Conversazione con il vicepresidente della commissione esteri/difesa del Senato, in vista dell’arrivo in Italia dello Sceicco Mohammed bin Zayed: “La speciale relazione tra Roma e Abu Dhabi è destinata a una crescita esponenziale. La postura internazionale del governo ha fatto guadagnare all’Italia una centralità oggettiva, direi mai avuta negli ultimi decenni. Con la stella polare rappresentata dal concetto di Italia globale”
Il prossimo 24 febbraio Giorgia Meloni offrirà una colazione allo Sceicco Mohammed bin Zayed che, poco dopo, interverrà al Business Forum italo-emiratino, nell’ambito della visita di Stato in Italia del presidente degli Emirati Arabi Uniti. Secondo il vicepresidente della Commissione esteri/difesa del Senato, Roberto Menia, l’attenzione oggettiva che i Paesi del Golfo riservano all’Italia dimostra due cose: che la speciale relazione tra Roma e Abu Dhabi è destinata ad una crescita esponenziale e che la postura internazionale del governo ha fatto guadagnare all’Italia una centralità oggettiva, con la stella polare rappresentata dal concetto di Italia globale.
Un mese fa la presidente del Consiglio è stata ad Abu Dhabi per il Sustainability Week, la prossima settimana arriverà a Roma il presidente degli Emirati Arabi Uniti: questa densità di incontri cosa significa in termini di alleanze geopolitiche?
Appare evidente che la strategia del governo italiano, sin dal suo insediamento, si è caratterizzata per una peculiare attenzione verso un quadrante del mondo che ha un preciso peso specifico alla voce geopolitica. Ad Abu Dhabi Meloni ha ricordato che l’Italia è l’hub energetico naturale tra Europa ed Africa e che il Piano Mattei rappresenta uno strumento di visione per consentire alla nostra Nazione di avere una progettualità non sulla carta, così come c’è stata negli ultimi due decenni, ma tangibile perché riscontrata da fatti, incontri, missioni e accordi. Non sfuggirà ad attenti osservatori quanto l’accordo siglato con Albania ed Emirati Arabi Uniti sulla produzione green sia di fondamentale importanza, perché se da un lato tesse una tela di alleanze che va dal Mediterraneo al Golfo, dall’altro porta dei benefici reali che vanno oltre le nostre coste. Per cui questa densità di incontri portano un dividendo politico di un certo rilievo per l’Italia e segnano un tratto di discontinuità rispetto ad atteggiamenti di altri governi, spesso portati ad eventi carichi di immagine ma poveri di contenuti.
Cosa aspettarsi dal Business Forum italo-emiratino?
Sinergie, opportunità e visioni. Si tratta di un quadro che il governo applica con costanza come dimostra l’ultima missione in Arabia Sadita, visto che la medesima strutturazione è stata attuata anche con altri partner. Dimostra una volta di più che la capacità politica risiede nell’individuare nuove strade da far percorrere anche alle nostre imprese, che rappresentano il futuro perché devono essere messe nelle migliori condizioni di operare. L’Italia può vantare in questo senso una serie di competenze di altissimo profilo che ben si sposano con le esigenze di paesi come gli Eau.
Dal Mediterraneo al Golfo: perché l’Italia può essere centrale?
Lo ha spiegato più volte Giorgia Meloni, recentemente elogiata anche dal Welt per la sua azione diplomatica, che i cambiamenti epocali in cui viviamo possiamo subirli in maniera passiva, così come finora abbiamo fatto come ad esempio sulla concorrenza sleale di alcuni Paesi, oppure possiamo coglierli, trasformandoli progettualmente in opportunità. Ma per fare ciò occorre un piglio coraggioso e visionario, che ci faccia procedere senza paura di osare. Mi riferisco ad ambiti di primaria importanza per i nostri interessi strategici come la transizione energetica, la difesa, l’IA, la digitalizzazione. Dovremo essere capaci di individuare un equilibrio, virtuoso e armonico, tra sostenibilità e innovazione. In questo senso la centralità di cui lei parlava nel quesito tra Mediterraneo e Golfo è già una realtà per l’Italia, come dimostrano le numerosissime interlocuzioni con Roma di nazioni chiave, come Eau, Arabia Saudita, Qatar. Proprio la settimana scorsa, assieme al presidente dei senatori di FdI Lucio Malan e della sen. Susanna Donatella Campione abbiamo accolto in Senato i rappresentanti di un’altra nazione strategica come il Qatar: ovvero la vice Presidente del Qatar Hamda Bint Hassan Al Sulaiti insieme a una nutrita delegazione. Durante l’incontro è stato sottolineato il ruolo fondamentale del Qatar nel processo di pace in Medio Oriente oltre a ribadire il rapporto di amicizia tra Italia e Qatar.
L’attenzione oggettiva che i Paesi del Golfo riservano all’Italia cosa significa?
Dimostra due cose: che la speciale relazione tra Roma e Abu Dhabi è destinata ad una crescita esponenziale e che la postura internazionale del governo ha fatto guadagnare all’Italia una centralità oggettiva, direi mai avuta negli ultimi decenni. Con la stella polare rappresentata dal concetto di Italia globale.