Dopo averli ostracizzati per anni, tenendoli in disparte, il presidente cinese ha tenuto un incontro con i maggiori uomini d’affari del Paese. Tra questi anche il proprietario di Alibaba, Jack Ma, l’uomo che per lungo tempo ha vissuto nell’ombra. Ora però, insieme agli altri leader del settore privato, servono a Pechino per tornare a correre
“Gli imprenditori dovrebbero essere pieni di spirito imprenditoriale e patriottico, elevare continuamente i propri ideali e coltivare un profondo senso di responsabilità nazionale”. Sono le parole che ha rivolto il presidente Xi Jinping ai business man più importanti della Cina, in un incontro storico che segna il riavvicinamento tra la politica e il settore privato cinese in un momento delicato, segnato dal ritorno dei dazi di Donald Trump. Per lungo tempo il governo ha tenuto in disparte i magnati, alcune volte estromettendoli dalla scena pubblica.
Il caso più famoso era stato quello del fondatore e proprietario di Alibaba, Jack Ma, poi riabilitato. C’era ovviamente anche lui ad ascoltare il leader maximo, insieme ad altri omologhi: Ren Zhengfei di Huawei, Lei Jun di Xiaomi, Pony Ma di Tencent, Wang Xing di Meituan, Wang Chuanfu di Byd, Wang Xingxing di Unitree, Yu Renrong di Will Semiconductor, Liu Yonghao di New Hope e, immancabilmente, Liang Wenfeng di DeepSeek. I grandi assenti invece erano Robin Li, fondatore di Baidu, e Richard Liu, capo di JD.com, le cui aziende sono scese a Hong Kong rispettivamente del 7% e del 3%.
Ai presenti, Xi Jinping ha sottolineato che “dovrebbero sforzarsi per contribuire maggiormente alla promozione tecnologica e alla costruzione di un moderno sistema industriale”. La chiamata alle armi (metaforica) si è resa necessaria per far tornare a correre l’economia del Dragone, che negli ultimi tempi ha rallentato a causa di un mix tra crisi immobiliare, disoccupazione giovanile e bassi consumi. Per riuscirci, oltre all’intenzione di Pechino di puntare sull’intelligenza artificiale così come su altri settori chiave come quello delle auto elettriche, c’è anche bisogno di una sana competizione interna tra aziende che possa incentivare il progresso e lo sviluppo.
Finora, le società private erano state messe all’angolo. Nonostante la loro funzione essenziale per la vita dello Stato, i loro principi cozzavano con l’interesse nazionale, da anteporre al successo di chiunque. Sono quindi seguite delle strette normative da parte del governo centrale, volte a perseguire presunti casi di corruzione. Motivo per cui molti imprenditori hanno deciso di vivere all’estero. Ora è tempo di azzerare tutto, lasciandosi alle spalle i dissidi per aprire “un nuovo capitolo”, Come evidenziato da Wang Huning, uno dei funzionari e ideologi di più alto livello all’interno del Partito Comunista.
In che modo è ancora tutto da vedere. L’incontro tra Xi Jinping e i pesi massimi del settore privato cinese segna una novità, ma come spesso accade quando si parla della Cina non è chiaro in che modo debba avvenire la trasformazione. Dietro c’è una logica: se il fine è competere con gli Stati Uniti, l’unico messaggio che si lascia trapelare è che le cose stanno cambiando.