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Un anno di Zes unica. Cosa ha funzionato

La cabina di regia convocata prima delle feste natalizie a Palazzo Chigi ha sancito il buon funzionamento dell’operazione di accorpamento voluta dall’ex ministro Raffaele Fitto, oggi vicepresidente della Commissione europea. E anche il credito di imposta ha dato i suoi frutti

Avanza, un passo alla volta, la Zes unica per il Sud. La creatura architettata dall’allora ministro per gli Affari Ue e oggi vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, per dare al Mezzogiorno quella spinta di cui ha bisogno: meno fisco, meno burocrazia, più industria. Nelle ore che hanno preceduto la vigilia di Natale, infatti, la premier Giorgia Meloni, di ritorno dalla Lapponia, ha riunito a Palazzo Chigi la cabina di regia della Zona economica speciale.

Un vertice convocato in seguito alla decisione di mantenere presso la presidenza del Consiglio la delega al Sud, e al fine di mettere a sistema tutte le azioni intraprese dal governo per il rilancio del Mezzogiorno, a partire proprio dalla Zes unica, che costituisce una vera e propria cornice strategica al cui interno vanno ad inserirsi riforme e investimenti atti a promuovere lo sviluppo delle regioni meridionali.

Nel corso della riunione, Meloni ha tracciato un primo bilancio dei risultati raggiunti e delineato le strategie future per il rilancio del Sud. D’altronde, la stessa Zes unica, rappresenterebbe una delle più grandi aree economiche speciali in Europa, integrando semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali per attrarre investimenti. Dal primo gennaio 2024, sarebbero state rilasciate 415 autorizzazioni uniche per progetti del valore di 2,4 miliardi di euro, superando in 11 mesi gli investimenti delle otto precedenti Zes, ora riunite. Grazie a queste iniziative, si prevederebbero circa 8 mila nuove opportunità occupazionali. Anche il credito d’imposta avrebbe avuto risultati significativi, con oltre 6.800 imprese beneficiarie e investimenti complessivi superiori ai 5 miliardi di euro.

Non è finita. L’esecutivo intenderebbe proseguire con interventi mirati, come l’estensione del modello Caivano, e con misure infrastrutturali strategiche, destinando al Sud almeno il 40% dei fondi pluriennali per gli investimenti. Inoltre, Meloni avrebbe richiesto una ricognizione dettagliata degli interventi da parte delle amministrazioni centrali e delle regioni entro il 15 gennaio, con l’obiettivo di rafforzare l’efficacia delle azioni e costruire una strategia condivisa per il Mezzogiorno.

La stessa premier, nel corso della cabina, ha ribadito genesi e ratio della Zes unica per il Sud, raccogliendo il messaggio lanciato da Fitto, mesi fa. “Abbiamo voluto costruire una vasta area competitiva di attrazione degli investimenti, diversificata al proprio interno da una ricchezza di specializzazioni funzionali e produttive. Ed è un sistema molto innovativo, che prevede semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali a chi intende investire nel Sud ed è sostenuto da una governance unitaria e coordinata, che permette di valorizzare le specificità territoriali e di massimizzare l’efficacia delle altre risorse a disposizione, Pnrr e fondi di coesione in primis”.


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