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Confine con l’India. Il Pentagono smaschera la Cina

Nel report del Pentagono sul potere militare cinese c’è anche un passaggio su come Pechino non stia rispettando i patti raggiunti con New Delhi per la distensione lungo il confine conteso. Ecco perché

“L’obiettivo principale del Western Theatre Command (Wtc) è quello di proteggere il confine della Repubblica Popolare Cinese (Prc) con l’India. Negli ultimi anni, le diverse percezioni tra l’India e la Prc riguardo alle demarcazioni di confine hanno facilitato molteplici scontri, accumuli di forze e costruzione di infrastrutture militari”, così contestualizza il rapporto del 2024 al Congresso degli Stati Uniti sugli sviluppi militari e di sicurezza che coinvolgono la Cina, riferendosi agli sviluppi lungo la LAC, la linea di controllo reale che divide le due potenze asiatiche e cerca di gestire una contesa potenzialmente atomica. Il report statunitense è un appuntamento annuale che generale particolare attenzione, per questo quando parla dello “stallo”, riferendosi al violento scontro a Galwan nel giugno 2020, e delle sue evoluzioni, va seguito. Il rapporto afferma che il PLA “non ha modificato le sue posizioni o il numero di truppe dallo scontro del 2020 e ha costruito infrastrutture e strutture di supporto per mantenere più schieramenti di brigata lungo il LAC”. Questi impegni coincidono con un’escalation significativa e sostenuta nelle infrastrutture militari per sostenere una presenza a lungo termine sul LAC”, e disattendono un processo processo disinnesco delle tensioni che a ottobre sembrava potersi avviare dopo l’incontro tra i leader Narendra Modi e Xi Jinping — un faccia a faccia che mancava da anni, proprio a causa dei fatti al confine.

Un’escalation strategica sulla LAC

Dopo lo scontro violento nella valle di Galwan nel giugno 2020, la Cina non ha ridotto né il numero delle truppe né le infrastrutture militari nella regione, secondo il report. Anzi, la presenza cinese è stata rafforzata con la costruzione di strutture di supporto in grado di mantenere schieramenti di brigate multiple lungo la LAC, sottolineando una strategia di presenza prolungata.

Questa dinamica si inserisce in un contesto più ampio di escalation sostenuta: dal 2020, il Pla ha intensificato le sue azioni coercitive nella regione indo-pacifica, sia terreste che marittima, e ha accelerato lo sviluppo di capacità e strategie per prepararsi a potenziali conflitti contro “nemici forti”. Tra queste capacità figurano esercitazioni su larga scala e un addestramento sempre più sofisticato delle unità combinate, che integrano fanteria, artiglieria, corazzati e forze speciali.

Un confine sotto pressione

Il confine tra India e Cina, che copre oltre 3.440 chilometri e attraversa aree come il Ladakh e l’Arunachal Pradesh, è stato a lungo oggetto di dispute territoriali. Sebbene dal 1998 la Cina abbia risolto 11 controversie territoriali con sei paesi confinanti, negli ultimi dieci anni ha adottato un approccio più assertivo e coercitivo, soprattutto lungo il LAC. Il rapporto osserva come la Cina abbia impiegato la costruzione di infrastrutture – strade, postazioni militari e basi logistiche – non solo per scopi difensivi, ma anche per mantenere pressione su aree contese.

Nel novembre 2023, è stato raggiunto un accordo tra India e Cina per la riduzione delle tensioni nei punti di frizione di Demchok e Depsang, riportando alcune aree al loro status quo pre-aprile 2020. Tuttavia, la situazione lungo la LAC resta altamente instabile, complice la visione strategica della Cina che considera il Comando del Teatro Occidentale una priorità nella gestione delle controversie territoriali con l’India.

Una previsione che si realizza: il comportamento cinese lungo la LAC

Come anticipava Vas Shenoy, Chief Representative delle India Chamber of Commerce, in un’analisi su Formiche.net in ottobre, aveva già messo in guardia sulle possibili implicazioni del riavvicinamento tra Cina e India — avvenuto durante il vertice BRICS a Kazan e usato dalla Russia per ottenere standing diplomatico. Shenoy aveva avvertito che, nonostante gli annunci ufficiali di disimpegno lungo la Linea di Controllo Effettivo (LAC), era necessario attendere per valutare la reale portata degli impegni cinesi. Il rapporto del Congresso statunitense conferma oggi quelle previsioni, dimostrando che Pechino ha di fatto disatteso le promesse fatte, mantenendo una presenza militare significativa e costruendo infrastrutture lungo il confine conteso con l’India.

Pechino: una potenza (non) responsabile?

Questo comportamento cinese evidenzia una contraddizione tra le ambizioni di Pechino come potenza globale responsabile e il suo atteggiamento nei confronti di impegni bilaterali. Iniziative come la Global Development Initiative e, soprattutto, la Global Security Initiative sono presentate come pilastri di una Cina promotrice di stabilità, sicurezza e crescita condivisa. Tuttavia, il mancato rispetto degli accordi con l’India svela una realtà diversa: Pechino non solo non intende sostenere le proprie promesse, ma dimostra una tendenza a privilegiare logiche di potere e coercizione, piuttosto che costruire fiducia nelle relazioni bilaterali.

Competizione più che distensione

Contrariamente alle narrazioni di una fase di distensione tra India e Cina, dunque, la situazione lungo la LAC sottolinea la persistenza di una dinamica di competizione e confronto. I segnali di una crescente tensione, corroborati dal rapporto statunitense, smentiscono l’idea di una normalizzazione dei rapporti. All’opposto, le contese territoriali rappresentano un segmento concreto di scontro geopolitico, in cui l’India cerca di arginare le pressioni cinesi, mantenendo al contempo legami più stretti con gli Stati Uniti e altri partner nell’Indo-Pacifico.

Preparativi per il lungo termine

Un elemento cruciale messo in luce dal rapporto è l’impiego di forze speciali del PLA della regione militare del Tibet lungo la frontiera indiana già dal 2020. Questo sviluppo, combinato con esercitazioni su larga scala in tutta la Cina e con un miglioramento degli standard di addestramento, evidenzia l’impegno del PLA non solo nella preparazione per conflitti a breve termine, ma anche nella creazione di condizioni per un dispiegamento militare sostenuto nel tempo.

Una strategia coerente e ambiziosa

Il quadro generale suggerisce che la Cina stia perseguendo una strategia per affermare il controllo su aree contese e rafforzare la sua posizione geopolitica nella regione indo-pacifica. Questo approccio non si limita al confine terrestre, ma si estende alle dispute marittime (come quelle nel Mar Cinese) e alle risorse naturali offshore. La capacità del Pla di integrare unità e condurre operazioni su larga scala rappresenta una chiara dimostrazione della crescente ambizione militare cinese.

Il comportamento della Cina al confine con l’India non è solo una questione bilaterale, ma un sintomo di un modello più ampio di relazioni internazionali. Da un lato, Pechino tenta di proiettare un’immagine di potenza costruttiva; dall’altro, azioni come quelle lungo la Lac rivelano una contraddizione che mette in discussione la coerenza e l’affidabilità del suo ruolo globale. Questo dualismo alimenta una crescente sfiducia non solo da parte dell’India, ma anche del sistema internazionale nei confronti delle intenzioni strategiche della Cina.

Il rapporto che il Pentagono ha fornito al Congresso offre una visione dettagliata delle dinamiche di potere cinesi, lungo la Lac e come altrove. Mentre l’accordo di novembre tra India e Cina segna un progresso diplomatico, il rafforzamento delle infrastrutture militari cinesi e l’approccio assertivo e militarista suggeriscono che la competizione strategica rimarrà la dimensione di fondo tra le due potenze nei prossimi anni.


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