Il conflitto in Ucraina entra nel quarto anno e il problema della “massa” diventa sempre più centrale. Tra perdite al fronte e risorse in esaurimento, Mosca e Kyiv cercano soluzioni per mantenere l’equilibrio
Mancano esattamente due settimane all’anniversario del conflitto in Ucraina, arrivato alla fine del suo terzo anno e oramai prossimo ad entrare nel quarto. Anni di guerra che pesano su entrambe le parti coinvolte, sempre di più impegnate a gestire le perdite registrate al fronte, sia per quello che riguarda il personale che per quello che riguarda invece l’equipaggiamento. Questione di “massa”, per usare un termine impiegato in un report da due ricercatori dell’International Institute of Strategic Studies, Yurri Clavilier e Michael Gjerstad, i quali analizzano problemi di carattere quantitativo comuni ad entrambi le parti in causa. Come l’efficacia dei processi di mobilitazione o le rimanenti riserve di uomini in età di leva a cui entrambe le forze armate possono attingere. O ancora i ritmi di produzioni dei rispettivi apparati militari-industriali (specialmente in relazione alle perdite registrate al fronte), il ruolo giocato dal sostegno da parte di attori esterni, o la disponibilità di materiale (più o meno recente) nei magazzini.
Dinamiche che contano, se si guardano alle cifre sul numero effettivo delle perdite. Secondo le stime fornite da Kyiv poche ore fa, le perdite totali di Mosca ammonterebbero a circa 850,000 uomini e 10,000 carri armati. Le cifre fornite dagli osservatori occidentali sono più contenute, ma rimangono comunque importanti, con lo stesso Iiss che riporta come ad inizio di quest’anno le perdite russe ammontassero a 172,000 morti e 611,000 feriti (di cui almeno 376,000 in modo grave), mentre le perdite di main battle tank si attestavano intorno alle 4350 unità. Per quel che riguarda le perdite di mezzi corazzati la testata olandese Oryx, che cataloga le perdite verificate visivamente dall’inizio delle ostilità, ha affermato che Mosca ha perso almeno 3.734 carri armati in poco meno di tre anni. Di questi, 2.666 carri armati sono stati distrutti, 157 sono stati danneggiati e 534 sono stati catturati.
Ma i numeri pesano anche su un altro fronte, quello interno. Il 9 febbraio l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ha riferito, citando il National Intelligence Service, che migliaia di lavoratori nordcoreani sono arrivati in Russia nel 2024 per accettare lavori di costruzione. Effettivamente i dati ufficiali russi mostrano che più di tredicimila nordcoreani sono entrati in Russia nel corso dell’anno, un numero dodici volte superiore a quello del 2023. Il bisogno di manodopera in Russia è molto forte: è dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina che il Paese soffre di una significativa carenza di manodopera sia nel settore civile che in quello industriale della difesa. Anche l’arrivo di diverse migliaia di nordcoreani in più rispetto agli anni precedenti per svolgere lavori nei settori civili risulterà marginale a questo proposito, e non allevierà in modo significativo la carenza di manodopera in Russia. Nel dicembre del 2024, le stime parlano di una carenza di circa un milione e mezzo di lavoratori all’interno del sistema economico di Mosca.
Tuttavia, come suggerisce l’Institute for the Study of War, le forniture di materiali e truppe alla Russia da parte della Corea del Nord sono aumentate significativamente nel corso del 2024 e le diverse migliaia di lavoratori nordcoreani arrivati in Russia di recente potrebbero essere l’inizio di afflussi più consistenti in futuro che potrebbero aiutare in modo più significativo i problemi di carenza di manodopera della Russia. Inoltre, è altamente probabile che le imprese russe non paghino ai lavoratori nordcoreani gli stessi stipendi dei cittadini russi. Dunque un futuro afflusso di altri lavoratori nordcoreani nel Paese potrebbe comportare vantaggi di carattere finanziario per le imprese di Mosca, attenuando così la competizione con le imprese militari e industriali della difesa. sulla forza lavoro.
Inoltre, un aumento significativo del numero di nordcoreani che in futuro lavoreranno nei settori civili della Russia potrebbe anche liberare dipendenti del settore civile russo per lavorare nella base industriale della difesa, così come per combattere in Ucraina.