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Berlino vs Monti. La precisazione di Palazzo Chigi

Un “equivoco”. Perché l´intenzione di Mario Monti non è mai stata quella di limitare il controllo dei Parlamenti sui governi né tanto meno – è la linea di difesa – quella di mettere in discussione la loro “autonomia”. Semmai l´obiettivo era quello di sollecitare l´Unione europea a prendere delle decisioni. Eppure l´intervista del Professore al ´Der Spiegel´ ha scatenato una reazione risentita che ha coinvolto praticamente tutti i livelli istituzionali tedeschi. E che palazzo Chigi ha tentato di arginare con una nota di precisazione nella serata di ieri.
 
Nel mirino dei politici di Berlino, di destra e di sinistra, è finita soprattutto quella frase del presidente del Consiglio relativa a presunti vincoli che i Parlamenti determinerebbero rispetto all´azione di governo. Una dura presa di posizione è arrivata dal ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, che ha messo Monti in guardia dal bypassare i Parlamenti. “Le verifiche parlamentari sulla politica europea – è stata la sua replica – sono sopra qualunque dibattito”. Un attacco fortissimo è arrivato dal leader della Csu, Alexander Dobrindt, che è arrivato addirittura a parlare di attacco della democrazia. Ma perplessità sulle parole di Monti sono arrivate anche dai liberali dell´Fdp e dalla Cdu.
 
Sulle frasi del premier, ma in particolare sui rischi per la moneta unica, si è espresso anche il portavoce della Cancelliera, Angela Merkel: il governo della Germania non condivide i timori di rischi di disgregazione dell´euro a causa della crisi sui debiti pubblici, ha affermato Georg Streiter. Mentre il portavoce della Commissione Ue, Olivier Bailly, ha sottolineato che in Europa si “rispettano pienamente le competenze dei parlamenti nazionali”.
A questo coro di critiche il presidente del Consiglio ha replicato attraverso una nota piuttosto meditata, visto che è arrivata in serata quando la polemica era ormai quasi fuori controllo. Monti – è stata la precisazione – non ha “mai auspicato una limitazione del controllo parlamentare sui governi che anzi” va “rafforzato”, l´intenzione era piuttosto quella di sottolineare la necessità che, per andare avanti nell´integrazione europea, si mantenga “un costante dialogo fra governo e Parlamento”.
 
L´intervista a ´Der Spiegel´ ha alimentato il dibattito anche in Italia, generando fazioni pro e contro il Prof.
A sorpresa, non si schiera contro l´ex ministro Renato Brunetta che si chiede la ragione di tanto rumore visto che Monti ha detto solo “come stanno le cose”. Ma nel resto del partito non tutti la pensano così, come dimostra la dichiarazione di Osvaldo Napoli che giudica l´attacco di Monti al Parlamento “indifendibile”. Tra i critici si arruolano, ovviamente, i partiti di opposizione al governo. Il leader dell´Idv, Antonio Di Pietro, parla di lesione della Costituzione, mentre il capogruppo della Lega alla Camera, Giampaolo Dozzo, mette il dito nella piaga dell´ennesimo voto di fiducia chiesto dal governo sulla spending review.
Dalla parte del Professore si schiera il Pd che, con Francesco Boccia, definisce “grottesche” le critiche tedesche. “Dalla Germania – ha osservato – non accettiamo lezioni di democrazia”.
Ma la linea non è univoca visto che il collega di partito, Matteo Orfini, definisce quella del premier “una sgradevole sgrammaticatura”.


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