa e nel trasporto delle merci, quasi esclusivamente su gomma. Una mobilità sostenibile, secondo Ispra, “è il principio che è alla base di un trasporto ideale, di persone e di merci, che pur soddisfacendo le esigenze di spostamento e movimentazione, non genera esternalità negative e concorre a garantire una buona qualità della vita”. Tra le misure più efficienti ed efficaci vanno ricordate l’introduzione di un pedaggio per circolare in città e la creazione di strade pedonali e piste ciclabili.

Secondo le Nazioni Unite, nel 2025, due terzi della popolazione mondiale abiterà in regioni con scarsità d’acqua. L’Italia non rientra tra queste, anche se i periodi di siccità sono passati in media da 40 a oltre 150 l’anno. Soffriamo, però, di carenze nelle infrastrutture, a partire dall’immagazzinamento e dalla dispersione nelle reti di distribuzione: dei 34 miliardi di metri cubi ne arrivano a destinazione soltanto poco più di 26 miliardi. “Siamo ricchi di acqua ma poveri di infrastrutture idriche”. Serve “una strategia di adattamento climatico con regole per tutti gli utilizzatori nel risparmio di ricorsa”. A partire dall’agricoltura e dall’industria. Ma anche dai nostri comportamenti quotidiani, in casa e in ufficio, nel pubblico e nel privato. E nell’ambito della sostenibilità ne abbiamo enorme bisogno.

“La Cerniera” aiuta a comprendere le ragioni per immaginare e compiere facilmente le scelte migliori. Attraverso concetti accessibili a tutti e offrendo una visione chiara di come possiamo agire per migliorare il nostro impatto sull’ambiente e la società, e a riflettere sul nostro ruolo nel mondo e su quanto i nostri comportamenti possano fare la differenza.


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