Con la vittoria di Boeing per il caccia di sesta generazione, il programma Ngad entra nella sua fase più delicata. L’F-47, destinato a sostituire il leggendario F-22 Raptor, promette una rivoluzione operativa che combinerà capacità stealth, reti di comunicazione avanzate e una cooperazione stretta con i droni autonomi gregari. Ma il successo richiederà anche una profonda trasformazione nei concetti operativi condivisi tra Stati Uniti e Alleati. L’intervista con Clayton Swope, senior fellow del Csis
Dopo anni trascorsi a valutare pro e contro con la maggior segretezza possibile, gli Stati Uniti hanno finalmente sciolto la riserva sul futuro del programma di sesta generazione Ngad (Next generation air dominance) che costituirà la futura punta di diamante della US Air Force. Ora, con l’annuncio del conferimento dell’appalto per il nuovo caccia (ribattezzato F-47) a Boeing, il programma entrerà nella sua fase più delicata. Per capire quali saranno i trend che plasmeranno il futuro dell’airpower a stelle e strisce (ma non solo) Formiche.net ha intervistato Clayton Swope, senior fellow e vice direttore dell’Aerospace security project del Center for strategic and international studies (Csis) di Washington DC.
Cos’è esattamente l’Ngad/F-47, il caccia di sesta generazione americano?
In generale, la definizione di caccia di sesta generazione è piuttosto vaga. Dovrebbe essere superiore a un jet di quinta generazione, che attualmente rappresenta lo stato dell’arte. Nel caso dell’F-47, è destinato a succedere all’F-22. L’obiettivo è che l’F-47 presenti miglioramenti per quanto concerne lo stealth, le capacità di calcolo, i sistemi di rilevamento e i motori rispetto ai suoi predecessori. Probabilmente avrà anche un’autonomia maggiore e sarà progettato fin dall’inizio per operare insieme a velivoli senza equipaggio, impiegati come “gregari” da combattimento. Dovrà essere in grado di operare non solo in uno spazio aereo contestato, contro sofisticate difese aeree integrate, ma anche in un ambiente in cui il controllo dello spettro elettromagnetico sia fortemente conteso. Gli eventi in Ucraina e in Medio Oriente dimostrano l’efficacia delle moderne difese aeree stratificate e sottolineano il ruolo crescente delle contromisure elettroniche nei conflitti futuri. È questo tipo di scenario che sta plasmando la progettazione dell’F-47.
Come si inserisce l’assegnazione dell’appalto per l’Ngad/F-47 nel più ampio dibattito strategico che vede contrapposti droni autonomi a velivoli con equipaggio sempre più sofisticati?
Non si tratta di una scelta esclusiva. Gli Stati Uniti e i loro alleati dovranno superare le proprie esitazioni nei confronti delle armi letali autonome basate sull’intelligenza artificiale. In futuro, i velivoli senza equipaggio e i droni potrebbero trovarsi in situazioni di combattimento in cui non controlleranno l’ambiente elettromagnetico e non potranno comunicare con gli operatori, ma dovranno comunque prendere decisioni di combattimento in una frazione di secondo su quando attaccare forze nemiche. I sistemi di intelligenza artificiale diventeranno sempre più sofisticati e in grado di prendere tali decisioni, ma rimarrà probabilmente un divario tra la capacità decisionale delle macchine in ambienti complessi e quella degli esseri umani. Il futuro della potenza aerea comprenderà quindi una combinazione di caccia con equipaggio altamente avanzati come l’F-47 e velivoli senza equipaggio schierabili su larga scala. Anche le considerazioni sui costi influenzeranno il bilanciamento tra i sistemi con equipaggio, più costosi ma più capaci, e quelli senza equipaggio, potenzialmente meno sofisticati ma più sacrificabili. Tuttavia, almeno nel prossimo futuro, i sistemi con equipaggio manterranno un vantaggio grazie alla maggiore capacità degli esseri umani di affrontare la complessità del campo di battaglia.
In che modo?
L’F-47 e gli altri caccia di sesta generazione voleranno in un nuovo contesto operativo in cui i droni avranno un ruolo fondamentale — un cambiamento radicale rispetto al passato per la guerra aerea. I vantaggi dei droni sono già evidenti oggi in Ucraina. Sebbene i conflitti futuri non replicheranno esattamente quelli del passato, è indiscutibile che i sistemi senza equipaggio giocheranno un ruolo centrale. Tuttavia, non saranno i droni che operano isolatamente a rivoluzionare il campo di battaglia, bensì il lavoro di squadra tra droni e velivoli con equipaggio, supportati da operatori umani. Si tratterà di una relazione simbiotica: i droni aumenteranno l’efficacia degli operatori umani e viceversa, anche attraverso l’impiego di sciami di droni.
Boeing ha vinto il contratto per l’F-47. Cosa significa questo per il secondo appaltatore in gara, Lockheed Martin?
Sono disponibili pochissime informazioni pubbliche sui dettagli della gara per l’F-47. Non conosciamo le specifiche delle proposte presentate né da Boeing né da Lockheed. Lockheed Martin continuerà comunque ad avere clienti per l’F-35 ancora per molti anni, mantenendo così future opportunità di vendere caccia avanzati sia agli Stati Uniti sia ad altri clienti internazionali.
Pur impiegando piattaforme diverse (Ngad, Gcap, Fcas), in che modo dovrebbe articolarsi la collaborazione con Alleati e partner?
La nuova frontiera della potenza aerea, con i caccia di sesta generazione, sarà frutto del lavoro di squadra tra esseri umani e macchine, reso possibile combinando questi nuovi caccia con droni senza equipaggio e tecnologie di intelligenza artificiale. Il modo in cui i piloti opereranno e combatteranno insieme ai sistemi autonomi dovrà essere coordinato e allineato tra Alleati e partner, che potrebbero trovarsi a combattere fianco a fianco. Come oggi gli Alleati combattono l’uno accanto all’altro, essere umano con essere umano, in futuro combatteranno anche macchina con macchina e macchina con essere umano. Sarà essenziale sviluppare e addestrarsi congiuntamente su questi nuovi concetti operativi. La prima volta che esseri umani e macchine affronteranno insieme queste sfide non dovrà avvenire in combattimento, ma durante l’addestramento e le esercitazioni in tempo di pace.
(Foto: US Air Force)