“Non solo il nuovo Parlamento, ma anche questa commissione e questo consiglio europeo hanno un marchio di centrodestra che favorirà una maggiore spinta alla competitività e una minore virata ideologica, così come è accaduto nel passato”, dice a Formiche.net da Varsavia Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei Conservatori di Ecr
Da un lato il blocco ideologico che ha guidato scelte amministrative del recente passato, come il green deal nell’automotive. Dall’altro la spiccata propensione di centrodestra (con lo schema italiano) delle nuove istituzioni europee che sarà propellente verso soluzioni pragmatiche. Questa la traccia della due giorni di studi che il gruppo Ecr al Parlamento Europeo ha organizzato a Varsavia, alla presenza dei vertici dei conservatori (gli italiani Fidanza, Procaccini, Sberna, Cavedagna, assente Giordano impegnato negl Usa) che hanno anche incontrato il Presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda. Numerosi gli interventi in panel specifici, tra cui quello dell’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, che tra qualche giorno sarà a Roma ospite della kermesse di Atreju.
Tra agricoltura e immigrazione
Primo tema affrontato a Varsavia quello legato all’agricoltura, ambito dove secondo Ecr si vedono gli effetti del green deal. Secondo il capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles Carlo Fidanza l’accordo Ue-Mercosur è ancora troppo sbilanciato a sfavore dell’agricoltura, che ancora una volta rischia di pagare un prezzo troppo alto negli accordi di libero scambio. “Senza un cambiamento radicale della linea sulle follie verdi che hanno colpito i nostri agricoltori e senza certezza di compensazioni adeguate, oggi non ci sono le condizioni. per approvarlo La transizione verde non può essere basata soltanto sull’elettrico, anche perché l’ Ue non controlla nulla di questa tecnologia Continueremo a batterci in Ue per la neutralità tecnologica e per un mix energetico rispettoso delle specificità nazionali, che comprende biocarburanti e nucleari”.
Non solo terra, ma anche l’acqua è particolarmente attenzionata per via del Consiglio Europeo dell’Agricoltura e della Pesca a Bruxelles, dove il governo italiano è riuscito ad ottenere che il prossimo anno non ci sarà alcuna riduzione dei giorni di pesca per le flotte a strascico. La conferma arriva dall’eurodeputata di Fratelli d’Italia Elena Donazzan, vicepresidente della commissione Industria all’Eurocamera, secondo cui l’Italia a Bruxelles “gioca sempre più un ruolo da protagonista vincono le scelte ponderate e non dettate dal furore ideologico i pescatori possono guardare al futuro con maggiore fiducia e stabilità”.
Stato di diritto e famiglia
A Varsavia si è parlato anche di stato di diritto e la libertà di espressione, su cui Ecr ha espresso una posizione precisa. “Troppe volte viene usato il pretesto di presunte violazioni di diritti per mettere sotto processo politico i governi legittimamente eletti d’Europa”, ha osservato l’eurodeputato di FdI- Ecr Stefano Cavedagna, secondo cui è una “limitazione inaccettabile della sovranità nazionale”, e “vengono usati due pesi e due misure: mentre viene attaccato l’accordo Italia-Albania, in Spagna la sinistra di Sanchez governa con ex terroristi e nessuno dice nulla”. Inoltre il tema del modello sociale della famiglia è stato affrontato dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna insieme con l’eurodeputata di FdI Chiara Gemma.
La nuova via italiana in Ue
“Non solo il nuovo Parlamento, ma anche questa commissione e questo consiglio europeo hanno un marchio di centrodestra che favorirà una maggiore spinta alla competitività e una minore virata ideologica, così come è accaduto nel passato. Sono certo che con queste premesse sarà più agevole affrontare i dossier che sono sui tavoli dell’Ue”, dice a Formiche.net da Varsavia Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei Conservatori di Ecr.
Cosa rappresentano le giornate di studio di Ecr nella nuova via italiana in Europa? “Naturalmente rappresentano un punto di partenza e un punto d’arrivo – osserva – un punto d’arrivo perché si sono conclusi i sei mesi dalla partenza della legislatura, un passo di tempo che ha in qalche maniera consacrato il nostro gruppo politico, non solo cresciuto in termini numerici ma soprattutto cresciuto in termini di influenza politica”. Adesso, aggiunge, Ecr esprime un vicepresidente della Commissione e un vicepresidente del Parlamento, oltre a tre presidenze di Commissioni e per la prima volta un conservatore si trova in un ruolo apicale della Commissione europea. “Significa che la nomina di Raffaele Fitto è la certificazione dell’impegno di Ecr e dell’Italia. In questo modo sarà possibile poter esercitare una influenza politica provando a far condividere le nostre priorità agli altri gruppi parlamentari in maniera tale da avere una maggioranza in aula”.
Il caso automotive
Come raddrizzare le politiche verdi impostate dalla dottrina Timmersman? Possibile cambiare la fatidica data del 2035? Secondo Procaccini una delle priorità è proprio cercare di correggere, “per quanto possibile, il disastro della precedente legislatura”. Una legislatura che si è caratterizzata per il Green Deal, “i cui frutti avvelenati stanno arrivando a maturazione proprio adesso e nei prossimi anni, uno di questi frutti è per l’appunto il bando dei motori termici”
Si potrà evitare questo bando? “Onestamente non lo so dire. Noi ci proveremo, ma chi sarà decisivo è il Partito Popolare europeo che nella scorsa legislatura ha votato a favore di questa follia e ci auguriamo che invece in questa legislatura sia disponibile a rivedere con noi una diversa tempistica non soltanto non solo per quanto riguarda il bando del 2035, ma anche per le multe alle case automobilistiche che arriveranno già al prossimo gennaio e che sono devastanti perché significa costringere le case automobilistiche a fuggire dall’Europa. Il primo caso si è già verificato, perché Volkswagen ho letto che anrà a produrre in Messico proprio per sfuggire a questo scenario”.
Al lavoro per più competitività
Come rimettere in moto l’industria europea, dunque? “C’è da dire che fortunatamente la parola competitività è la parola chiave di questa legislatura. Dopodiché passare dalle parole ai fatti non è semplice e lo vedremo col tempo. Io sono piuttosto convinto che questo Parlamento europeo ma anche questa Commissione e questo Consiglio abbiano un imprinting di centrodestra e ciò favorirà un approccio più ragionevole rispetto alle politiche ambientali e rappresenterà inoltre una spinta alla competitività, che poi naturalmente dovrà concretizzarsi”.
Secondo l’eurodeputato italiano si otrebbe immaginare che la mossa più semplice da fare sia stanziare più fondi per la competitività. “Per carità, siamo d’accordo, ma a patto che non serva solo a dare un senso alle politiche green della scorsa legislatura. In quel caso sarebbe come quel principio economico folle per cui si pagano le persone per scavare le buche e per riempire le buche che sono state scavate. Cioè solo un circolo vizioso che naturalmente così non si interrompe mai”.