Il vertice di Saariselkä ha rappresentato un banco di prova per l’Unione Europea, impegnata a rispondere a sfide che richiedono una visione strategica integrata. La crescente competizione nel Mar Baltico e le tensioni sul fronte migratorio dimostrano che la sicurezza europea non può più essere affrontata come un problema locale o regionale
Il vertice Nord-Sud che si svolge in questi due giorni a Saariselkä, nella regione finlandese della Lapponia, ha riunito i leader europei per discutere alcune delle questioni più pressanti in materia di sicurezza e difesa. Tra i partecipanti, il primo ministro finlandese, Petteri Orpo, ha accolto i primi ministri Giorgia Meloni (Italia), Kyriákos Mitsotákis (Grecia) e Ulf Kristersson (Svezia), insieme all’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri Kaja Kallas.
Il summit, che arriva sulla scia di una serie di incontri europei culminati con l’EUCO, si è concentrato principalmente su temi riguardanti la preparazione a eventuali conflitti e la gestione del contesto securitario regionale. È uno dei vari momenti in cui l’Unione Europea intende far passare la discussione ampia sulla propria dimensione geopolitica. “L’Europa deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza. Questo significa che i Paesi europei devono essere leader forti, sia nell’UE che nella Nato”, ha detto Orpo. “La nostra più grande minaccia è la Russia, che cerca di consolidare il proprio potere e seminare discordia in Europa. Ma la situazione geopolitica è molto complessa anche in Medio Oriente e Nord Africa”, ha aggiunto.
Tutto si tiene. Bruxelles, o almeno una parte dei Paesi membri dell’UE, stanno spingendo per un approccio che rifletta meglio la crescente consapevolezza che la sicurezza europea richiede un coordinamento maggiore tra i 27, sia nell’ambito dell’Unione che della Nato.
Il vertice lappone ha sottolineato come le sfide del Nord Europa, dalla sicurezza del Mar Baltico al controllo delle frontiere artiche, siano sempre più connesse con quelle del Sud, in particolare nel Mediterraneo. Il primo ministro Orpo ha dichiarato che “l’Europa deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza”, facendo riferimento non solo alla minaccia rappresentata dalla Russia, ma anche alla crescente instabilità in Medio Oriente e Nord Africa.
Questa interconnessione tra Nord e Sud è emersa chiaramente anche nei recenti colloqui tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, in cui è stata evidenziata l’importanza di una presenza globale e coordinata dell’Ue.
Come affermano Enrico Casini e Federico Deiana della Fondazione Med-Or, l’Artico e il Mediterraneo sono ormai due poli strategici interconnessi, legati da rotte commerciali, risorse naturali e dinamiche geopolitiche comuni.
Il vertice di Saariselkä rappresenta uno dei vari banchi di prova per l’Unione Europea, impegnata a rispondere a sfide che richiedono una visione strategica integrata. Attraverso una cooperazione rafforzata tra Nord e Sud, l’Europa può costruire una risposta più solida alle sfide globali, mantenendo la propria influenza in contesti sempre più complessi e interconnessi.
Andando nello specifico, la crescente competizione nel Mar Baltico e le tensioni sul fronte migratorio dimostrano che la sicurezza europea non può più essere affrontata come un problema locale o regionale.
La situazione nel Baltico è stato uno dei temi del confronto, resasi urgente dopo i danni subiti da diversi cavi sottomarini a novembre. Questo incidente ha sollevato preoccupazioni tra i Paesi nordici, con il primo ministro svedese Kristersson che ha espresso una “profonda preoccupazione” del suo governo.
Pur evitando di speculare sulle cause – tra cui un possibile sabotaggio – Kristersson ha sottolineato la vulnerabilità della regione, aggiungendo che “il Mar Baltico si è dimostrato già vulnerabile in passato, e le navi possono causare danni significativi.”
Una delle questioni più delicate discusse durante il vertice è stata la presenza della nave cinese Yi Peng 3, individuata nella zona durante l’incidente ai cavi sottomarini. Le autorità di Finlandia, Svezia, Danimarca e Germania hanno recentemente ispezionato l’imbarcazione, mentre rappresentanti cinesi hanno condotto indagini a bordo invitando osservatori svedesi a partecipare – ma con diversi vincoli, tanto che emergono critiche, come quelle di Elizabeth Braw, sul reale rispetto delle normative dell’UNCLOS da parte di Pechino.
Un altro tema centrale è stato quello della migrazione e della sicurezza alle frontiere. Il primo ministro finlandese Orpo ha evidenziato il supporto dei leader presenti alla controversa proposta di legge del suo governo che consentirebbe a Helsinki di respingere i richiedenti asilo al confine orientale con la Russia.
La proposta, criticata da organizzazioni per i diritti umani per una possibile violazione del diritto internazionale, è attualmente al vaglio della Commissione Europea. Tuttavia, Orpo ha confermato di aver ricevuto una lettera di sostegno dalla presidente della Commissione von der Leyen prima dell’ultimo vertice Ue, rafforzando così la posizione del suo governo.
La sicurezza marittima, come attenzione anche alle infrastrutture sottomarine, così come l’attenzione alla gestione dei flussi migratori sono temi che uniscono preoccupazioni, impegni e policy sia al Nord che al Sud dell’Europa, rendendo le dinamiche artiche simili nel contenuto a quelle mediterranee (anche perché hanno in comune alcuni degli attori impegnati, con i rivali europei, Russia e Cina, sempre più proattivi in entrambe le regioni).