Dopo l’intesa con il Regno Unito, che ha aperto la stagione dei negoziati su larga scala, il Dragone e gli Stati Uniti trovano un primo vero accordo sulle tariffe, portando i rispettivi dazi al 10 e al 30%. I mercati brindano, facendo scattare le Borse. Bessent: è l’ora di un commercio più equo e giusto
Per gli Stati Uniti sono progressi sostanziali. E c’è da crederci, vista la portata dell’accordo tra Cina e Stati Uniti sui dazi, che ha preso forma nel fine settimana, mandando immediatamente in euforia i mercati di mezzo mondo. Questa l’estrema sintesi di una svolta che ha tutta l’aria di aprire la strada a un’intesa commerciale strutturale e di lunga durata. Gli Stati Uniti ridurranno i dazi sui prodotti cinesi dal 145% al 30% per un periodo di 90 giorni, mentre la Cina taglierà le tariffe sulle importazioni statunitensi dal 125% al 10% per lo stesso periodo. E ci sono delle esclusioni: Washington ha infatti specificato che le riduzioni tariffarie non si applicheranno ai dazi di settore imposti ai partner commerciali statunitensi e che i dazi applicati alla Cina durante la prima amministrazione Trump rimangono in vigore.
Ora, forse è prematuro parlare di fine della guerra commerciale tra le due principali economie mondiali. Eppure, i mercati ci credono. Le Borse europee, già di buon mattino, hanno cominciato a correre: Milano guadagnava fin dalle prime battute oltre il 2%, Parigi l’1,25% e Francoforte avanzava dell’1,57%. Londra segna un progresso dello 0,62%. Al netto di tutto ciò, però, rimane la sostanza politica. La nota della Casa Bianca, diffusa a valle dell’intesa trovata dalle due delegazioni incontratesi a Ginevra, in Svizzera, ha chiarito alcuni punti. E cioè che, primo, “le parti istituiranno un meccanismo per proseguire le discussioni sulle relazioni economiche e commerciali”.
Quanto alla cifra politica, qui è stato il segretario al Tesoro, Scott Bessent, a dettare la linea: “Vogliamo un commercio più bilanciato e credo che entrambe le parti siano impegnate a raggiungere questo obiettivo. Nessuna delle due parti desidera un disaccoppiamento”. Insomma, sebbene l’accordo rappresenti solo il primo passo verso una soluzione che i mercati sperano più duratura, è il primo segnale concreto di un allentamento delle tensioni tra le due principali potenze economiche mondiali. Di sponda con Bessent, il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Jamieson Greer ha rivendicato la grande celerità con cui “siamo stati in grado di raggiungere un accordo, il che riflette che forse le differenze non erano così grandi come forse pensavano”.
E a volere qualcosa di più duraturo e resistente, persino a nuovi e possibili shock futuri, è anche la stessa Cina. Come ha chiarito il capo delegazione cinese, ovvero il vicepremier He Lifeng, nella mattinata di lunedì, “i colloqui sui dazi tra Cina e Usa a Ginevra hanno gettato le basi per risolvere ulteriormente le divergenze. I colloqui sono stati franchi, approfonditi e costruttivi, sono stati raggiunti accordi importanti e progressi tangibili”, ha detto He. Il quale ha osservato che, grazie agli sforzi congiunti delle parti, i colloqui “hanno gettato le basi e creato le condizioni per eliminare ulteriormente le differenze e approfondire la cooperazione”.
Mettendo a sistema i due punti di vista, la nota congiunta ha condensato il tutto. Usa e Cina, con la loro dichiarazione congiunta, hanno riconosciuto “l’importanza delle loro relazioni economiche e commerciali bilaterali per entrambi i Paesi e per l’economia globale”, nonché “l’importanza di avere una relazione economica e commerciale sostenibile, di lungo termine e reciprocamente vantaggiosa”. Riflettendo sui recenti colloqui e ritenendo che il proseguimento delle discussioni possa contribuire ad affrontare le preoccupazioni di entrambe le parti nelle loro relazioni economiche e commerciali, le parti hanno deciso di procedere “in uno spirito di reciproca apertura, comunicazione continua, cooperazione e rispetto”. Le basi, per il momento, sono state poste.