L’intreccio con la partita dei dazi si ritrova nella posizione espressa dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso secondo cui l’Italia ha raggiunto la quarta posizione nella classifica dell’export mondiale. Per cui dal momento che gli americani non intendono abbandonare la loro propensione verso i prodotti made in Italy, “intendiamo preservare il mercato americano e aprirne di nuovi”. Il riferimento è a Mercosur e all’ Imec
Lo ha ribadito pochi giorni fa il ministro degli esteri Antonio Tajani che l’Italia punterà su mercati di Asia, Africa e America Latina, ovvero mercati extra-Ue dove si potrebbe tamponare l’effetto dei dazi americani. Un panorama di partner e aree che meritano attenzione e progettazione, che si mescolano a progetti come il Ttip e il Mercosur. Ecco una ricognizione su aree obiettivo, proposte in essere e soluzioni fattibili nella consapevolezza che la scomposizione politica in atto è suscettibile di rapidi cambiamenti, come dimostra la marcia indietro di Donald Trump sui dazi all’Ue, con una pausa di riflessione da 90 giorni (che impatta sulle borse e sul prezzo del greggio).
TTIP
Il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti è uno dei progetti più ambiziosi immaginati tra Ue e Stati Uniti sia in termini economici che geopolitici. Partito con grande entusiasmo, ha subito dei rallentamenti e delle ripartenze. Nel 2011 venne annunciato dal Center for Transatlantic Relations, con l’obiettivo di aumentare il pil di entrambe le sponde dell’Atlantico del 3,5%, ovvero l’equivalente di un anno di stipendio aggiuntivo nella vita lavorativa di ogni cittadino statunitense ed europeo, e al contempo creare 7 milioni di posti di lavoro ex novo. Sia nelle intenzioni che nella progettazione, il TTIP rappresenta un’opportunità per gli Stati Uniti e per l’Europa di mantenere un certo peso in un mondo il cui baricentro si sta spostando verso l’Asia dal momento che i numeri dell’economia transatlantica rappresentano il 50% del pil mondiale in valore e il 41% in termini di potere d’acquisto.
Da Biden a Trump
In sostanza, mentre dieci anni fa Stati Uniti e Unione europea erano sul punto di abolire i dazi industriali durante le discussioni sul Ttip, Trump durante il suo primo mandato lo bloccò. E Joe Biden ha deciso di non rilanciarlo durante la sua amministrazione. Due anni fa il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan affermò che il cosiddetto “Washington Consensus” sarebbe stato attuato da un pacchetto di misure per una moderna strategia industriale americana, con partnership selettive verso alleati economici e tramite iniziative politiche volte a frenare l’ascesa della Cina: e non con il Ttip. Per cui ora uno degli interrogativi che circola con maggiore insistenza riguarda il perché Ue e Usa non condividono un accordo di libero scambio, dal momento che sono alleati geopolitici e partner commerciali di primo livello.
Mercosur
Sono stati necessari 20 anni di negoziati prima della firma, avvenuta nel dicembre scorso tra la Commissione europea e l’Argentina, il Brasile, il Paraguay e l’Uruguay (che fanno parte del Mercato Comune del Sud Mercosur), che dà vita ad una delle più grandi aree economiche integrate del mondo grazie a 700 milioni di consumatori. Secondo il trattato, nei prossimi dieci anni verranno liberalizzate il 90% delle importazioni di beni industriali europei e il 93% dei prodotti agricoli, riducendo così le barriere tariffarie. Inoltre entro la metà di quest’anno la Commissione Europea dovrà definire la base normativa del trattato Mercosur, al contempo ha proposto la creazione di una riserva finanziaria da un miliardo di euro per il periodo 2028-2034. Si tratta di un accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Mercosur che si fatto propone una serie di prospettive per l’export italiano, soprattutto nei settori industriale e agricolo.
L’intreccio con i dazi
L’intreccio con la partita dei dazi si ritrova nella posizione espressa dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante il Question Time alla Camera secondo cui l’Italia ha raggiunto la quarta posizione nella classifica dell’export mondiale e “i due terzi dei consumatori americani ha dichiarato di non essere disposto a modificare le proprie abitudini in caso di aumento dei prezzi”. Per cui dal momento che gli americani non intendono abbandonare la loro propensione verso i prodotti made in Italy, “intendiamo preservare il mercato americano e aprirne di nuovi”. Il riferimento è proprio al Mercosur, “tutelando nel contempo la produzione agricola, accordo che aprirebbe il mercato importante dell’America Latina e anche di predisporre altri accordi di libero scambio con Messico, Consiglio di Cooperazione del Golfo, India, Malesia, Indonesia, Filippine, Australia e Qatar”. Anche la Svizzera guarda al Mercosur e spera in un accordo entro l’anno, guidando i negoziati dell’Associazione europea di libero scambio (Aels), di cui fa parte insieme a Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
Imec
Nel settembre del 2023 venne siglata la nascita del Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (Imec), firmato a Nuova Delhi in occasione del Vertice del G20: un’iniziativa di medio-lungo periodo immaginata per dare slancio agli scambi indo-mediterranei. Una sorta di ponte economico tra l’Indo-Pacifico e il Mediterraneo, dettato da un lato dalla consapevolezza che si stanno intensificando i progressi di players altamente strategici come India, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita e, dall’altro, che Europa e Stati Uniti sono molto impegnate nei fronti di Ucraina e Gaza.
Il tratto peculiare di Imec risiede nella partecipazione allargata, data dalla presenza di otto partner fondatori come Italia, India, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Germania, Francia, Unione Europea e Stati Uniti. L’obiettivo è duplice: rafforzare gli interessi di paesi bagnati dal mare che possono giocare la carta delle infrastrutture marittime e rosicchiare spazio di manovra ai maggiori competitor. Se a Suez si sommeranno altri corridoi di trasporto, tra Golfo, Arabia Saudita, Giordania e Israele, lo sbocco nel Mediterraneo potrebbe essere foriero di numeri forti e migliori rispetto al passato.