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I conservatori Ue a Parigi orientano il timone della nuova Ue. Di cosa stanno parlando

Cancel culture, patrimonio culturale e identità sono i temi a cui il gruppo parlamentare dei conservatori di Ecr dedica una due giorni di analisi e dibattiti nella capitale francese. Leader politici, esperti di politica e intellettuali riflettono su come le tradizioni e la cultura europee possano essere salvaguardate e rafforzate di fronte alle crescenti sfide politiche e sociali

Come le tradizioni e la cultura europee possono essere salvaguardate e rafforzate di fronte alle crescenti sfide politiche e sociali? Alcune risposte giungono dagli study days del gruppo parlamentare dei Conservatori Ue promossi a Parigi dal 4 al 6 febbraio, in un momento di riflessione su tematiche sempre più attuali come l’ecologia delle civiltà e la metapolitica nell”imprenditorialità come strumento per promuovere l’identità. Il partito Ecr, che recentemente ha visto il cambio al vertice, con il timone passato da Giorgia Meloni a Mateusz Morawiecki, punta così a proseguire sulla strada delle giornate di studio tematiche. Nella capitale francese intervengono il co-presidente del gruppo a Bruxelles, Nicola Procaccini, il capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza e la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, assieme all’europarlamentare francese Marion Marechal.

Qui Parigi

Lotta alla cancel-culture in Occidente, costruzione di una protezione del patrimonio culturale europeo, armonizzazione di politiche per una ecologia delle civiltà e l’uso della metapolitica nell”imprenditorialità come strumento per promuovere l’identità. Sono queste le aree tematiche oggetto della discussione nella capitale francese, al fine di offrire piattaforma concettuale interna per aprire un dibattito e mettere in risalto le ricette dei conservatori europei per le istanze politiche.

Lo spirito di questo evento, ha osservato nel suo intervento Antonella Sberna, vice presidente del Parlamento europeo ed europarlamentare di FdI-Ecr, è quello di riflettere sul peso specifico delle identità nazionali che “sono una ricchezza e ci consentono di avere la forza per stare insieme e dialogare con il mondo”. Per cui, è la sua tesi, “proteggere il patrimonio culturale europeo significa custodire l’identità, difendere e promuovere il passato significa dare valore al presente ed arricchire il futuro e rappresenta le fondamenta dell’azione politica, in modo particolare dinanzi alle grandi sfide che l’Ue si trova ad affrontare”.

Le nuove sfide

Ma quali sono le nuove sfide da scomporre e affrontare? Il rischio della globalizzazione che cancella le differenze e trasforma la cultura in un prodotto da vendere, spiega l’eurodeputata della Tuscia, accanto alla presenza di quei soggetti ultra ideologizzati “che mettono in discussione le nostre tradizioni, cercando di riscrivere la nostra storia e di svuotare di significato le nostre radici. E questo riguarda non solo il patrimonio artistico e religioso, ma anche le tradizioni locali, le pratiche rurali, le attività che da secoli fanno parte della nostra civiltà”. Uno scenario dinanzi al quale L’Europa “deve smettere di vergognarsi delle proprie radici, grazie al conservatorismo che può veramente scuotere le coscienze di tutti”.

Posizione più volte ribadita da Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, secondo cui “tutto ciò che ci definisce è sotto attacco: la famiglia, il diritto alla vita, l’identità sessuale, l’identità nazionale, culturale e religiosa, l’equilibrio stesso tra uomo e natura”. Come conservatori, promette, “abbiamo il compito di difendere valori eterni che affondano le proprie radici ad Atene, Gerusalemme e Roma e che ha il suo cuore in Europa, l’Italia di Giorgia Meloni, così come le prime mosse di Donald Trump, ci dimostrano che la sfida è difficile ma può essere vinta”.

Le proposte di Ecr

Questa la diagnosi sullo status quo. Ma dove posizionare il timone della nuova Ue? La risposta la fornisce il co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, secondo cui al primo posto Ecr ha il dovere di salvaguardare l’eredità del passato, affrontando al tempo stesso le preoccupazioni urgenti del presente. Quindi gli obiettivi sono impegnarsi per un’Europa delle Nazioni, per la protezione dell’identità culturale e per politiche che rispettino la tradizione e la libertà, “azione che non è mai stata così importante”. Appare evidente che, a maggior ragione dopo la nascita dell’attuale commissione europea, il ruolo dei conservatori di Ecr si vede accresciuto di peso specifico, sia a causa di dossier attualissimi (come l’automotive e il green deal su cui le proposte di Ecr sono state attenzionate da più parti), sia a causa delle interlocuzioni tra la nuova amministrazione americana, i conservatori europei e Giorgia Meloni. 


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