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Underwater, Fincantieri finalizza l’acquisizione di Wass da Leonardo. Il commento di Nones

Fincantieri ha completato l’acquisizione di Wass submarine systems, rafforzando la sua posizione nel settore underwater. Per Michele Nones, vice presidente dello IAI, l’acquisizione non solo non danneggia Leonardo, ma consentirà a Fincantieri, già leader nella navigazione di superficie, di estendere le proprie competenze al settore subacqueo, razionalizzando la struttura industriale nazionale

Fincantieri ha annunciato il completamento dell’acquisizione della linea di business Underwater armaments & systems (Uas) di Leonardo attraverso l’acquisto dell’intero capitale sociale di Wass submarine systems. Questa operazione, frutto di un accordo preliminare firmato a maggio, rappresenta un passaggio importante nella strategia di crescita di Fincantieri nel settore della difesa navale e del dominio subacqueo. Formiche.net ne ha parlato con Michele Nones, vice presidente dell’Istituto Affari Internazionali (IAI).

Secondo Nones, “il completamento dell’operazione di cessione di Wass da Leonardo a Fincantieri rappresenta un indubbio successo per tutta l’industria italiana, perché in questo modo si avrà un rafforzamento delle capacità legate ai mezzi subacquei e una razionalizzazione della struttura industriale nazionale”. L’importanza di questa acquisizione sta nel rafforzamento di Fincantieri come attore capace di racchiudere in sé expertise diverse. Come sostiene il vice presidente dello IAI, “va tenuto presente che, nei mezzi subacquei, i siluri, i sonar e gli equipaggiamenti elettronici sono fortemente integrati con la piattaforma — con il sottomarino che li porta — e questo è un tratto distintivo delle unità navali subacquee. A differenza di quanto avviene normalmente in campo aeronautico, dove la componente armamenti è separata dallo sviluppo delle piattaforme, nel caso della subacquea il livello di integrazione è molto più spinto. È quindi un bene che, analogamente a quanto avviene anche in altri Paesi, il cantiere che realizza il sottomarino possa operare anche nella realizzazione della parte sonar, che rappresenta il radar della subacquea, e nella parte siluri, che rappresenta lo strumento attraverso il quale il sottomarino svolge le sue funzioni offensive o difensive”. 

“Per Fincantieri questo era un obiettivo perseguito da tempo”, prosegue Nones, “e quindi il coronamento e il successo di questa operazione rappresenta un altro tassello nel rafforzamento della società”. Riguardo al secondo player in campo, Leonardo, Nones ritiene che l’acquisizione rappresenti un accordo win-win per entrambe le società. “Dentro il vasto panorama delle attività di Leonardo, Wass rappresentava un’attività molto parziale. Questa operazione sicuramente non danneggia o non sfavorisce la stessa Leonardo che, da quando è stata decisa questa operazione, è andata sempre più rafforzandosi in quelle che sono le sue aree di eccellenza tecnologica e industriale”.

I dettagli dell’accordo tra Fincantieri e Leonardo

L’acquisizione di Wass è stata finalizzata con il pagamento di 287 milioni di euro e, con questa acquisizione, Fincantieri integra competenze uniche nel campo delle tecnologie acustiche subacquee e dei sistemi avanzati di armamento, consolidando la propria leadership nel settore dell’underwater. Le nuove capacità acquisite permetteranno di espandere ulteriormente le applicazioni innovative, in ambito sia militare sia civile.

Commentando l’acquisizione, Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, ha dichiarato: “L’acquisizione di Wass submarine systems rappresenta per Fincantieri un passo decisivo nel rafforzare la leadership tecnologica nel dominio subacqueo, un settore cruciale per il futuro della sicurezza e della tecnologia marittima”. In particolare, Folgiero si sofferma sull’importanza di questa mossa per lo sviluppo di soluzioni a tutela delle infrastrutture sottomarine. “Integrando competenze avanzate nei sistemi acustici e di armamento subacqueo, ampliamo la nostra capacità di sviluppare soluzioni innovative per la difesa navale, garantendo al contempo la protezione delle infrastrutture critiche subacquee, come cavi sottomarini e impianti energetici offshore”. 

Perché Fincantieri punta sull’underwater

La filiera della blue economy coinvolge gli interessi di numerosi stakeholder, specialmente nel campo dell’underwater. Sott’acqua passano i gasdotti che ci portano l’energia e i cavi in fibra ottica che trasportano il 99% dei dati globali, rendendo la sicurezza di queste infrastrutture centrale per il nostro stile di vita. Basti pensare a cose semplici come gli acquisti online o, più in generale, tutti i metodi di pagamento elettronico. Se un attacco dovesse colpire questi cavi, ne risentirebbe l’intero sistema Paese. L’eventualità non è neanche così remota, come ci hanno dimostrato i recenti sabotaggi dei cavi sottomarini del mar Baltico. Per questo la difesa e la sicurezza delle infrastrutture sottomarine sono cruciali, specialmente in un momento in cui lo sviluppo tecnologico ha reso disponibili anche ad attori non statali tecnologie potenzialmente impiegabili per condurre questo tipo di attacchi. Pertanto, fattori come l’autonomia strategica e la sovranità tecnologica risultano fondamentali per difendersi da ogni tipo di azione offensiva, sia essa condotta da Stati o altre organizzazioni. Per perseguire questi due obiettivi strategici, Fincantieri intende realizzare dei veri e propri ecosistemi tecnologici e in questo solco si inserisce di Wass. L’ambizione è quella di diventare un vertice dell’intera filiera dell’underwater, campo in cui Fincantieri può svolgere una funzione di aggregatore, anche mediante la cooperazione con la Marina militare e il Polo nazionale della subacquea (Pns). 

 


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