Nei giorni in cui il governo cerca le coperture per un nuovo intervento sui costi energetici per i consumatori, l’associazione delle imprese produttrici di elettricità lancia due proposte con cui abbattere la spesa: l’estensione delle agevolazioni alle piccole imprese e il rinnovamento dei parchi rinnovabili
Negli ultimi due giorni il prezzo del gas è sceso fino ai 47 euro per megawattora, ma nelle ultime settimane il caro-energia è comunque tornato a mordere le imprese e i consumatori. Il governo è corso ai ripari, tentando nuovamente la via dell’abbattimento degli oneri o del bonus, resta ancora da capire. Così come restano ancora da individuare le coperture con cui finanziare il nuovo intervento sulle bollette. Un punto, su cui avrà l’ultima parola il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di raccordo con il responsabile dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
Nel frattempo, le imprese fanno le loro proposte. Tra i fianchi più esposti c’è la filiera dei produttori di energia, il cui 70% è rappresentato da Elettricità Futura. L’associazione, parte da un assunto: se si vuole abbattere il prezzo dell’energia, nell’attesa che l’Italia possa eventualmente avviare ragionamenti concreti sul nucleare, bisogna continuare a battere la strada delle rinnovabili. “I recenti picchi dei prezzi del gas, grandemente influenzati dalla speculazione che muove sulle tensioni internazionali”, si legge in un documento elaborato da Elettricità Futura, “stanno incidendo in modo significativo anche sul mercato elettrico, distorcendo le reali dinamiche di domanda e offerta”.
Un fenomeno che “interessa l’intera Europa, in primis i Paesi come l’Italia e la Germania che ancora dipendono in misura rilevante dal gas naturale per la produzione di energia (40% del mix). I consumatori domestici in questi Paesi subiscono infatti prezzi dell’energia molto elevati rispetto a quelli meno legati al gas (0.293 /kWh in Germania, 0.274 in Italia contro gli 0.212 in Francia e gli 0.203 in Spagna)”. E, “consapevole delle difficoltà che famiglie ed imprese stanno attraversando, Elettricità Futura sta elaborando proposte d’intervento per mitigare questi fenomeni e le ricadute sui consumatori”.
La stessa associazione, che il prossimo 26 febbraio organizzerà alla Camera un convegno dedicato all’idroelettrico, lo chiarisce. “Attualmente, i più penalizzati sono i piccoli-medi consumatori, sia domestici che piccole e medie imprese, che non beneficiano delle tante agevolazioni attive e già adottate in passato a favore dei grandi gruppi industriali. Questi ultimi ricevono già da anni una serie di sussidi (come l’interconnector, l’interrompibilità e il rimborso CO2), a cui si è aggiunto il meccanismo dell’Energy Release”.
“Per proteggere questi segmenti di consumatori non agevolati, si propone la contrattualizzazione a medio-lungo termine, tramite il Gestore dei servizi energetici (Gse), della capacità rinnovabile (eolica e fotovoltaica) su cui l’Italia sta investendo da un paio d’anni in accordo agli obiettivi del Piano Energia e Clima al 2030 approvato dal governo e non ancora assegnata”. Secondo Elettricità Futura questa iniziativa potrebbe aiutare a stabilizzare i prezzi finali dei consumatori su circa 20 miliardi di kWh di energia elettrica per il corrente anno.
L’altro angolo di attacco ai costi in bolletta è dato dalle rinnovabili. “Con il rinnovamento degli impianti eolici e fotovoltaici nei siti esistenti si potrebbero aggiungere ulteriori 20 miliardi di kWh di produzione, con il duplice vantaggio di evitare impatti ambientali aggiuntivi e aumentare la disponibilità di energia rinnovabile. Ciò favorirebbe la minor dipendenza energetica del Paese dalle importazioni di gas con un beneficio per il sistema di circa 2 miliardi”. Rimanendo nel campo delle rinnovabili e nell’ottica di un contributo alla riduzione dei costi in bolletta, sempre secondo Elettricità Futura, il prezzo dell’elettricità potrebbe ulteriormente scendere se le Regioni autorizzassero gli impianti rinnovabili che hanno le autorizzazioni bloccate da tempo.