Bruxelles diventa il fulcro della Difesa transatlantica con il Gruppo di contatto per l’Ucraina, presieduto per la prima volta dal Regno Unito, e la ministeriale della Difesa Nato. Per l’Italia, il ministro Crosetto dovrà affrontare il nodo del budget, con Trump che spinge per il 5% del Pil e Rutte che mira almeno al 3%. L’ipotesi di un incontro con il nuovo segretario alla Difesa Usa, Pete Hegset, potrebbe rappresentare un’occasione per l’Italia per presentare le sue posizioni e rafforzare ulteriormente la cooperazione strategica con gli Usa
Nei prossimi giorni Bruxelles ospiterà una serie di incontri dedicati alla Difesa e alle sfide geopolitiche che minacciano lo spazio transatlantico. Si comincia con la riunione del Gruppo di contatto per l’Ucraina, l’iniziativa che riunisce cinquanta Paesi di tutto il monto per coordinare gli aiuti indirizzati a sostenere Kyiv e che dall’inizio del conflitto hanno fornito al Paese invaso materiali, munizioni e piattaforme per un valore complessivo di circa 126 miliardi di dollari. Per la prima volta da quando il Gruppo è stato attivato tre anni fa, la riunione sarà presieduta dal segretario di Stato per la Difesa britannico, John Healey. I precedenti incontri erano stati organizzati dall’ex segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, riunendo i cinquanta Paesi del gruppo circa una volta al mese. Nel suo ultimo viaggio in Europa, Austin aveva ribadito il fatto che gli Usa avrebbero dovuto continuare a supportare l’Ucraina. Questa volta, invece, il nuovo vertice del dipartimento del Pentagono di Donald Trump, l’outsider Pete Hegset, sarà presente ai vari meeting di Bruxelles, compreso il Gruppo di contatto, in qualità di partecipante, piuttosto che ospite. Ci si aspetta che il nuovo segretario intervenga direttamente ai lavori, ma senza prendere impegni per gli Stati Uniti.
L’agenda della Difesa riunita nella capitale belga continuerà domani, quando si riuniranno al quartier generale della Nato tutti i responsabili delle Forze armate dei Paesi alleati, presieduti dal segretario generale Mark Rutte. L’apertura dei lavori vedrà ancora il protagonismo di Hegset, che insieme a Rutte darà il via alla riunione dei ministri. Il vertice toccherà sicuramente il tema degli investimenti e, soprattutto, delle spese militari di membri europei dell’Alleanza Atlantica. Al netto delle dichiarazioni di Trump, che auspica per i partner del vecchio continente l’arrivo addirittura al 5% del Pil da investire nelle forze militari, anche il segretario Rutte ha convenuto che gli attuali livelli di spesa sono insufficienti per le attuai minacce al continente, puntando piuttosto al 3%. La ministeriale vedrà, tra le altre cose, la firma di diversi accordi e memorandum per aumentare la cooperazione multilaterale guidati dalla divisione Investimenti della Difesa dell’Alleanza.
Naturalmente, tutti questi appuntamenti rappresentano un momento importante anche per l’Italia, con il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che si trova già nella capitale belga. Il tema della soglia di spesa resta il principale dossier che il ministro dovrà affrontare alle riunioni, con l’Italia ancora lontana dal raggiungere il livello minimo del 2% del Pil da dedicare alla difesa, stabilito ormai undici anni fa in Galles. Mentre si fanno sempre più difficili le ipotesi di scorporo del budget dai vincoli del Patto di stabilità o dell’uso di Eurobond per la Difesa, per via dell’ostilità di alcuni Paesi, Germania e blocco orientale in primis, ancora si è riusciti ad arrivare alla quadra del cerchio.
I vertici a Bruxelles rappresentano però anche un’opportunità per il nostro Paese, con l’incontro bilaterale tra il ministro Crosetto e l’omologo statunitense Hegset. Come riferito dal ministero, il primo incontro tra i due è servito a confermare gli “storici legami tra Italia e Usa” puntando a continuare “a lavorare insieme per favorire la stabilità internazionale”. Tra i numerosi dossier trattati, i due hanno “valutato possibili iniziative affinché si possa giungere ad una tregua in Ucraina ed aprire tavolo di pace”. Inoltre hanno anche condiviso la “volontà di ampliare la collaborazione in ambito difesa“. Il confronto, propedeutico a eventuali ulteriori incontri al Pentagono, segnala i legami stretti e positivi che Roma ha con Washington, e con la nuova amministrazione, che vanno al di là dei canali Nato o multilaterali. Questo tipo di confronti diretti con i vertici a stelle e strisce potrebbe sicuramente aiutare a presentare le questioni riscontrate dal nostro Paese nel raggiungere le soglie previste e al contempo ricordare i numerosi impegni assunti dalle nostre Forze armate in diversi scenari. Quando si parla di impegni in ambito Nato, infatti, l’Italia è il primo contributore europeo, e il secondo dopo gli Usa, per uomini e mezzi schierati nelle missioni dell’Alleanza. Uno schieramento geografico che copre l’intero arco di instabilità ai confini del Vecchio continente, dal Baltico al Mediterraneo. Una posizione che sicuramente andrebbe presa in considerazione quando si parla di commitment e che potrebbe trovare anche il supporto da parte dell’alleato d’oltreoceano.