Mentre Mosca e Washington valutano le basi per un possibile negoziato sulla fine della guerra in Ucraina, il segretario alla Difesa Usa si rivolge agli alleati e spinge per un maggiore impegno europeo sulla sicurezza. Spesa militare al 5% del Pil e primaria responsabilità nella difesa sono le prime richieste di quello che si prospetta essere un dialogo lungo e complesso. Un nuovo equilibrio nei rapporti transatlantici si profila all’orizzonte, con Washington pronta a ridisegnare il ruolo dell’Europa nella difesa del continente
Il conflitto russo-ucraino potrebbe essere a un punto di svolta. Dopo quasi tre anni senza comunicazioni tra la Casa Bianca e il Cremlino, la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin del 12 febbraio sembra aprire a una prima possibilità di dialogo sulla fine della guerra e sul futuro dell’Ucraina. Mentre tra Mosca e Washington iniziano le prime prove di coordinamento su una possibile trattativa, a Bruxelles il vertice dei ministri della Difesa della Nato rappresenta la prima vera occasione di confronto diretto tra la nuova amministrazione statunitense e gli Alleati europei.
Già ieri, alla riunione del Gruppo di contatto per il supporto all’Ucraina, il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, aveva esposto a grandi linee le prospettive dell’amministrazione Trump sui termini di una pace negoziata: niente ingresso nella Nato per Kyiv, cessioni territoriali alla Russia e il dispiegamento di peacekeeper (anche europei) per impedire un fallimento degli accordi e uno scenario da “Minsk 3.0”.
Ora, a latere del vertice, Hegseth ha voluto riaffermare le priorità dell’Alleanza Atlantica e lo spirito con il quale gli Stati Uniti intendono, nelle parole del capo del Pentagono “Make Nato Great Again”. Secondo il segretario alla Difesa, è ora che l’Alleanza torni a concentrarsi sui suoi compiti originari, impedire un conflitto tra grandi potenze in Europa e garantire una credibile deterrenza nucleare. Perché queste due priorità siano soddisfatte, spiega Hegseth, “è il momento che gli europei assumano un ruolo primario nella difesa del loro continente”. Questo vorrà dire, in primo luogo, che le spese militari dovranno aumentare e, per la prima volta in via ufficiale, gli Stati Uniti hanno chiesto che l’impegno alleato in tal senso sia portato al 5% del Pil.
“Nulla può rimpiazzare l’hard power”, ha enfatizzato Hegseth, il quale ha criticato i tentennamenti europei sulle spese militari, esortando gli Alleati a fare proprio il motto “Peace through strength”. “La Nato è una grande Alleanza”, ha dichiarato il segretario, pur sottolineando come, già ai tempi della presidenza Eisenhower, la ripartizione degli oneri, eccessivamente sbilanciata a favore dell’Europa, costituisse una vulnerabilità strategica. Ora, con il vertice dei ministri della Difesa a Bruxelles, si apre un nuovo corso per i rapporti euroatlantici, con gli Stati Uniti che, pur non rinnegando i legami con il Vecchio Continente, sono pronti a presentare all’Europa il conto della sua stessa sicurezza.