Il team del nuovo presidente Usa rassicura (nei limiti del possibile) gli alleati sulla gestione del dossier ucraino, promettendo una maggiore flessibilità rispetto a quanto dichiarato in passato
Nel Vecchio Continente cresce l’ottimismo riguardo alla gestione del dossier Ucraina da parte della prossima amministrazione americana guidata da Donald Trump, amministrazione che andrà a insediarsi il prossimo 20 gennaio. La testata statunitense Bloomberg riporta la notizia della conduzione di una serie di colloqui, avvenuti in forma privata, tra esponenti molto vicini al neo-eletto presidente Usa e funzionari delle principali potenze europee, durante i quali entrambe le parti hanno sostenuto la necessità di continuare a sostenere l’Ucraina nel suo sforzo bellico per resister all’invasione russa, allontanando i timori diffusi sul fatto che Trump avrebbe forzato Kyiv ad accettare l’avvio di negoziati di pace con Mosca in un contesto sfavorevole, e anzi suggerendo che l’amministrazione entrante si impegnerà nell’aiutare l’alleato ucraino “a ritornare ad una posizione di forza prima di qualsiasi trattativa”.
I consiglieri di Trump hanno mostrato particolare sensibilità verso alcuni argomenti. Come ad esempio il fatto che il nuovo leader degli Stati Uniti rischierebbe un’umiliazione paragonabile al caotico ritiro dall’Afghanistan avvenuto sotto la presidenza di Joe Biden. Se la nuova amministrazione decidesse di interrompere in modo repentino gli aiuti all’Ucraina, ciò permetterebbe alla Russia di ottenere una vittoria che incoraggerebbe anche altri attori revisionisti come la Cina a prendere seriamente in considerazione mosse più aggressive. Inoltre, considerando le forti critiche mosse da Trump al suo predecessore in relazione al precipitoso ritiro dall’Afghanistan, seguire un approccio relativamente simile con l’Ucraina rischierebbe di intaccare la sua reputazione e il suo consenso.
Tuttavia, quanto ripotato sopra è stato affermato da membri dello staff di Trump, e non dal presidente stesso. E come sottolineano alcuni dei funzionari europei coinvolti nei colloqui (che hanno parlato anonimamente), Trump è noto per aver in passato ignorato i suggerimenti del suo staff, talvolta cambiando la propria posizione su una determinata questione all’ultimo minuto.
Sempre sulla questione ucraina altri esponenti della cerchia di Trump si sono interfacciati con giornalisti di Reuters, suggerendo che una soluzione al conflitto potrebbe arrivare mesi, di distanza. Nel frattempo, anche la retorica di Trump ha subito delle trasformazioni. Se durante la campagna elettorale insisteva sulla possibilità di risolvere il conflitto in un solo giorno, a fine ottobre ha cominciato a parlare di una risoluzione “molto rapida” e, dopo la sua elezione, ha ulteriormente ridimensionato le aspettative, limitandosi a dichiarare che intende “risolvere” la crisi senza specificare una tempistica precisa. Trump stesso ha riconosciuto che la situazione in Ucraina potrebbe rivelarsi più complicata rispetto ad altre crisi internazionali, come quella di Gaza, ammettendo: “In realtà, penso che sarà più difficile”.