L’Italia rafforza l’asse con India e Arabia Saudita nell’Indo-Mediterraneo, con il supporto Usa. Modi è in visita nella regione, mentre Milano ospita il Saudi-Italian Business Forum. Al centro l’Imec, nuovo corridoio strategico tra Asia, Golfo ed Europa
Continua l’incrocio diplomatico nell’Indo-Mediterraneo. Dopo il passaggio del vicepresidente statunitense JD Vance da Roma e poi da New Delhi (dove si trova adesso), le strade di Italia, India e Usa si intersecano nel Golfo. Nella regione strategica mediorientale arriva oggi Narendra Modi, il primo ministro indiano, che poi potrebbe partecipare ai funerali di papa Francesco a Roma, (niente di certo, solo speculazioni, perché il protocollo prevederebbe la presenza del vicepresidente, ma il governo ha già dichiarato tre giorni di lutto nazionale in India, dunque è possibile che vista la leadership globale esercitata da Francesco qualcosa cambi).
Alla cerimonia ha invece già annunciato la sua presenza Donald Trump — che ricambierà così la visita a Washington di Giorgia Meloni la scorsa settimana e potrebbe sfruttare il terreno italiano per incontri con la leadership europea, come auspicato da Palazzo Chigi. La presenza di Trump è ulteriore elemento attrattivo nella capitale italiana, sede già nei giorni scorsi degli incroci trilaterali analizzati anche da Vas Shenoy, che confermano il valore dell’asse indo-mediterraneo. Tanto più se si considera che nei giorni in cui Modi sarà a Jeddah, a Milano sarà ospitato il Saudi-Italian Business Forum Council. Un “viaggio” che poi continuerà a Torino per la prima volta, e che ha valore oltre quello imprenditoriale: segnala una rinnovata e strategica partnership tra due paesi che condividono valori condivisi su crescita e innovazione.
Il Saudi-Italian Business Council rappresenta un segnale forte della rinnovata centralità delle relazioni tra Italia e Arabia Saudita. L’incontro avviene in un momento di particolare fermento per l’economia saudita, impegnata nella realizzazione della Vision 2030, un programma di trasformazione economica e sociale che mira a ridurre la dipendenza dal petrolio e attrarre investimenti in settori ad alto valore aggiunto. L’Italia, con il suo know-how manifatturiero, la sua eccellenza nel design e nella transizione energetica, è vista dal regno come un partner chiave per sviluppare filiere sostenibili e modelli innovativi di collaborazione.
I temi sul tavolo riguardano valori condivisi, con ancora distanze su questioni come i diritti civili e umani ma visione comune su transizioni e trasformazioni economico-energetiche nell’ottica dello sviluppo e della complementarietà industriale, che può generare benefici reciproci e stabili nel tempo. Il forum punta a mettere in evidenza opportunità nel settore energetico (con particolare attenzione alle energie rinnovabili e all’idrogeno verde), nella smart mobility e nell’agritech. Il fatto che l’evento prosegua a Torino rafforza il messaggio: questa non è una relazione ristretta all’élite politico-economica milanese, ma una strategia di coinvolgimento territoriale e industriale che punta al medio-lungo termine.
Parallelamente, la visita del primo ministro indiano in Arabia Saudita consolida un altro asse strategico che va ben oltre la diplomazia. L’India è oggi uno dei principali partner commerciali del Regno, e la cooperazione bilaterale si è estesa negli ultimi anni anche alla sicurezza marittima, al digitale, al fintech e alla logistica avanzata. Modi e il principe ereditario Mohammed bin Salman si concentreranno su progetti congiunti nel Golfo, ma anche sul rafforzamento di infrastrutture logistiche che collegano l’India all’Europa attraverso la Penisola Arabica e il Mediterraneo.
Qui entra in gioco l’India-Middle East-Europe Corridor (Imec), l’ambizioso corridoio lanciato al G20 di Nuova Delhi nel 2023 con il sostegno degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. L’Imec si propone come alternativa strategica alle rotte esistenti (anche alle dinamiche sino-centriche correlate), e punta a realizzare una piattaforma integrata di connettività fisica e digitale, attraverso una rete di porti, ferrovie, cavi sottomarini, impianti energetici e data hub. Per l’Italia, rappresenta un’opportunità per rafforzare la propria posizione nel Mediterraneo come hub di transito e trasformazione. Per l’India, è uno strumento per proiettare il proprio peso economico verso ovest. Per l’Arabia Saudita, è il tassello centrale per diventare la porta logistica del Golfo.
Oltre agli interessi bilaterali, è dunque la visione multilaterale dell’Imec a fare da architrave comune. Il corridoio non è solo un’infrastruttura: è un nuovo percorso geoeconomico che genera connettività politica, culturale, commerciale, securitaria ed energetica. Un ponte tra Asia, Medio Oriente ed Europa che riflette la nuova mappa del potere globale. L’Italia, l’India e l’Arabia Saudita — con il sostegno americano — sembrano aver individuato in questo spazio l’arena principale per giocare la partita del XXI secolo.