Dal rafforzamento dei rapporti con gli Stati Uniti, partner storico e caposaldo Occidentale, fino alla necessità di una maggiore competitività europea. Ora la Difesa è un tema centrale, non più rinviare: serve ricorrere al debito comune. Il legame tra Italia e Germania è sempre più stretto. E il baricentro europeo? È al centro. Colloquio con l’eurodeputato di Forza Italia, Salvatore De Meo
“Il Ppe sente la responsabilità delle grandi sfide che l’Europa, in questo complesso tornante della storia, ha di fronte. Ora l’obiettivo è rinsaldare i rapporti con gli Usa, che sono il nostro alleato storico. L’Occidente deve continuare a marciare unito”. A parlare sulle colonne di Formiche.net direttamente dal congresso del Ppe a Valencia è l’eurodeputato di Forza Italia Salvatore De Meo che tratteggia le sfide emerse durante il summit e indica le direttrici sulle quali il principale gruppo politico europeo si muoverà.
Questa mattina la premier Meloni indica la necessità di trovare un accordo fra Usa e Ue. Su quali basi e in che modo anche il Ppe darà il suo contributo in questo senso?
Gli Usa sono il nostro più grande alleato e rafforzare i nostri rapporti con loro deve essere l’obiettivo principale per tutte le forze politiche che credono nell’Europa e, più in generale, dei valori dell’Occidente. Anche per evitare infiltrazioni di altri partner con i quali invece con condividiamo questo orizzonte di valori. Evitiamo, quindi, isterismi e reazioni scomposte.
Anche nei contesti internazionali, come il congresso del Ppe, l’Italia è riconosciuta come Paese “ponte” fra l’Europa e l’America?
L’Italia, attraverso la solidissima leadership della premier Meloni, sta svolgendo un ruolo di primissimo piano. Di fatto, a nome di tutta l’Europa e nell’interesse dell’Unione. I fatti lo stanno confermando, rafforzando peraltro la strategicità italiana nello scacchiere internazionale. L’ultimo esempio tangibile è rappresentato dai funerali del Santo Padre. L’Italia è la terra della mediazione, della politica.
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha presentato proprio a Valencia la mozione sulla competitività. Di che documento si tratta?
Un impegno formale, che si assume la nostra famiglia politica, affinché l’Europa diventi sempre più autonoma e strategicamente competitiva. Questo comporta una revisione dell’architettura istituzionale che renda le istituzioni comunitarie forti e credibili. In tutto questo, un ruolo di primo piano lo avranno le imprese sulle quali gravano ancora troppe (e spesso inutili) regole che ne minano la competitività.
Un’attenzione al mondo produttivo che richiama i valori a cui Forza Italia si è sempre ispirata?
La mozione presentata dal vicepremier Tajani, di cui peraltro è universalmente riconosciuta la statura politica, rappresenta proprio l’essenza del nostro partito. Forza Italia è l’unica formazione che ha espresso un documento con contenuti caratterizzanti che passano, fra le altre cose, dalla sostenibilità ambientale declinata in maniera pragmatica, dall’autonomia energetica e dalla salvaguardia dell’agricoltura.
Tanto si sta parlando, in queste ultime settimane, del tema legato alla Difesa comune. Sul piano più strettamente economico, quale pensa possa essere la via più corretta per sostenere la nuova strategia europea?
Il Next Generation Eu è stato un esempio virtuoso. Penso dunque che l’ipotesi di ricorrere al debito comune per sostenere finalmente una strategia di Difesa che ci permetta non solo di armarci, ma di fare investimenti per garantire deterrenza e maggiore sicurezza anche sul versante informatico e tecnologico, sia la via più efficace. Per troppi anni la costruzione di una Difesa comune europea è stata rimandata. Ora è il tempo di una svolta. In questo modo, anche l’Europa sarà molto più incisiva sul piano internazionale.
La guida del Ppe resta nelle mani di Manfred Weber. Questo si tradurrà in un rafforzamento delle relazioni italo-tedesche?
Di fatto è un processo che è già ampiamente avviato. Weber sicuramente è un facilitatore, da questo punto di vista. Il governo Meloni è riconosciuto come interlocutore imprescindibile sulle scenario internazionale e la Germania è un partner solidissimo. Il Ppe è senz’altro un “facilitatore” dei rapporti fra i governi.
Con la famiglia dell’Ecr, allo stato attuale, come sono i rapporti?
Sono ottimi. Evidentemente siamo partiti diversi, ma noi insistiamo molto affinché loro condividano il più possibile le nostre istanze.
C’è, dunque, uno spostamento del baricentro politico verso destra?
No. Il vero spostamento, è verso il centro.