Infrastruttura fa rima con geopolitica e una delle prime conseguenze di nuove opportunità di scambi e relazioni è quella di provvedere per tempo a costruire un humus favorevole a questi obiettivi, favorendo una pacificazione dei conflitti in corso, che rappresenterebbero un rischio e un intralcio a una nuova maxi circolazione
Come potrà il Middle Corridor, cerniera tra Asia ed Europa, contribuire alla pax nei settori di guerra? Ancora una volta uno spunto in questo senso proviene dalla Turchia, che lo ha definito la rotta commerciale più affidabile, rapida e conveniente che collega l’Asia e l’Europa. L’occasione è un vertice tra ministri degli esteri di Turchia, Azerbaigian e Uzbekistan che, seppur denso di analisi tecniche e di caratura commerciale-logistica, si rivela un utile momento di riflessione, sia su come la nuova infrastruttura potrà garantire collegamenti e interlocuzioni, sia sul relativo portato politico, con la partita parallela del Corridoio Imec.
Il ruolo tripartito
“La rotta più affidabile, veloce ed economica tra Asia ed Europa è il corridoio Asia Centrale-Mar Caspio-Caucaso Meridionale-Turchia”, ha affermato il ministro degli esteri turco, Hakan Fidan, in una conferenza stampa congiunta con i suoi omologhi azero e uzbeko. Il ragionamento portato avanti dal governo di Ankara è che le catene di approvvigionamento in tutto il mondo sono state interrotte a causa di tre fattori come la pandemia, guerra tra Russia e Ucraina e la crisi in Medio Oriente. Per cui al centro del più grande volume commerciale al mondo, ovvero quello tra Asia ed Europa, secondo Fidan ci sono tre Paesi: Turchia, Azerbaigian e Uzbekistan. Che, di conseguenza, vedono accrescere il proprio peso specifico, sia in termini di potenziali volumi di scambi che di densità geopolitica connessa.
Appare evidente che il progetto ha nel brevissimo periodo due obiettivi da raggiungere: le pratiche doganali e l’armonizzazione delle normative da un lato, accanto alla graduale rimozione delle barriere al commercio”; in secondo luogo, e con l’occhio rivolto al medio periodo, la costruzione di una base progettuale che dovrà gestire la nuova infrastruttura, che le parti hanno individuato nella Dichiarazione di Ankara, in cui è messo nero su bianco il modus con cui procedere (le misure da adottare nei settori del commercio, degli investimenti, della logistica e dei trasporti di transito, gli incentivi agli investimenti esterni, il cronoprogramma pratico).
Il progetto
Tecnicamente il progetto prevede la possibilità di imbarcare tir su navi cinesi dirette in Azerbaigian attraversando il Mar Caspio, giungendo in questo modo alle porte dell’Europa. Così il Corridoio di Mezzo per il commercio panasiatico, ideato dai presidenti di Cina e Kazakistan, è pensato praticamente per agganciare idealmente e materialmente due ambiti strategici come geopolitica e infrastrutturazione. Dopo le intenzioni iniziali manifestate da Xi Jinping e Kassym-Jomart Tokayev (che hanno lanciato il progetto) ecco che l’insieme dei riverberi sui paesi interessati acquista un interesse sempre maggiore, compreso quello da parte di Ue e Italia. La partenza del corridoio sarà da Zhengzhou, per poi toccare Urumqi e Khorgos fino in Kazakistan e quindi al porto di Kuryk per attraversare il Mar Caspio, con destinazione finale la Turchia. I tempi relativi alla burocrazia doganale verranno sensibilmente abbattuti tramite lo strumento del carnet Tir, che permette di evitare ispezioni intermedie e ritardi, dando ai Paesi di transito un voucher doganale internazionale per più destinazioni che saranno così unite da una sorta di facilitazione ad hoc.
Scenari
Infrastruttura fa sempre più rima con geopolitica e una delle prime conseguenze di nuove opportunità di scambi e relazioni è quella di provvedere per tempo a costruire un humus favorevole a questi obiettivi: ovvero favorendo una pacificazioni dei conflitti in corso, che rappresenterebbero un rischio e un intralcio ad una nuova maxi circolazione. Se ad oggi tra Asia centrale, Caspio e Caucaso il volume di carico complessivo è di circa 2,3 milioni di tonnellate, dopo la completa realizzazione del progetto toccherà 11 milioni di tonnellate. Numeri che hanno determinato la decisione europea di investirvi 10 miliardi di euro, all’interno di un ampio piano programmatico che ha individuato 33 progetti infrastrutturali di rima fascia, come una serie di interventi infrastrutturali che coinvolgono il Kazakistan e l’Uzbekistan.
Imec
Il Middle si sovrappone in qualche modo al Corrodio Imec in piedi tra India, Medio Oriente ed Europa, che sta vivendo una fase complessa a causa delle nuove tensioni in Medio Oriente. Si tratta di un vettore che traccia nuove rotte marittime e terrestri per il trasporto di beni dall’India all’Europa attraverso la penisola arabica, ovvero Giordania e Israele, e che si somma alla infrastrutturazione energetica tramite cavi elettrici sottomarini e gasdotti per il trasporto di idrogeno verde. Il protocollo d’intesa sulla costituzione del Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (Imec) fu avvenuta a Delhi nel corso del G20 indiano.
(Foto: Hakan Fidan on X)