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La presidenza Trump? Un nuovo inizio per il Medio Oriente. L’analisi di Tzogopoulos

Conversazione con l’analista greco: “Personalmente considero la presidenza Trump come un nuovo inizio per il Medio Oriente. Nonostante i terribili problemi, ora parliamo di alcune possibilità di pace”. Anche per l’Ue, spiega Tzogopoulos, l’elezione di Trump è una opportunità

“Considero la presidenza Trump un’opportunità per l’Europa. È tempo che l’Ue sia autonoma su tutti i fronti. Le relazioni transatlantiche sono fondamentali per l’Unione, ma essa ha bisogno, in primo luogo, di proteggere i propri interessi”. Così a Formiche.net George Tzogopoulos, lecturer presso l’Istituto Europeo di Nizza Cife, fellow presso il Begin Sadat Center for Strategic Studies in Israele e presso la Hellenic Foundation for European and Foreign Policy in Grecia, che partendo dalle conclusioni del Delphi Forum di ieri analizza lo stato delle cose nei settori di maggiore crisi, con un preciso cambio di paradigma alla Casa Bianca. “La cosa più importante è fermare la guerra in Ucraina a condizioni che siano nell’interesse dell’Ue”.

Il sesto appuntamento del Delphi Forum incentrato sull’Europa sud-orientale che si è tenuto ieri a Washington si è concentrato su Ue, MO e Mediterraneo. Come affrontare le crisi in atto?

Il cessate il fuoco in Medio Oriente è cruciale. Se sarà preservato, allora la stabilità andrà a beneficio di tutti gli attori coinvolti. Ma vediamo che il cessate il fuoco, specialmente a Gaza, è fragile. Inoltre, il caso della Siria merita un’attenzione speciale. Bisognerà vedere se il nuovo governo siriano sarà pragmatico o più radicale nel suo approccio. Personalmente considero la presidenza Trump come un nuovo inizio per il Medio Oriente. Nonostante i terribili problemi, ora parliamo di alcune possibilità di pace.

La leadership degli Stati Uniti è la chiave per la stabilità del Medio Oriente?

L’instabilità in Medio Oriente è diacronica. Vediamo che Hamas controlla ancora la Striscia di Gaza, sebbene Israele goda di una superiorità militare e sia in grado di vincere le guerre. La situazione è ora migliore per Israele rispetto a prima del 7 ottobre, ma è ancora troppo presto per essere ottimisti su un accordo di pace. Sì, il presidente Trump ha la chiave del successo. Ma deve convincere i leader di Aran di una possibile risoluzione della questione pakistana. Basandosi sulle lezioni della storia, il compito è erculeo.

Con la nuova presidenza americana come procederanno i rapporti tra Grecia e Turchia?

Le relazioni greco-turche sono già entrate in una nuova fase di tensioni negli ultimi mesi. Mi aspetto che le tensioni aumentino, ma mi aspetto anche che queste tensioni vengano gestite. In generale, la Turchia sta diventando un attore importante nel Mediterraneo e questo ha un impatto sugli interessi greci. Sotto Trump 2.0, tuttavia, mi aspetto che la Grecia elevi ulteriormente i legami con Israele, uno sviluppo favorito dal presidente americano.

Cosa si aspetta Trump dall’Europa e come l’Europa dovrà essere più intraprendente e attiva?

La cosa più importante è fermare la guerra in Ucraina a condizioni che siano nell’interesse dell’Ue. La Russia sembra guadagnare militarmente in Ucraina e questo rafforza la sua posizione al tavolo delle negoziazioni. Forse saranno necessarie forze di peacekeeping dell’Ue in Ucraina (nel caso in cui la guerra finisca). Personalmente considero la presidenza Trump un’opportunità per l’Europa. È tempo che l’Ue sia autonoma su tutti i fronti. Le relazioni transatlantiche sono fondamentali per l’Ue, ma essa ha bisogno, in primo luogo, di proteggere i propri interessi. Sfortunatamente, negli ultimi quattro anni ho osservato una tendenza alla deindustrializzazione europea. L’Ue deve essere sincera nelle sue relazioni con gli Usa.


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