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Confindustria aggiorna la tabella di marcia sul Pnrr

La messa a terra del Piano procede sia in termini di allocazione della spesa, sia di investimenti. E questo fa dell’Italia uno dei Paesi più virtuosi nello sfruttamento dei fondi europei

Due mesi fa l’Italia ha incassato la sesta rata del Pnrr e chiesto il pagamento della settima (18,3 miliardi). D’altronde, essendo lo Stivale il principale destinatario per volume di risorse (quasi 200 miliardi) in Europa, procedere e lavorare di buona lena è quasi d’obbligo. Il Centro studi di Confindustria ha fatto il punto della situazione sulla messa a terra degli investimenti legati ai fondi erogati dall’Europa.

Ebbene, il dato senza dubbio positivo è che, nel confronto internazionale, “nonostante i possibili ritardi di spesa, il piano italiano sta avanzando con una velocità di implementazione superiore ad altri Paesi. L’Italia ha raggiunto il 43% dei traguardi e obiettivi concordati con la Commissione europea contro il 28% medio dei paesi, prendendo come metro di misura un piano che vale almeno 5 miliardi. Inoltre ha ricevuto il 63% delle risorse, ben sopra la media europea del 48%”.

E anche sul versante della spesa l’Italia mantiene un buon passo. “La previsione di spesa sostenuta al 31 ottobre 2024”, hanno scritto gli economisti di Confindustria, “era di 58,6 miliardi di euro (30% dei 194,4 miliardi di risorse totali a disposizione). Tuttavia, dal monitoraggio della pianificazione finanziaria e progettuale emerge che al 13 dicembre sono state attivate il 95% delle risorse del Piano e sono stati siglati contratti (risorse impegnate, ndr) per 125 miliardi (64%)”.

Ma quale l’impatto del Pnrr, di cui l’Italia da tempo chiede la proroga della scadenza naturale (2026)? “Nel Piano strutturale di bilancio di fine settembre, l’impatto del Pnrr sulla crescita del Pil italiano è stato rivisto al ribasso nel 2024 e 2025, e alzato nel 2026 rispetto a quanto indicato nel Def di aprile scorso. Le stime più recenti sembrano scontare non solo un ritardo nell’implementazione delle misure rispetto a quanto pianificato, ma anche un peggioramento nel grado di efficienza nello spendere le risorse”.

Un passo spedito, infine, si registra anche sul versante della cultura. Secondo quanto emerso dal Quaderno dell’Associazione Civita, enti e istituzioni culturali hanno allocato il 95% dei fondi e centrato i target concordati con Bruxelles. Nello specifico, a oggi tutte le risorse del Pnrr del ministero della Cultura sono state assegnate, i progetti sono tutti in fase di realizzazione e i target europei finora previsti sono stati tutti conseguiti entro le scadenze stabilite.


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