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Tutte le contraddizioni della piazza per l’Europa secondo Pregliasco

Quella di domani rischia di trasformasi in una piazza delle contraddizioni, più che un luogo in cui ribadire la direzione che deve intraprendere la politica europea. Non viene chiarita quale linea, dalla prospettiva degli organizzatori e dei partecipanti, debba avere l’Unione europea su un tema così delicato come la Difesa. La spaccatura del Pd? Un segnale a Schlein

Quella di domani rischia di trasformasi in una piazza delle contraddizioni, più che un luogo in cui ribadire la direzione che deve intraprendere la politica europea. Partita dall’appello di Michele Serra, la manifestazione rischia di “non sciogliere un nodo di fondo. Infatti, non viene chiarita quale linea, dalla prospettiva degli organizzatori e dei partecipanti, debba avere l’Unione europea su un tema così delicato come la Difesa”. A dirlo sulle colonne di Formiche.net, è Lorenzo Pregliasco sondaggista e co-fondatore di YouTrend.

Cosa si cela dietro la richiesta del protagonismo europeo nella manifestazione che si terrà domani a Roma?

Il mio non è un giudizio di merito sulla manifestazione. Osservo però che il punto di fondo, ossia la direzione che le istituzioni comunitarie dovrebbero intraprendere, non viene centrato. Sarà una piazza in cui non ci sarà identità di vedute su questo. In qualche modo mi pare che il metodo rischi di superare il merito.

Il voto sulla mozione legata al ReArm Europe che tipo di contesto politico fotografa dal suo punto di vista?

Una spaccatura trasversale a tutti e due gli schieramenti. L’uno di governo e l’altro che potrebbe candidarsi a esserlo come alternativa. Con mille sfumature diverse, abbiamo assistito a una sorta di riallineamento giallo-verde che ha espresso contrarietà al piano Ursula. Dall’altro, una parte dei dem, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Rilevante, ciò che è accaduto nel Pd.

Una parte di astenuti e una parte di favorevoli. Un messaggio per Elly Schlein?

Senz’altro è un segnale politico di malcontento verso la linea di contrarietà stabilita dalla segreteria nazionale. Il conteggio che è stato fatto, fra astenuti e favorevoli, è stato in qualche modo artificioso. Due che si sono astenuti, in verità, lo hanno fatto solo per non mettere in minoranza la segretaria.

Al di là del voto al Parlamento europeo, da sondaggista, come viene percepito il tema Difesa dall’opinione pubblica italiana?

Dipende molto da come il tema viene posto e affrontato. Se si ragiona attorno al tema del riarmo o dell’invio di truppe in Ucraina, l’opinione pubblica è tendenzialmente spaventata. In generale, sull’eventuale impegno militare, gli italiani non sono favorevoli. Mentre se la si pone in termini di investimenti sulla Difesa anche in ossequio agli impegni Nato, la maggioranza delle persone risponde favorevolmente.

In termini di ricadute elettorali o di moral suasion, è possibile fare un pronostico sulla manifestazione di domani?

È complesso stabilire se nel medio o lungo termine queste iniziative possano in effetti avere delle ricadute di carattere elettorale. L’impatto difficilmente è misurabile in questi contesti, a maggior ragione perché le persone non cambiano idea in modo così repentino su temi come quello della Difesa. Tuttavia penso che sia un momento che già contiene una dinamica politica: la difficoltà ad andare oltre l’idea che la società civile sia più avanti della politica.


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