Il patron di Tesla è interessato a incontrare il Capo dello Stato Sergio Mattarella per salvaguardare l’accordo su Starlink. Nel frattempo il braccio destro italiano dell’imprenditore, Stroppa, pubblica post contro Fratelli d’Italia e giornalisti italiani. La tattica per fare attività di lobbying, in questo modo, rischia di diventare controproducente. Conversazione con il direttore de il Riformista, Claudio Velardi
L’ultima notizia in ordine cronologico – come riferisce il Financial Times – è la volontà, espressa dal patron di Tesla e SpaceX Elon Musk, di incontrare il Capo dello Stato Sergio Mattarella. L’obiettivo, chiaramente, è quello di salvare l’accordo su Starlink. Nel frattempo, anche alla luce delle ultime dure prese di posizione del braccio destro italiano di Musk, Andrea Stroppa, a Palazzo Chigi aumentano i dubbi sull’opportunità di adottare per il nostro Paese i sistemi di comunicazione digitale forniti da Musk. In tutto questo, però, “il patron di Starlink, probabilmente anche attraverso il suo collaboratore Stroppa, sta adottando un modo di fare lobbying che non è adeguata al sistema italiano e, con queste modalità così brusche, rischia di essere perfino controproducente”. A parlare sulle colonne di Formiche.net è Claudio Velardi, direttore de Il Riformista e lobbista di lungo corso.
Come si stanno comportando secondo lei Musk e Stroppa in termini di attività lobbistica?
Se ci si pone in maniera così drastica, così arrogante e prepotente il rischio è che il sistema ti respinga. Se l’emissario italiano di Musk spara ad alzo zero e oltreoceano il proprietario di Tesla e Starlink inveisce contro tutto e tutti, non si va da nessuna parte. Il sistema, in particolare in un Paese come il nostro, va ammansito.
Una differenza di approccio sull’attività di lobbying rispetto a quella che si fa negli Stati Uniti?
Questo è certo. Negli Usa l’attività di lobbying è molto più diretta ma un metodo di questo tipo è difficilmente conciliabile con il nostro sistema istituzionale. I lobbisti italiani sono felpati, rispettosi e talvolta in qualche modo insinuanti perché conoscono la complessità delle istituzioni nazionali. Alla base della querelle Starlink, comunque, c’è una questione di cui nessuno parla.
Ovvero?
L’impatto che il sistema Starlink potrà avere, realmente, sui cittadini italiani. Noi dobbiamo capire – perché è nell’interesse di tutti – se adottare questo tipo di sistema satellitare (rispetto ad altri) è conveniente in termini di ricadute sul cittadino comune. Fermo rimanendo che il nostro Paese, sul piano della digitalizzazione, è fra gli ultimi in Europa. Anche per ragioni morfologiche e di conformazione del territorio.
Qualcuno mette in dubbio la capacità di tutelare i dati che passerebbero dal sistema satellitare Starlink. Preoccupazioni fondate?
Onestamente questo tipo di questioni lasciano il tempo che trovano. Peraltro, da quanto ne so, i dati (sensibili o meno) sono maggiormente garantiti da un sistema satellitare rispetto agli altri a disposizione.
Quale deve essere la risposta della politica?
La politica prima di tutto deve rendere conto ai cittadini che amministra. Se l’esigenza è quella di creare un sistema di connessione più solido ed efficiente è la richiesta delle persone, va assecondata. A Musk, certamente, vanno chieste garanzie.
Quanto sono attendibili le prese di posizione di Musk?
Sotto il profilo imprenditoriale è un genio e questo è fuori discussione. La commistione difficilmente digeribile è legata al suo ruolo nell’amministrazione di Trump. Il rischio è che a fronte di alcune prese di posizione, cada immediatamente dopo in contraddizione.