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Il Mar Baltico sotto sorveglianza. La Germania testa il BlueWhale

La Marina tedesca testa il drone subacqueo BlueWhale, un veicolo senza equipaggio progettato per la guerra antisommergibile e la sorveglianza marittima, in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche nel Mar Baltico

La Marina tedesca ha recentemente condotto un test di due settimane nel Mar Baltico per valutare le potenzialità del drone subacqueo BlueWhale, destinato a diventare parte di una futura flotta di veicoli senza equipaggio per la guerra antisommergibile. Questo esperimento rappresenta un passo significativo nella strategia denominata “Marine 2035+”, la quale punta a integrare rapidamente tecnologie unmanned nelle operazioni navali.

Prodotto da Israel Aerospace Industries (Iai), il BlueWhale è un grande veicolo subacqueo senza equipaggio, con un peso di 5,5 tonnellate, una lunghezza di quasi 11 metri e un diametro di oltre un metro. Equipaggiato con telecamere avanzate e sensori attivi e passivi, il drone è in grado di individuare sottomarini, navi di superficie e mine marine senza emettere segnali che possano rivelarne la presenza ad attori ostili. Questa capacità, che come notano alcuni militari tedeschi è stata fino ad ora impiegata solamente da sistemi sottomarini con equipaggio, rappresenta un’importante novità nella sorveglianza marittima.

Il test è stato effettuato nel Mar Baltico, ad oggi uno spazio marittimo critico dove le tensioni geopolitiche sono palpabili. Navi della Nato, della Russia e della Cina navigano abitualmente queste acque poco profonde, al di sotto delle quali si trovano cavi di comunicazione e condutture energetiche vitali per la regione. In questo scenario, la capacità di monitorare le infrastrutture subacquee e di contrastare potenziali minacce rappresenta una priorità strategica per la Germania e l’Alleanza Atlantica.

Durante il test, la Marina di Berlino ha collaborato con Atlas Elektronik, specialista tedesco di sistemi navali, per verificare l’integrazione del BlueWhale nelle reti operative. Dror Bar, vicepresidente di Iai e amministratore delegato della sussidiaria Elta Systems, ha riferito che sono state utilizzate interfacce sviluppate in precedenti esercitazioni Nato come Repmus e Dynamic Messenger. Queste collaborazioni dimostrano il crescente interesse delle nazioni della Nato verso droni subacquei e di superficie, considerati strumenti strategici complementari alle forze navali tradizionali.

L’adozione di droni come il BlueWhale è simbolo di una trasformazione nelle tattiche di guerra navale. I veicoli autonomi non presidiati sono visti come sensori ideali per monitorare le infrastrutture critiche sottomarine, respingere navi da guerra nemiche e potenziare le capacità di sorveglianza. La Marina tedesca punta a integrare rapidamente questi droni nelle sue operazioni, contribuendo a ridefinire il panorama della guerra marittima nei prossimi decenni. Questi sviluppi sottolineano la crescente importanza delle tecnologie autonome nella difesa navale, in un contesto geopolitico sempre più complesso e competitivo.


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