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L’Economist: The iron Monti

“The iron Monti”, titola The Economist, “il Monti di ferro”, paragonando il premier italiano a Margaret Thatcher. “Ma chi giochera´ (in Italia,ndr) il ruolo dei minatori, il cui sciopero e´ stata la sfida più seria alla riforma del mercato della Lady di ferro?” si chiede il settimanale britannico che, proseguendo nel parallelo, cita le proteste di tassisti, l´ annunciata serrata delle farmacie, l´ agitazione degli Ordini, il blocco degli autotrasportatori e le ricadute sul Paese.
 
“Roba forte per un governo di professori e tecnocrati – commenta – possono davvero aspettarsi di vincere una prova di forza contro gli interessi acquisiti degli italiani? La mancanza di politici di professione nel governo Monti potrebbe finire per essere il suo punto forte. Che significa non essere vincolato da lobby di potere (sebbene alcuni italiani vedano il presidente del Consiglio come un rappresentante dei poteri forti internazionali, accusa che lui ha sempre negato)”.
 
Per The Economist, un altro asso nella manica del governo è che “al momento almeno, le sue riforme sono popolari”. Quindi considera: “Sebbene (il governo Monti, ndr) dipenda dai partiti politici, perché ha bisogno del loro appoggio in
parlamento per sopravvivere, ed il loro supporto dipenderà, almeno in parte, dalla sopportazione della popolazione alle riforme di Monti. Come per Lady Thatcher – è la chiosa – ci vorrà tempo per vedere gli effetti di tali riforme”.
 
 


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