Primo giorno alla presidenza del Comitato militare dell’Alleanza Atlantica per l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, chiamato a guidare la struttura militare della Nato in un momento di profonde trasformazioni strategiche. Con la sua nomina, si apre una nuova stagione in cui l’Italia può aumentare il suo peso nel contesto euroatlantico
Il rinnovamento ai vertici della Nato è ora completo. Dopo il recente insediamento di Mark Rutte come nuovo Segretario generale della Nato, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, già capo di Stato maggiore della Difesa italiana, ha assunto ufficialmente la carica di presidente del Comitato militare dell’Alleanza Atlantica. La presidenza del Comitato rappresenta la massima carica militare della Nato e Cavo Dragone succede dopo tre anni all’olandese Robert Bauer. Nella sua nuova veste, l’ammiraglio ricoprirà il ruolo di principale consulente del segretario generale e del Consiglio Atlantico.
“L’elezione a presidente del Comitato militare, fortemente sostenuta dal ministro della Difesa Crosetto e di cui sono veramente onorato, rappresenta la fiducia che i miei colleghi capi di Stato maggiore dei Paesi Nato hanno riposto in me”, ha affermato Cavo Dragone, sottolineando come questa decisione rappresenti anche “un consolidato riconoscimento alla rilevanza e al ruolo fondamentale dell’Italia nel consesso atlantico”.
Molte le congratulazioni giunte all’ammiraglio in occasione del suo insediamento, tra cui quelle del ministro Guido Crosetto, il quale ha affermato: “Sono certo che l’ammiraglio Cavo Dragone saprà interpretare il ruolo di Chairman e contribuire con leadership e visione strategica ad accrescere la capacità collettiva dell’Alleanza Atlantica di affrontare sfide globali sempre più complesse e promuovere la pace”. Secondo il ministro, Cavo Dragone “contribuirà a costruire le condizioni necessarie per contrastare il deterioramento della sicurezza a livello globale e fronteggiare le sfide presenti su vari fronti, da Est e Sud. La sua nomina è un atto che riconosce all’Italia un ruolo importante, nevralgico e fondamentale all’interno dell’Alleanza Atlantica. L’ammiraglio rappresenterà con il suo esempio e con il suo stile l’italianità e sarà motivo di orgoglio per il nostro Paese”.
Quali sfide per la nuova Nato
L’insediamento di Cavo Dragone è corrisposto con la prima riunione dell’anno per il Comitato militare. Dopo aver accolto il nuovo Chairman italiano, Mark Rutte ha sottolineato la necessità di un cambio di passo nella postura strategica dell’Alleanza, sollecitando una “mentalità da tempo di guerra” per garantire una risposta efficace alle sfide emergenti. “Per prevenire la guerra, dobbiamo essere meglio preparati per ciò che accadrà tra quattro o cinque anni”, ha aggiunto. L’incontro si inserisce in un contesto critico per la Nato, preoccupata non solo dalla continuazione della guerra in Ucraina, ma anche dall’attivismo cinese. Nel suo intervento, il presidente del Comitato uscente, Bauer, ha sottolineato l’urgenza di rafforzare le difese collettive. “La Russia non ha raggiunto i suoi obiettivi strategici, ma continua a destabilizzare la regione. Inoltre, la Cina rappresenta una minaccia crescente con il suo comportamento aggressivo e la mancanza di trasparenza sul rafforzamento militare”.
Il generale Christopher Cavoli, comandante supremo alleato in Europa (Saceur), ha evidenziato come la Nato stia lavorando per garantire la sicurezza dell’area euro-atlantica, mentre l’ammiraglio Pierre Vandier, comandante supremo per la trasformazione (Sact), ha guidato una sessione dedicata all’interoperabilità tra le forze alleate. “Intorno a questo tavolo ci sono mille anni di esperienza militare combinata. Dobbiamo dimostrare che la democrazia può vincere e vincerà. La nostra unità è la nostra forza”, ha dichiarato Bauer nel suo discorso finale.