Il fenomeno del contrabbando di equipaggiamento militare russo da parte di cittadini cinesi, con annessi i sospetti di reverse engineering e reimportazione, evidenzia nuove vulnerabilità nella filiera logistica bellica russa. Con implicazioni strategiche, industriali e informative da non sottovalutare
Il fenomeno di cittadini cinesi che mettono le mani su materiale militare russo di contrabbando per poi rivenderlo alle stesse forze armate di Mosca è in continua crescita. Difficile dubitarne, se a lanciare l’allarme è proprio Izvestia, una delle principali piattaforme mediatiche (anche per via del controllo governativo esercitato su di essa, in quanto proprietà della Gazprom) della Federazione Russa. In un articolo datato 21 aprile 2025, la testata con sede a San Pietroburgo parla di una serie di incidenti relativi a body armor, equipaggiamenti tattici e altri capi di abbigliamento militare, che vengono studiati per essere poi riprodotti con materiali più economici prima di essere rivenduti all’estero, anche alla stessa Russia.
L’ultimo episodio di questo genere di cui si hanno notizie è avvenuto a metà di questo mese, quando le forze dell’ordine russe avrebbero arrestato a Mosca un cittadino cinese, con l’accusa di aver spedito due giubbotti tattici. Ulteriori indagini sul caso hanno collegato l’individuo a diverse precedenti spedizioni di equipaggiamento simile in territorio cinese. Un decreto del governo russo del 2022 proibisce l’esportazione di tali articoli senza licenza, citando problemi di sicurezza nazionale.
Sempre a Mosca pochi mesi prima (nel dicembre 2024) uno studente cinese di 27 anni è stato arrestato per aver presumibilmente conservato equipaggiamento militare, tra cui armature e piastre balistiche, in un dormitorio universitario. Lo studente ha dichiarato alle autorità che gli oggetti erano stati acquistati legalmente tramite annunci online.
Uno dei primi casi noti risale all’autunno del 2022, a pochi mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina, quando un cittadino cinese è stato condannato a tre anni di lavori forzati in una colonia penale nell’autunno dello stesso anno per aver tentato di esportare materiali tecnologici sensibili.
Una fonte che ha familiarità con il mercato degli equipaggiamenti militari avrebbe dichiarato a Izvestia che la domanda di equipaggiamenti militari contraffatti o modificati rimane elevata, soprattutto a causa delle disparità di prezzo e delle lacune nelle piattaforme di spedizione internazionali. Ma gli acquirenti di simili prodotti non sono solo russi. “Le versioni contraffatte delle attrezzature tattiche russe vengono regolarmente viste sui soldati ucraini caduti nelle zone di combattimento”, ha dichiarato la fonte anonima.
Ruslan Shapiev, amministratore delegato dell’azienda di difesa Rusarm, ha dichiarato che alcuni casi di contrabbando potrebbero essere legati allo spionaggio industriale o ai servizi segreti stranieri. “Non c’è nulla di sbagliato negli elmetti [cinesi], ma i loro giubbotti antiproiettile sono discutibili. Il design e l’ergonomia lasciano molto a desiderare. L’equipaggiamento russo è più costoso ma migliore, e la gente sceglie sempre la qualità. La Cina vede la Russia come un Paese con una profonda esperienza militare. Osservano tutto, i nostri equipaggiamenti, i nostri processi. Le uniformi russe oggi sul mercato possono rivaleggiare o superare i modelli stranieri”, ha dichiarato l’imprenditore a Izvestia.