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Un Pnrr per le imprese. Intesa e il maxi piano da 200 miliardi

La banca guidata da Carlo Messina plasma insieme a Confindustria un pacchetto di finanziamenti con cui cavalcare i settori della robotica, dell’Intelligenza Artificiale e della scienza. E punta al Bitcoin

Un piccolo grande Pnrr, formato imprese. Intesa Sanpaolo, che quest’anno punta dritta a un utile netto di 9 miliardi, plasma insieme a Confindustria un piano per la crescita da 200 miliardi di potenza di fuoco. “Quasi un Pnrr di Intesa per l’Italia, che consentirà di poter accelerare ulteriormente la crescita del Paese”, ha sintetizzato il numero uno di Ca’ de Sass, Carlo Messina. Nel dettaglio, il programma congiunto mette a disposizione 200 miliardi da qui al 2028 per dare nuovo slancio al sistema produttivo nazionale, cogliere le opportunità di strumenti come Transizione 5.0 e Intelligenza Artificiale, integrando così le risorse già stanziate dalla banca per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr.

Il nuovo accordo consolida e rinnova la collaborazione avviata nel 2009 che, grazie a un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi in 15 anni, ha contribuito ad evolvere il rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle pmi e delle industrie mature anche nelle fasi più complesse. Non è tutto. Le novità riguardano: processi di trasformazione sostenibile in linea con il Piano Transizione 5.0, gli investimenti in nuovi modelli produttivi evoluti ad alto potenziale con particolare attenzione ad aerospazio, robotica, intelligenza artificiale e scienze della vita, l’accelerazione della transizione sostenibile, dell’economia circolare e di processi innovativi ad alto contenuto tecnologico, il piano per l’abitare sostenibile, per favorire la mobilità e l’attrazione dei talenti nell`industria italiana.

“Oggi rinnoviamo la lunga collaborazione di carattere strategico con Confindustria. In un arco di 15 anni, ha sostenuto il sistema produttivo italiano erogando 450 miliardi e creando una relazione di fiducia basata sulla capacità delle imprese di adattarsi e guardare a nuove prospettive. In questo percorso il nostro gruppo è stato un soggetto chiave per individuare, in ogni congiuntura, le soluzioni ideali per la crescita delle imprese italiane, le quali si sono rafforzate tanto da affermarsi come leader a livello globale. Quello che presentiamo oggi è il Pnrr di Intesa Sanpaolo per le imprese: mettiamo a disposizione ulteriori 200 miliardi al 2028 per accompagnare il tessuto imprenditoriale del Paese nel realizzare obiettivi di crescita e competitività, investendo sul futuro e sulle sfide che ci attendono, con un modello di relazione virtuoso e costruttivo”, ha spiegato lo stesso Messina.

Sul versante di Confindustria, il presidente Emanuele Orsini, ha chiarito la natura dell’accordo. “Questo accordo rappresenta uno strumento essenziale a supporto della nostra visione di politica industriale di medio-lungo periodo. Con Intesa Sanpaolo abbiamo accompagnato l’evoluzione delle nostre aziende nel mutevole scenario degli anni passati attraverso soluzioni innovative. Oggi guardiamo a un orizzonte in cui le imprese saranno impegnate in molteplici transizioni per le quali dovranno mettere in campo sforzi enormi. La crisi della produttività in atto impone di puntare al rilancio degli investimenti. Per questo è cruciale la semplificazione di transizione 5.0 e l’attuazione puntuale del Pnrr. Attraverso questo accordo vogliamo promuovere un metodo di lavoro partecipato e inclusivo, che coinvolga tutti gli attori economici”.

D’altronde “il 2025 sarà un anno cruciale per la nostra economia e dobbiamo lavorare insieme su alcuni capitoli chiave: il rafforzamento delle filiere strategiche; la riduzione del prezzo dell’energia e la diversificazione delle fonti energetiche. La revisione del green deal con a cuore il principio della neutralità tecnologica per evitare che si traduca nella desertificazione dell’industria europea, l’attenzione al benessere e all’equità sociale, da perseguire anche attraverso il piano per l’abitare sostenibile proposto da Confindustria”.

La presentazione dell’accordo è stata anche l’occasione per confermare il fatto che Intesa Sanpaolo è la prima banca italiana a investire direttamente in Bitcoin. “Ormai siamo il leader europeo in termini di market cap, quindi non dovrebbe stupire se facciamo quello che fanno tutte le altre banche nel mondo, peraltro sono importi limitatissimi perché abbiamo 100 miliardi di euro in portafoglio titoli, è un esperimento, un test”. Indiscrezioni parlano di un investimento dal valore di circa 1 milione. “Questo credo sia una dimostrazione del fatto che ci può essere un’attenzione verso i canali digitali molto limitata in termini di investimento, ma soprattutto dimostra che siamo pronti nel caso in cui alcuni clienti particolarmente sofisticati chiedessero di effettuare queste forme di investimento”.


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