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Indo-Mediterraneo: Francia 2 Italia 0

L’Indo-Mediterraneo è il cuore delle nuove rotte globali, e l’Italia rischia di restare indietro. Mentre la Francia si muove con strategie mirate su Marsiglia, Roma tarda a giocare le sue carte su Trieste. Adesso serve una visione chiara e un’azione di squadra, a sostegno della presidente Meloni, per ribaltare il vantaggio francese

L’Indo-Mediterraneo è oggi lo spazio più strategico per la proiezione internazionale italiana, collegato direttamente al futuro del commercio globale. Questo spazio che interconnette l’Atlantico all’Indo-Pacifico, passando per l’Africa, diventa ancora più importante in funzione delle politiche tariffarie emergenti. Qui si inserisce l’Imec (India-Middle East-Europe Corridor), il progetto costruito durante il G20 di New Delhi (settembre 2023), che sta ridefinendo i rapporti tra Europa e Asia attraverso una nuova connettività, secondo quella che viene definita “Golden Road”.

Sui punti di approdo critici di questo corridoio è in corso una competizione serrata. Tra le principali opzioni sul tavolo c’è il Pireo (che ha il problema di essere controllato dalla Cina), Marsiglia, che gode di un forte supporto politico francese, e Trieste, che avrebbe le caratteristiche per diventare il vero hub europeo (“il porto d’Europa”). Ma lo scalo triestino, nonostante il suo potenziale geo-strategico e tecnico, resta in una posizione marginale per mancanza di iniziativa italiana.

La Francia, da parte sua, si è mossa subito: ha nominato un inviato speciale per il progetto, che ha già effettuato diverse missioni in India nel giro di un anno. L’Italia, invece, pur riconoscendo l’importanza del dossier, non ha ancora individuato una figura di riferimento per gestire le complesse dinamiche di Imec – di cui l’Italia è comunque co-firmatario originale, grazie a un guizzo della presidenza del Consiglio.

Su Trieste, nonostante converga anche l’interesse americano, non si registra nessuna iniziativa concreta di rilievo, con l’eccezione di un intervento della presidente del Consiglio sulle pagine del Piccolo (a ottobre scorso).

Ma Parigi continua a giocare le sue migliori carte: ha recentemente ospitato il primo ministro indiano Narendra Modi, che ha visitato proprio Marsiglia, inaugurando un nuovo consolato e portando avanti la discussione sul Mumbai-Marseille Corridor, rafforzando il ruolo dello scalo francese. Inoltre, è stato lanciato proprio a Marsiglia il “Raisina Mediterranean”, un’estensione europea del principale evento internazionale dell’Orf – il più strategico dei think tank indiani — consolidando il ruolo dello scalo provenzale per l’Indo-Mediterraneo.

Questi sono i motivi del punteggio Francia 2 – Italia 0. La domanda ora è: cosa fare?

Le ragioni di questa situazione risiedono probabilmente nella mancanza di una strategia chiara e operativa da parte del governo italiano. Nonostante la leadership internazionale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i suoi solidi rapporti con figure chiave come Donald Trump, lo stesso Narendra Modi e i leader del Golfo, la centralità riconosciuta in Ue, nonché la stabilità del suo governo rispetto ad altri europei, sembra mancare una visione sistemica e un’azione di squadra per tradurre questo attivismo della leader in risultati concreti della squadra.

Risultato: l’esecutivo non ha ancora messo in campo un piano efficace e si muove con ritardo nelle dinamiche geopolitiche della regione. Ripartire da qui per l’interesse nazionale.

Roma ha spesso dimostrato la capacità di ribaltare i risultati all’ultimo minuto. Ma fino a quando si potrà sperare di ottenere risultati così? Servono tattiche e strategie precise, una visione operativa e concreta. Senza lavoro di squadra, anche il miglior centravanti soffre e il gioco viene dettato dagli altri, sottraendo all’Italia spazi e opportunità.


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