In occasione della conferenza di Forza Italia, “L’Africa grembo del mondo: l’Italia alla guida dei rapporti con l’Ue”, emerge la spinta propulsiva del governo su un progetto che mancava all’Europa proprio nel momento in cui parallelamente cresce l’attenzione dei Paesi africani verso l’Italia
Per l’Italia è importantissimo essere il primo interlocutore del continente africano. L’analisi che il ministro degli esteri, Antonio Tajani, consegna alla conferenza ”L’Africa grembo del mondo: l’Italia alla guida dei rapporti con l’Ue” rappresenta la traccia che il governo ha da tempo impostato nei confronti di un progetto che mancava all’Europa e che Giorgia Meloni sta distendendo proprio nel momento in cui, parallelamente, cresce l’attenzione dei paesi africani verso l’Italia. Il seminario di oggi, organizzato dai dipartimenti Esteri e Cooperazione Internazionale di Forza Italia e dalla delegazione italiana del Ppe al Parlamento Europeo, ha voluto mettere l’accento sul doppio dialogo in piedi tra Italia ed Africa, con la partecipazione di esponenti istituzionali dei Paesi interessati.
Ponte Italia
Secondo Tajani occorre guardare all’Africa “come culla di risorse e del mondo”, perché il continente nel 2050 avrà 2.5 miliardi di abitanti e rischia di essere il più importante del mondo. “Se non lo si capisce prima, si rischia di non essere più il principale interlocutore”. L’Italia è un Paese che ha nei confronti del continente africano un atteggiamento non predatorio e non coloniale, dal momento, spiega, che gli italiani, ovunque siano stati, anche nei momenti più complicati con rivolte e colpi di stato, non sono mai stati presi di mira da nessuno. “Non è successo in Niger, in Congo e neanche in Sudan. Questo è stato possibile perché gli italiani sanno integrarsi e sanno dialogare con i popoli africani e questo ci permette di essere un ponte – per la nostra italianità – con l’Europa, e far sì che l’Europa possa in futuro guardare sempre con maggiore attenzione al continente africano”.
Ma come agire tenendo bene in mente il fattore geopolitico? Il titolare della Farnesina non ha dubbi: “Io sono convinto, e i miei amici africani possono confermare, che l’Africa vuole la nostra presenza. Il problema è non dimostrare disinteresse, ma rispondere positivamente ai messaggi che ci arrivano dal continente. Perché se noi non rispondiamo, è ovvio che poi si rivolgono ad altri soggetti come Cina, Russia e Iran che arrivano lì a fare delle offerte ma io credo che nessun africano non scelga l’Europa e in particolare l’Italia come primo interlocutore”.
Deborah Bergamini, vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa, vicesegretario nazionale di Forza Italia, ha osservato che l’Africa “da sempre è una priorità strategica e politica per Forza Italia, già nel 2001, il presidente Berlusconi aveva dedicato un momento del G7 al continente africano: ne aveva già capito la grande importanza e la necessità di accelerarne lo sviluppo e oggi il governo italiano desidera davvero porsi alla guida di un processo di ulteriore rafforzamento della cooperazione tra gli stati africani e l’Unione europea”. Secondo Raffaella Bonsangue, consigliere giuridico al Maeci e responsabile del Dipartimento di Forza Italia l’Africa è centrale e con l’Africa “tutta la nostra attenzione va al ruolo del Mediterraneo, che ha assunto da tempo una crescente centralità in tutti gli scenari economici, energetici e sociopolitici, è proprio in questo bacino che si affronteranno le sfide future ma anche attuali, quelle sui flussi migratori e quelle relative alla sicurezza internazionale”.
I numeri dell’Africa
L’Africa rappresenta il 3% del commercio mondiale, mentre l’Unione Europea rappresenta il 17% del Pil mondiale: una disfunzione che secondo Youssef Balla, ambasciatore del Marocco in Italia, resta alla base dell’esigenza dei due continenti di affrontare “sfide comuni che richiedono una risposta concertata e coordinata, primo tra tutti la gestione dei flussi migratori”. La posizione marocchina è che l’Ue, passando per l’Italia, è “essenziale per affrontare le sfide di costruzione di un futuro più prospero”. Ma il tutto andrà tarato rispetto alle capacità di stabilire partenariati veramente equilibrati e sulla comprensione delle sfide comuni. In questo senso la chiave di volta ha un nome e un cognome: Piano Mattei. Secondo Mario Giro, Responsabile Relazioni internazionali per la Comunità di Sant’Egidio, già viceministro al Maeci, con il piano occorre “difendere la tenuta degli Stati, bisogna dare qualcosa in cambio se si vuole la gestione comune delle migrazioni. L’errore europeo e l’errore italiano è stato spesso di non voler dare nulla in cambio se non dei soldi. Non è quello che cercano. Poi viene l’industrializzazione dell’Africa, per trasformare in loco le materie prime. Quindi bisogna creare le infrastrutture medie, oltre i grandi corridoi”.
Di segnale positivo ha parlato Emanuela Del Re, già viceministro per gli Affari esteri, dal momento che paese membro dell’Unione Europea diventa “leader di un progetto come il Piano Mattei, in un momento storico in cui abbiamo bisogno di coraggio e di avere una leadership. L’Italia, nel contesto europeo, sta assumendo l’atteggiamento che ritengo più opportuno in questo momento. L’Unione Europea si deve muovere sui valori, ma anche ragionare sugli interessi. Questo è un equilibrio che devo dire l’Italia sta in questo momento mettendo in atto”. Proprio alla voce Piano Mattei il ministro Tajani ha annunciato che sarà in Egitto il 17 febbraio.
Sistema Italia
Interessante è una iniziativa infrastrutturale che lega Europa e Africa: si tratta di un progetto si candida a diventare un corridoio digitale tra Europa e Africa, rispondendo alla crescente domanda di connessioni anche del continente africano. Il cavo della fibra ottica sottomarina, infrastruttura strategica per i transito di dati digitali di Unitirreno, joint venture istituita da Unidata Spa e il Fondo infrastrutture per la crescita Esg (Ipc) gestito da Azimut Libera Impresa Sgr Spa ha visto oggi la posa della prima pietra a Fiumicino: l’infrastruttura digitale collegherà Mazara del Vallo a Genova passando per Roma-Fiumicino e Olbia. Per cui nei fatti quello che è stato ribattezzato sistema Unitirreno unità il nord e il sud dell’Italia, offrendo un’alternativa innovativa ai tradizionali percorsi di transito dati attraverso Marsiglia, diventando perno per i dati tra Europa, Africa e Vicino Oriente.
Infine una novità alla voce fiere: le due manifestazioni fieristiche di punta nel settore Green e Technology, Ecomondo e KEY The Energy Transition Expo, verranno promosse in Africa e Medio Oriente grazie alla collaborazione tra Italian Exhibition Group (IEG) e Confindustria Assafrica & Mediterraneo. Verranno messe in luce le tecnologie e le soluzioni per affrontare i cambiamenti climatici. Ecomondo 2025 si terrà alla Fiera di Rimini dal 4 al 7 novembre e verrà presentata mercoledì 5 febbraio a Roma, presso la sede di Confindustria.