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Clima, Intelligenza Artificiale e immigrazione. Le tre sfide planetarie di Trump secondo Carnegie

Le politiche del nuovo presidente americano sono, almeno sulla carta, in contrasto con alcuni trend globali. Ecco quali sono i dossier che la Casa Bianca si troverà ad affrontare

L’era Trump, secondo atto, è appena iniziata. Agenda alla mano, ci sono almeno tre fattori di cui il nuovo capo della Casa Bianca non potrà non tenere conto, se davvero vorrà riuscire a mettere a terra le sue politiche. È quanto sostiene un report di Carnegie.

“In questi decenni potenti forze demografiche, ecologiche e tecnologiche hanno drammaticamente rimodellato il mondo”, si legge nel documento. “E ognuna di queste forze è in contrasto e minaccia di sopraffare le scelte politiche che il presidente e i suoi consiglieri hanno articolato, in particolare quando si tratta di politica migratoria, cambiamenti climatici e Intelligenza Artificiale”, scrive appunto l’istituto. “Per evitare di scontrarsi con queste dure realtà, l’amministrazione repubblicana dovrebbe riconsiderare alcune delle sue prospettive, in modo da non contrastare questi cambiamenti ed esercitare una vera sovranità sul destino dell’America”.

Entrando nello specifico, il primo problema è una demografia troppo eterogenea. “Nel 2023 la popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi, rispetto ai soli 5,3 miliardi del 1990. Continuerà a crescere per diversi decenni prima di crescere tra 9,7 e 10,9 miliardi alla fine di questo secolo. Ma nel mondo ricco la preoccupazione principale non è la sovrappopolazione, ma la popolazione stessa, poiché i tassi di natalità nella parte benestante del globo precipitano e le società invecchiano rapidamente. Nel frattempo, l’Africa vedrà la sua popolazione quasi raddoppiare entro il 2050, quando una persona su quattro sulla Terra sarà africana”.

Ebbene, “una risposta ovvia a questa discrepanza demografica è una maggiore migrazione legale da nazioni povere ma giovani, a ricche ma anziane. Ma durante il suo primo mandato, Trump ha cercato di ridurre non solo l’immigrazione irregolare ma anche legale (non da ultimo dai paesi africani), nonostante l’importanza di tali afflussi per allontanare il declino demografico degli Stati Uniti e anche se il tasso di fertilità degli Stati Uniti è sceso a 1,62 bambini per donna. E pensare che alla fine di dicembre, i miliardari consiglieri di Trump, Elon Musk e Vivek Ramaswamy, hanno sostenuto l’aumento dei visti H-1B rilasciati agli immigrati altamente qualificati”. Una prima conclusione: “in assenza di un’immigrazione significativa, gli americani devono in qualche modo essere persuasi ad avere più figli”.

Il secondo trend globale con cui Trump dovrà necessariamente fare i conti è il clima. “L’anno scorso è stato il più caldo mai registrato e per mantenere l’aumento delle temperature medie globali a 1,5 gradi Celsius, le nazioni devono ridurre le emissioni del 42% nei prossimi cinque anni e il 57% entro il 2035, obiettivi che ora sembrano totalmente poco plausibili.  Questa terribile traiettoria richiede una mobilitazione massiccia, simile al Progetto Manhattan (il progetto di studi che portò alla bomba atomica, ndr) o al Programma Apollo (la serie di viaggi lunari tra gli anni 60 e 70, ndr), per accelerare gli investimenti nella decarbonizzazione. L’amministrazione Biden ha mosso i primi passi in questa direzione, in particolare attraverso l’Inflation Reduction Act. Trump, al contrario, respinge ancora la bufala climatica e promette di raddoppiare i combustibili fossili”.

Non è finita. “Sta accelerando l’innovazione tecnologica, anche nell’Intelligenza Artificiale e nella biologia sintetica. Mentre questi progressi hanno un’immensa portata, ponendo al contempo anche rischi eccezionali, e non è chiaro se Trump sia in sintonia con la necessità di mitigarli attraverso la regolamentazione nazionale e la cooperazione internazionale. Queste scoperte hanno enormi potenziali benefici sociali, tra cui il progresso, l’alleviamento della povertà, la rivoluzione dell’istruzione, il miglioramento dell’assistenza sanitaria, la razionalizzazione dei servizi governativi, la lotta ai cambiamenti climatici e il miglioramento della produttività dei lavoratori. Tuttavia, senza garanzie, l’espansione delle capacità di IA potrebbe generare una massiccia disoccupazione, facilitare la disinformazione, consentire la sorveglianza di massa, violare i diritti di privacy, esacerbare la disuguaglianza, minare il controllo degli armamenti”.

Conclusione: “Nel cercare di rendere l’America di nuovo grande, Trump dovrà cavalcare le ondate dei trend globali piuttosto che combattere, invano, contro di loro. Altrimenti, rischia di diventare una versione moderna del re persiano Serse, quando i mari in tempesta distrussero la sua flotta”.


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