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Austria, tesi e idee del leader destroso giunto terzo alle elezioni

Si possono vincere elezioni politiche con poco più del 20% dei consensi? Heinz-Christian Strache è il vincitore morale delle elezioni austriache, a una settimana dalle urne tedesche: il successore di Jörg Haider alla guida del partito di estrema destra Fpö è stato premiato alle urne con il 21,5% dei voti guadagnando quattro punti rispetto al 17,5% del 2008 e risultando il terzo partito dietro socialisti e centristi. Grandi sconfitti sono i due partiti della Grande coalizione di governo uscente, i socialisti (Spoe) al 26,5% (i calo di due punti) e i cristianopopolari secondi a soffio (un punto e mezzo) di distanza proprio da Strache.

Successore di Haider
I punti cardine della campagna elettorale dei destrosi di Vienna sono le politiche anti-stranieri impostate sull’amore per gli austriaci, la contestazione dell’euro, lotta alla corruzione e la difesa degli interessi “dell’uomo della strada”. Colui che ha raccolto il testimone del carismatico governatore della Carinzia, Jorg Haider, morto cinque anni fa in un incidente d’auto, è molto capace nel conquistare il consenso. Il soprannome è “HC” dalle iniziali del nome: 44 anni, odontotecnico viennese, nel 2005 venne eletto segretario del Partito della Libertà Austriaco. Tre anni più tardi il suo FPÖ centrò un obiettivo storico alle elezioni federali anticipate: 17,5% dei voti e 34 seggi, che unito al 10,7% del rivale BZÖ, anch’esso in netta crescita, arriva al 28,2% e a 55 seggi.

Le tesi di HC
“L’Austria è nel cuore d’Europa, il nostro successo è significativo per il futuro del nostro continente e per come batteranno il polso e il cuore dell’Europa”. Queste le sue prime parole ieri a urne “ancora calde” a dimostrazione di una battaglia che condurrà, sino in fondo, con i partiti tradizionalmente legati all’Europa. Proprio il Vecchio continente è in cima ai suoi pensieri. Sostiene che i cittadini europei non vogliano una Ue centralista, “ma più libertà, più sovranità nazionale, e che cresce sempre più forte il desiderio di un’Europa delle Patrie”. A chi lo interroga circa la pericolosità di queste sue tesi, HC replica di ispirarsi al generale De Gaulle, e fa riferimento ad altri elementi veramente pericolosi come il Trattato di Lisbona, poi Maastricht e il Patto di stabilità “violati in disprezzo del diritto internazionale, regole di bail-out e l’idea di assumersi debiti di altri paesi contro ogni concetto di diritto”.

Il rischio centralismo
Secondo HC il rischio vero di questa direttrice è di ottenere un super Stato centralista, in un’Europa caratterizzata da sempre dalla “molteplicità di culture lingue e popoli”. Altro aspetto su cui il partito ha raccolto il consenso è la questione dell’immigrazione-integrazione. Secondo Strache il nodo è chi abusa dell’asilo e chi fa “ombra” a quegli immigrati che invece lavorano con profitto e producono. Per questo predica contrarietà ad un’islamizzazione dell’Austria e dell’Europa, in quanto “i nostri valori comuni sono cristiani e occidentali, tramandiamoli ai nostri figli”.

Lo scoglio dell’euro
Non poteva mancare il riferimento analitico alla moneta unica, su cui solo una settimana fa si erano espressi tutti i dubbi dei “cugini tedeschi” di Alternativa per la Germania. Secondo HC “l’euro è una valuta imposta, la gente non la voleva. Per questo è fallito, è un pozzo senza fondo tra responsabilità comune dei debiti, tassi bassi e rischio inflazione e alta disoccupazione. Diverse valute, almeno due, creerebbero uno sviluppo europeo molto più pacifico per i deboli che potrebbero svalutare e i ricchi che potrebbero rivalutare”. E annuncia a petto in fuori: “Il dibattito non potrà più essere tabù”.

twitter@FDepalo


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