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Cosa è successo ieri nel Sinai

Cinque membri del commando che ha attaccato ieri un posto di frontiera egiziano per infiltrarsi in territorio israeliano sono stati uccisi dalle forze di sicurezza dello Stato ebraico: lo hanno reso noto fonti dell´esercito israeliano.
 
L’attacco
L´assalto al posto di frontiera di Karm Abou Salem (Kerem Shalom in ebraico), tra Egitto e Israele, nei pressi di Gaza, ha avuto luogo ieri sera alle 19 ora italiana: nella sparatoria sarebbero state uccise almeno 16 guardie ed altre sette sarebbero rimaste ferite; successivamente i terroristi, circa una decina, si sono impadroniti di due blindati dirigendosi verso il valico d Kerem Shalom.
Uno dei veicoli sarebbe esploso prima di giungere in territorio israeliano, mentre il secondo è stato colpito poche centinaia di metri dopo il confine da un elicottero da combattimento israeliano.
 
Il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha sottolineato come l´attacco – costato la vita a sedici guardie di frontiera egiziane – dimostri “la necessità per le autorità egiziane di agire con fermezza per ristabilire la sicurezza e lottare contro il terrorismo nel Sinai”; secondo fonti della sicurezza egiziana i membri del commando erano jihadisti prevenienti dalla vicina Striscia di Gaza.
Il presidente egiziano Moahmmed Morsi da parte sua si è impegnato a riprendere il controllo della penisola: “Le forze di sicurezza riprenderanno il controllo totale, tutti potranno constatare che le forze di polizia e militari egiziane sono in grado di perseguire i criminali dovunque si trovino”, ha dichiarato aggiungendo che “i criminali e i loro complici la pagheranno cara”.
 
Il Presidente egiziano ha tenuto ieri una riunione di urgenza con il Consiglio Supremo delle forze armate per discutere le misure da adottare dopo l´attacco; la situazione della sicurezza in Sinai è resa difficile anche dal fatto che – in ottemperanza con il trattato di pace con Israele – si tratta di una zona demilitarizzata.
Il portavoce dell´esercito israeliano, generale Yoav Mordechai, ha sottolineato che le forze di sicurezza “erano pronte perché disponevano di informazioni dei servizi segreti che hanno permesso di evitare un attentato sanguinoso”.
Secondo il portavoce i componenti del commando erano “elementi del jihad mondiale con base nel Sinai, divenuto un rifugio per il terrorismo a causa della debolezza del controllo egiziano”, ma si presume che i terroristi avessero dei “legami con organizzazioni nella Striscia di Gaza”.
 


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