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Italia, Danimarca e Paesi Bassi. Le strategie comuni sull’asse nord-sud Europa

Il doppio incontro che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, avrà a Palazzo Chigi con il primo ministro del Regno di Danimarca, Mette Frederiksen e il primo ministro del Regno dei Paesi Bassi, Dick Schoof, mette in luce sia le relazioni italiane con i due Paesi in questione su temi rilevanti come la Nato e l’immigrazione, sia il peso specifico di Copenaghen e Amsterdam nelle dinamiche europee alla voce Ucraina e Usa

Nato, Ue, migranti e Ucraina sono tematiche che saranno al centro dei prossimi bilaterali del presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il primo ministro del Regno di Danimarca, Mette Frederiksen e il primo ministro del Regno dei Paesi Bassi, Dick Schoof. La danese è, come Meloni, la prima donna al governo del suo Paese; l’olandese, pluriministro, è stato a capo dell’intelligence e conosce molto bene lo scacchiere internazionale in cui i Paesi Ue si stanno muovendo. I bilaterali saranno l’occasione per rafforzare strategie comuni e pianificare il lavoro delicato dei prossimi mesi. Non va dimenticato, infatti, che a margine dei consigli europei del 18 ottobre e del 19 dicembre il premier italiano aveva promosso, assieme ai due omologhi, una riunione informale per discutere di gestione dei flussi migratori e di modello-Albania.

Frederiksen e Meloni

Il più giovane primo ministro del Regno di Danimarca, Mette Frederiksen (coetanea della Meloni), ha vinto le elezioni con una piattaforma di destra sull’immigrazione, pur essendo di altra estrazione politica. È quello un preciso punto di contatto con Palazzo Chigi, che è stato sviluppato nel corso degli anni in maniera fruttuosa, con la convergenza danese sulla proposta italiana relativa al modello-Albania. Nel programma ci sono tre proposte alla voce immigrazione: la possibilità che i richiedenti asilo siano trasferiti in Ruanda; il trasferimento nelle carceri kosovare di migranti condannati a vario titolo per reati commessi su suolo danese; il ritiro dei permessi di soggiorno a quegli immigrati i cui paesi di provenienza non sono pià in guerra. Già il 21 aprile del 2023 si era svolto un proficuo bilaterale a Roma tra le due leader.

Il ruolo di Copenaghen

I temi centrali tra Roma e Copenaghen (a 164 anni dall’inizio della relazioni diplomatiche) sono evidentemente la gestione dei flussi migratori, l’adesione di Ucraina e Moldova e l’allargamento dell’Unione Europea ai Balcani occidentali e gli scenari internazionali tra Ue e Usa. A ciò va sommata la convergenza politica sia sul rilancio della competitività industriale europea in chiave dazi, sia il ruolo della Cina. Lo scorso 16 gennaio si erano incontrati a Roma i ministri degli Affari Europei dei due Paesi, Tommaso Foti e Marie Bjerre, proprio per tastare temi basilari come la necessità di una sburocratizzazione delle normative europee e la necessità di coniugare la transizione ecologica a una neutralità tecnologica.

Alla Danimarca inoltre spetta la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea nel secondo semestre in un preciso momento in cui il ruolo geopolitico danese spicca come non mai all’interno dello scenario complessivo e in riferimento alle possibili future tensioni internazionali. Va ricordato che il Regno di Danimarca include anche i territori della Groenlandia e delle Isole Faroe. Proprio la Groenlandia acquisisce più peso specifico a seguito dell’aumento delle temperature nell’Artico, che con lo scioglimento potrebbe sviluppare nuove rotte commerciali tra Asia ed Europa e aprire a nuove esplorazioni del sottosuolo.

Il ruolo dei paesi Bassi

I Paesi Bassi sono il nono mercato di destinazione dell’export italiano con una quota di mercato del 3,4% e il quarto fornitore dell’Italia con una quota di mercato del 6,1%. L’interscambio con l’Italia nel 2023 è stato pari a 54.913 milioni. Alla guida del governo c’è l’ex capo dell’intelligence e già ministro di Interni e Giustizia: Schoof è un indipendente, con una lunghissima carriera all’interno della pubblica amministrazione. Ha giurato lo scorso luglio dinanzi al re, succedendo a Mark Rutte, attuale segretario generale della Nato.

Lo scorso autunno ha presentato una legge sull’immigrazione particolarmente stringente, creando un asse ideale proprio con Italia e Danimarca: l’obiettivo è ridurre il numero di richiedenti asilo verificando la sicurezza delle aree di provenienza, eliminando il regime di “status permanente”, ma perimetrando la condizione di rifugiato ad un visto di massimo 3 anni e immaginando Paesi terzi di destinazione (come l’Uganda).

C’è una foto altamente significativa che risale allo scorso 2 marzo: ritrae il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, in passato a capo dell’intelligence turca, il primo ministro olandese Dick Schoof, anche lui ex numero uno degli 007 e Giorgia Meloni in occasione del vertice sull’Ucraina. Li lega una condivisione di strategie future sull’asse nord-sud Europa in vari dossier.


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