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G7 Esteri, dal Canada un messaggio di coesione transatlantica

Sul tavolo della ministeriale ci sono la questione dei dazi statunitensi e la situazione dell’Ucraina, dopo l’incertezza russa sulla proposta di cessate il fuoco. I lavori hanno visto il ministro italiano ribadire la necessità di mantenere l’unità transatlantica per arrivare a una pace giusta e duratura, che garantisca l’indipendenza e la sovranità di Kyiv e al contempo la sicurezza del continente europeo

A Charlevoix il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha portato in dote la posizione italiana in seno al G7 degli esteri. Ovvero lavorare per la pace e la stabilità, in un contesto attuativo in cui la priorità è senza dubbio il rafforzamento della coesione transatlantica. “Per l’Italia è cruciale l’unità dell’Occidente”, ha sottolineato ai colleghi in Quebec, come d’altronde Giorgia Meloni ha ripetuto sin dalle prime ore del vertice informale sull’Ucraina a Parigi. La tesi di Roma è che non bisogna allargare il solco tra Ue e Usa, che possono discutere, divergere ma non separarsi come forse qualcunaltro vorrebbe in questa fase così complessa e delicata.

Qui Canada

Nelle stesse ore in cui il segretario generale della Nato Mark Rutte incontrava Donald Trump, il Canada chiede apertamente al G7 di sostenere l’Ucraina contro “l’aggressione”. Dal Quebec i ministri di Italia, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Giappone e Stati Uniti, ragionano sulle mosse del presidente Usa e la padrona di casa, la canadese Melanie Joly, aprendo la riunione, ha affermato di sperare di trovare il modo di “continuare a sostenere l’Ucraina di fronte all’aggressione illegale della Russia, vogliamo tutti vedere una pace giusta e duratura in Ucraina”. Messaggio recepito? Sì, ma il Segretario di Stato americano Marco Rubio al contempo chiede al G7 di evitare un linguaggio “antagonista” nei confronti della Russia che, a suo dire, ostacolerebbe la diplomazia della Casa Bianca. Di fatto il tentativo di leggere fra le righe della trattativa di Gedda ed evitare di surriscaldare animi già poco sereni.

I temi

Sul tavolo della ministeriale ci sono la questione dei dazi statunitensi e l’incertezza complessiva sull’Ucraina dopo l’incertezza russa sulla proposta di cessate il fuoco. Non va dimenticato, inoltre, che tra Canada e Usa i rapporti si sono raffreddati a causa dei colloqui sul commercio e sulle parole di annessione pronunciate da Trump. Fino a ieri sera la dichiarazione finale non ha trovato una quadra al fine di mostrare un fronte unito in Canada. Secondo Tajani “il G7 è un formato essenziale per discutere tra alleati dei principali dossier internazionali”. I lavori, iniziati il 13 marzo, hanno visto il ministro italiano ribadire la necessità di mantenere l’unità transatlantica per arrivare a una pace giusta e duratura, che garantisca l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina e al contempo la sicurezza del continente europeo.

Spazio poi a una discussione su come rafforzare il formato G7, in occasione dei 50 anni dalla sua istituzione, su cui Tajani ha ricordato ai colleghi il ruolo svolto nel 2024 dalla presidenza italiana per rilanciare il formato e allargarlo alle interlocuzioni con altri soggetti, sia globali che regionali. In questa direzione va letta la riflessione dedicata all’Indo-Pacifico, la cui stabilità e prosperità sono strettamente connesse a quella europea e globale.

I bilaterali

Tajani inoltre ha incontrato gli omologhi del Regno Unito, David Lammy e del Giappone, Takeshi Iwaya, due Paesi strategici anche in chiave Gpac. Con Londra “abbiamo una visione comune sull’immigrazione”, ha osservato e al collega giapponese “ho detto che andremo a Osaka in occasione dell’Expo”. Secondo il numero uno della Farnesina la stabilità dell’Indo-Pacifico è al centro dell’agenda G7, il Padiglione Italia ad Expo 2025 sarà l’occasione per consolidare ulteriormente il partenariato strategico tra Italia e Giappone e lanciare nuove collaborazioni.


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