Le ultime a unirsi all’AI Infrastructure Partnership, il fondo che intende sviluppare nuovi data center e realizzare infrastrutture energetiche, sono Nvidia e xAI. Non è l’unico progetto in questo senso, ma l’ennesima conseguenza del piano Stargate lanciato dalla Casa Bianca
Alla Global AI Infrastructure Investment Partnership – che da due giorni è stata ribattezzata AI Infrastructure Partnership – ci sono due grandi nuovi ingressi: Nvidia e xAI. Il fondo lanciato da Microsoft e BlackRock lo scorso settembre, che include anche la società di investimento emiratina MGX e che, con un valore di partenza da 30 miliardi di dollari, intende realizzare data center e altri progetti legati alle infrastrutture energetiche, si sta dunque allargando. L’obiettivo è aumentare il budget di spesa, con una leva finanziaria che potrebbe portarlo a 100 miliardi di dollari, affinché gli Stati Uniti possano vincere la sfida dell’intelligenza artificiale. Il progetto è l’ennesima conferma di come le aziende americane stiano unendo le forze per concretizzare questo piano, così come vuole il presidente Donald Trump.
Per riuscire nell’intento, è inevitabile passare dalla costruzione di data center sempre più grandi. E, dunque, a supporto deve esserci un impianto energetico in grado di reggere l’enorme consumo richiesto. Ad esempio l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale, specialmente quelli più grandi, richiedono una gigante potenza di calcolo che, di conseguenza, aumenta il consumo di energia. A questo dovrebbero pensarci le società di servizi GE Vernova e NextEra Energy, entrambe parte della coalizione AI Infrastructure Partnership, che studieranno delle soluzioni per rendere sostenibile l’intera catena di fornitura.
Di recente è nato anche un altro gruppo. Ieri è stato infatti presentato l’Open Power AI Consortium, a cui piacerebbe far collaborare aziende, ricercatori e altri esperti del settore elettrico per rafforzarlo tramite lo sviluppo da zero o le implementazioni di soluzioni già esistenti. Tra gli aderenti figurano AWS, Oracle, Duke Energy e Southern Company. Ma sono già oltre venti le società che hanno deciso di unirsi.
Questi progetti fanno da eco al grande piano lanciato dalla Casa Bianca poco dopo l’insediamento di Trump. Stargate è una gigante partnership tra i pesi massimi del settore – tra cui OpenAI, Oracle, SoftBank e MGX – che si è posta il fine di racimolare 500 miliardi di dollari in quattro anni per costruire data center sul territorio americano. La sfida del futuro passa tutto da lì: chi ne vanterà il numero maggiore, avrà automaticamente un potere superiore nelle sue mani. E come logico, gli Stati Uniti vogliono arrivare prima della Cina, sfruttando una base di partenza importante. Sono infatti circa cinquemila i data center a stelle e strisce, contro le poche centinaia di Pechino.
Questa corsa, osserva Axios, è dovuta a due principali fattori. Il primo riguarda la crescita delle nuove tecnologie, su cui tutte le aziende stanno investendo massicciamente nella convinzione che saranno sempre più necessarie. L’altro elemento è invece legato all’incertezza del presente. Tutto ruota intorno a una domanda: cosa accadrebbe qualora la Cina decidesse di muoversi su Taiwan, polo mondiale dei semiconduttori? La risposta breve, ma esemplificativa, è che si creerebbe il caos lungo la catena di approvvigionamento. Lo scenario immaginato sarebbe il più drammatico, ma ci possono essere altre variabili che manderebbero in crisi il comparto. Basti pensare che ad oggi ci sono poche aziende che producono strumenti essenziali. Pertanto, meglio muoversi in anticipo e soprattutto in autonomia, così da non dipendere da nessuno.
Tuttavia, è sempre Axios a mettere l’accento su un altro punto. La corsa all’IA è giustificata dal fatto che la tecnologia è la protagonista principale del nostro tempo, ma la storia insegna che queste tendenze sono cicliche. Oggi tutti la vogliono, domani chissà. Il caso dei microchip prodotti da Nvidia è eloquente: mentre ha lanciato sul mercato quelli di ultimissima generazione Rubin, molte aziende stanno ricevendo solamente adesso quelli precedenti Blackwell, che vengono richiesti solo dalle grandi società. Più che di investimenti, dunque, sull’IA sarebbe giusto parlare di scommessa.