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Ecco la bussola europea per schivare il declino

La Commissione alza il velo sulla strategia che fa suoi i pensieri di Mario Draghi ed Enrico Letta. Bisogna tornare a correre se si vuole sopravvivere. E magari vincere la sfida dell’Intelligenza Artificiale

Una bussola per l’Europa, in tempi in cui una direzione sarebbe meglio averla e anche in fretta. Nell’attesa di capire se e come gli Stati Uniti colpiranno il Vecchio continente e altri mercati con nuovi dazi, la Commissione europea ha presentato un pacchetto che punta a rilanciare la concorrenza dei Paesi dell’Unione europea, partendo dalle analisi contenute nei rapporti stilati da Mario Draghi ed Enrico Letta. Il documento, poco meno di 30 pagine nella sua versione finale, presentato in conferenza stampa dalla presidente Ursula von der Leyen, e indirizzato a Parlamento europeo, Consiglio e altri organismi comunitari, afferma di voler creare “una bussola che guiderà il lavoro nei prossimi cinque anni e stila una lista di priorità per reinnescare il dinamismo economico in Europa”.

Due gli obiettivi-chiave. Primo, “identificare i cambiamenti di politica necessari all’Europa per muoversi a un passo più veloce. In alcuni settori le politiche devono essere aggiornate, in altri servono cambi di passo per adattarsi alle nuove realtà”. Secondo, “sviluppare nuovi modi di lavorare assieme per aumentare la velocità e la qualità dei processi decisionali, semplificare quadri normativi e regole superare la frammentazione”. Perché sempre partendo dalle analisi dei sovracitati rapporti, secondo la Commissione, l’Europa può tenersi alla pari di competitori globali delle sue proporzioni unicamente facendo leva sulle sue dimensioni continentali e allineando le politiche nazionali verso i medesimi obiettivi, in modo che si rafforzino vicendevolmente.

Il documento propone interventi a più livelli, dalla tassazione dei mercati di lavoro, le politiche industriali, che così come le riforme su base nazionale sono ampiamente nelle mani dei governi dei singoli paesi. Inoltre un altro aspetto chiave è rappresentato dagli investimenti. Partendo dall’industria, il settore che sta più soffrendo in Europa, secondo la Commissione, bisogna chiudere il divario sull’innovazione rispetto alle economie capofila nel mondo, Stati Uniti e Cina. “Se vogliamo che il futuro dell’industria sia Made in Europe l’Ue deve rivitalizzare il ciclo dell’innovazione. Avviare e far crescere compagnie in Europa attualmente viene minato dalla frammentazione di mercato, dai freni al capitale di rischio e dal sostegno insufficiente all’innovazione”, recita il documento.

Per questo viene proposta una strategia dedicata alle start-up e alla crescita delle aziende che “identificherà gli ostacoli che stanno impedendo alle nuove imprese di emergere di crescere”. Parallelamente “l’Ue farà tutto quanto possibile per assicurare che abbiano i finanziamenti di cui hanno bisogno”. Un nuovo impegno viene focalizzato sulle spese per ricerca e sviluppo nell`ambito del quale la Commissione intende presentare un documento specifico (European Research Area Act) con l`obiettivo di far salire la spesa su queste voci al 3% del Pil l’anno. Sul tavolo, anche la necessità di allestire adeguate strutture di calcolo, cloud computing e altri elementi chiave delle nuove tecnologie digitali.

Un paragrafo a se stante riguarda l’Intelligenza Artificiale e le infrastrutture che questi sistemi richiedono. L’Ue ha già delle iniziative in corso su questo versante (come AI Continent strategy e AI factories). Bruxelles afferma che intende proporre una “strategia dell’Unione dei dati allo scopo di migliorare e facilitare la sicurezza della condivisione pubblica e privata dei dati, semplificare il regime regolamentare la sua applicazione accelerare lo sviluppo di nuovi sistemi o applicativi”. Un altro elemento chiave del piano, infine, è rappresentato dalle politiche di concorrenza, legate a doppio filo con la competitività. Secondo Bruxelles “questo si deve riflettere in una revisione delle linee guida per valutare le fusioni in modo che innovazione, resilienza e intensità degli investimenti in alcuni settori strategici vengano adeguatamente soppesate alla luce delle acute necessità Europee”.


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