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Il piano Severino: risparmiare su tribunali e carceri

Trattare il denaro pubblico come denaro di tutti e non come denaro di nessuno e distinguere tra ciò che è funzionale al servizio e ciò che non lo è. Questa la ricetta per il risparmio suggerita dal ministro di Grazia e Giustizia in una intervista a La Repubblica. Nella lista di Paola Severino, tra i 300 e i 350 milioni di euro da risparmiare, spiccano una gara unica per le intercettazioni (tra i 200 ed i 250 milioni di euro in meno all´anno), sorveglianza ridotta per i detenuti non pericolosi, con personale riutilizzato altrove, e soprattutto meno tribunali (80 milioni di risparmi) e meno giudici di pace (circa 28 milioni).
 
Per il ministro “solo una revisione selettiva consentirà di operare tagli e investimenti mirati che renderanno la spesa più efficiente”. A via Arenula, per esempio “c´erano diverse schede di abbonamento a payTv attive, alcune con costi consistenti, ma nessuno sapeva a chi fossero attribuite. Le abbiamo disdette. E ancora: non è detto che per gli arredi si debba ricorrere a mobili costosi, è sufficiente che siano funzionali ma senza eccessi.
 
E per quanto riguarda le carceri: “per quello si lavora a “modelli alternativi per ottimizzare la polizia penitenziaria impiegata nella vigilanza”.
 
Il ministro assicura che “le risorse umane non sono assolutamente ´tagliabili. I magistrati (8.734) sono ben al di sotto dell´organico (10.151). Lo stesso per gli amministrativi, 38mila su 44.122, con un´età media molto alta per il blocco delle assunzioni e pensionamenti in vista”.


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