Sarà un fine settimana all’insegna delle rivendicazioni quello che si apre sabato a Madrid, dove a fare gli onori di casa ci sarà il numero uno di Vox, Santiago Abascal, neo eletto presidente del gruppo dei Patrioti, che contano ben 86 seggi all’Europarlamento
Tredici leader sovranisti riuniti a Madrid per dire no alle larghe intese tra popolari e socialisti e per costruire l’alternativa europea, sulla scorta dello slogan trumpiano Make Europe Great Again (Mega) in versione Ue. Sarà un fine settimana all’insegna delle rivendicazioni quello che si apre sabato a Madrid, dove a fare gli onori di casa ci sarà il numero uno di Vox, Santiago Abascal, neo eletto presidente del gruppo dei Patrioti, che contano ben 86 seggi all’Europarlamento.
Chi ci sarà e i temi sul tavolo
Oltre al segretario della Lega Matteo Salvini, saliranno sul palco il premier ungherese Viktor Orban, Marine Le Pen del Rassemblement National, l’olandese Geert Wilders del Partito per la Libertà, l’estone Martín Helme, la greca Afroditi Latinopoulou, il ceco Petr Macinka, il polacco Krzysztof Bosak, il leader di Chega il portoghese André Ventura, e il leader del partito ceco Ano, Andrej Babis. Presente anche il numero uno del più importante think tank conservatore degli Stati Uniti, la Heritage Foundation, Kevin Roberts.
Al centro del confronto ci saranno le frontiere da presidiare, la lotta alla cancel cultur, il rafforzamento del concetto sulle radici cristiane avversate dal fronte radicale e la lotta al terrorismo. Il tutto declinato nell’ottica della sovranità nazionale e dell’identità europea, con il rifiuto dell’immigrazione di massa “che destabilizza le nazioni”. I patrioti si dicono convinti di rappresentare “la vera alternativa per l’Europa”, in considerazione del fatto che le passate ricette non hanno risolto le emergenze che gravano sul vecchio continente, per questa ragione chiedono una discontinuità.
Da Madrid a Berlino
Particolarmente interessata al meeting dei patrioti è senza dubbio la Germania, che prima di tutti gli altri Paesi verrà chiamata alle urne tra pochi giorni con in cima all’agenda proprio il ruolo dell’ultradestra. Il partito ultranazionalista di AfD infatti, dopo aver toccato quota 20% alle ultime elezioni regionali, punta a restare in doppia cifra così da provare a solidificare il legame con i cristiani della Cdu, guidata da Friedrich Merz. Quest’ultimo, in verità, ha già lanciato un amo con una proposte di legge sull’immigrazione molto stringente su cui AfD ha deciso di convergere. Ma non è passata per via del blocco anti destra che si è coagulato nel Parlamento. Il punto è che a breve la camera alta sarà di composizione diversa, perché Verdi e Spd sono dati in crollo da tutti i sondaggi, per cui Merz dovrà gioco forza cercare alleanze, anche in considerazione del fatto che il dossier energetico/automotive necessita di una svolta.
Scenari
Anche Parigi guarda con attenzione al fronte dei patrioti, perché le elezioni del 2024 hanno provocato uno tsunami nella politica sulla Senna e il cambio in corsa Barnier/Bayrou non è stato immune da lacerazioni partitiche e scontento popolare, per via della rigida manovra finanziaria che le casse dello Stato necessitano. Sullo sfondo restano grossi nodi alla voce pensioni, immigrazione, agricoltura per cui ecco che, dopo il bilancio, il nuovo governo dovrà affrontare la sfida delle riforme cercando un ampio consenso per non entrare nuovamente in crisi e aprire di fatto l’opzione delle nuove elezioni in estate.
Infine il passaggio ideale da Maga a Mega, così come i patrioti dicono apertamente e nelle interlocuzioni con i repubblicani americani: sarà utile nelle prossime settimane comprendere come gestire il dossier relativo ai dazi, sia da un punto di vista oggettivo che politico, dal momento che sono molteplici i temi che si accavalleranno sull’asse Bruxelles-Washington, a partire da decisioni impellenti su difesa, connessioni, scambi. Tutte questioni che sono caratterizzate dal minimo comun denominatore della geopolitica.